Nei racconti e novelle ambientati nella provincia inglese (ed anche americana) dei secoli scorsi, si legge sovente dell’usanza di cospargere di pece, e ricoprire di piume, non so se di gallina o di oca, truffatori, imbroglioni, falsificatori, bari, ed esporli cosconciati, alla berlina ed al pubblico ludibrio. Tale era, ad esempio, la pena popolare riservata ai venditori di unguenti, pomate e lozioni che promettevano miracoli, ai venditori di olio di serpente, a coloro che imbrogliavano la gente con giochi truccati. Questa la prima cosa che mi venuta in mente leggendo della visita dell’amico Putin al sultanato di Arcore, quando, a Lesmo, nella Villa Gernetto, il sultano ha parlato a Putin della sua nuova trovata: la “Universitdel Pensiero Liberale” , proponendo anzi a Putin, a quanto riferiscono i giornali, di tenervi, primo tra i grandi della terra, una lezione; o dovremmo dire “lectio magistralis”. Che il cav. Berlusconi possa impunemente parlare di “pensiero liberale” una falsificazione paragonabile a quella dei ciarlatani ambulanti che propinavano ai gonzi rimedi miracolosi. Solo in un paese addormentato come questo cipuavvenire senza che venga cosparso di pece ed avvolto nelle piume, e starebbe ai veri liberali l’insorgere indignati e preparare pece e piume. Ma, chiedendomi sin d’ora chi dei sedicenti liberali di oggi correra cercare di figurarvi, mi permetto di dare qualche suggerimento circa la futura Universit Ben figurerebbero, tra i docenti: Previti (materie giuridiche), Gheddafi (diritti umani), Dell’Utri (etica pubblica) e, via via, Topolanek, Bondi, Cicchitto, Letizia padre e figlia, etc. Naturalmente, i viaggi di studio potrebbero esser svolti in Libia, in qualche repubblica ex-sovietica, nell’entroterra palermitano od in quello napoletano. All’ “eroe” Vittorio Mangano andrebbe dedicata almeno una lapide, se non un monumento (equestre, naturalmente).(27-04-2010)

{ Pubblicato il: 30.04.2010 }