Fondazione Critica Liberale   'Passans, cette terre est libre' - Abbiamo scelto come logo la fotografia d'un autentico 'Albero della Libertà ancora vivente. È un olmo che fu piantato nel 1799 dai rivoluzionari della Repubblica Partenopea, Luigi Rossi e Gregorio Mattei, a Montepaone Superiore, paese dello Jonio catanzarese. La scritta &lequo;passans ecc.» era qualche volta posta sotto gli 'Alberi della Libertà' in Francia.
 
Direttore: Enzo Marzo

Dal 1969 la voce del pensiero laico e liberale italiano e della tradizione politica che difende e afferma le libertà, l'equità, i diritti, il conflitto.

"Critica liberale" segue il filo rosso che tiene assieme protagonisti come Giovanni Amendola e Benedetto Croce, Gobetti e i fratelli Rosselli, Salvemini ed Ernesto Rossi, Einaudi e il "Mondo" di Pannunzio, gli "azionisti" e Bobbio.

volume XXIV, n.232 estate 2017

territorio senza governo - l'agenda urbana che non c'è

INDICE

taccuino
.
67. paolo bagnoli, la nostra preoccupazione
68. coordinamento democrazia costituzionale, appello alla mobilitazione per una legge elettorale conforme alla Costituzione
106. comitati unitari per il NO al “rosatellum”, l’imbroglio degli imbrogli
.
territorio senza governo
.
69. giovanni vetritto, l’italia del “non governo” locale
73. pierfranco pellizzetti, alla ricerca del civismo perduto
79. antonio calafati, le periferie delle metropoli italiane
84. paolo pileri, molta retorica, pochi fatti
86. giovanni vetritto, post-marxisti inutili
88. valerio pocar, primo comandamento: cementificare
.
astrolabio
.
89. riccardo mastrorillo, finanziare sì, ma come?
.
GLI STATI UNITI D'EUROPA
.
93. sarah lenderes-valenti, la risorsa più grande
94. luigi somma, le democrazie invisibili
97. claudio maretto, la discontinuità paga
.
castigat ridendo mores
.
100. elio rindone, basta con l’onestà!
.
l'osservatore laico
.
103. carla corsetti, il principio di laicità
107. gaetano salvemini, abolire il concordato
.
terrorismo e religione
109. pierfranco pellizzetti, jihad combattuta alla john wayne
114. alessandro cavalli,quattro cerchi
.
lo spaccio delle idee
117. gianmarco pondrano altavilla, cari liberisti, chi conosce un buon medium?
118. luca tedesco, savoia o borbone? lo storico è un apolide
119. gaetano pecora, ernesto rossi, “pazzo malinconico”
.
78.92.102. spilli de la lepre marzolina
116. la lepre marzolina, di maio ’o statista
.
.
.
Critica liberale può essere acquistata anche on line attraverso il sito delle Edizioni Dedalo con transazione crittografata e protetta.
.A ROMA IL FASCICOLO PUO' ESSERE ACQUISTATO ANCHE PRESSO L'EDICOLA DEI GIORNALI IN PIAZZA DEL PARLAMENTO.
.
Il numero di “Critica liberale” può essere acquistato nelle seguenti librerie:
&&&&&&&&&& PIEMONTE &&&&&&&&&&
BORGOMANERO
EP, v.le marazza, 10  galleria principe
VERBANIA
MARGAROLI, corso mameli, 55
&&&&&&&&&& LOMBARDIA &&&&&
ASSAGO
INTERNET, via verdi, 8
BRESCIA
CENTRO, via di vittorio, 7/c
CENTRO, via galvani, 6 c/d (SAN ZENO)
MILANO
PUCCINI, via boscovich, 61
EMME ELLE, via marsala, 2
FELTRINELLI, corso buenos aires, 33/35
FELTRINELLI, via u. foscolo, 1/3
FELTRINELLI, via manzoni, 12
PUCCINI, c.so buenos aires, 42
TADINO, via tadino, 18
&&&&&&&&&& VENETO &&&&&&&&&&
TREVISO
CANOVA, piazzetta lombardi, 1
VICENZA
GALLA, c.so palladio, 11
GALLA LIBRACCIO, corso palladio, 12
&&&&&&&&&& TRENTINO ALTO ADIGE&&
TRENTO
RIVISTERIA, via s. vigilio, 23
&&&&&&&&&& EMILIA-ROMAGNA &&
BOLOGNA
FELTRINELLI, via dei mille, 12/abc
PARMA
FELTRINELLI, strada farini, 17
RAVENNA
FELTRINELLI, via diaz, 4-6-8
REGGIO EMILIA
UVER, viale e. simonazzi, 27
UVER, via maestri del lavoro, 10/b
&&&&&&&&&& UMBRIA &&&&&&&&&&
TERNI
ALTEROCCA, corso cornelio tacito, 29
&&&&&&&&&& LAZIO &&&&&&&&&&
ROMA
EDICOLA GIORNALI, piazza del parlamento
FELTRINELLI, largo torre argentina, 5
&&&&&&&&&& PUGLIE &&&&&&&&&&
BARI
FELTRINELLI, via melo, 119



sue
 
newsletter

Iscriviti a RadioLondra
la newsletter di Critica

 
libelli

 
network







 
partner





 
home chi siamo cosa facciamo link cerca nel sito
comitato di presidenza onoraria
Mauro Barberis, Piero Bellini, Daniele Garrone, Sergio Lariccia, Pietro Rescigno, Gennaro Sasso, Carlo Augusto Viano, Gustavo Zagrebelsky.

* Hanno fatto parte del Comitato di Presidenza Onoraria: Norberto Bobbio (Presidente), Vittorio Foa, Alessandro Galante Garrone, Giancarlo Lunati, Italo Mereu, Federico Orlando, Claudio Pavone, Alessandro Pizzorusso, Stefano Rodotà, Paolo Sylos Labini. Ne ha fatto parte anche Alessandro Roncaglia, dal 9/2014 al 12/2016.
 
05.02.2018

copia-incolla

Lo spazio dei lettori.
Eventi, segnalazioni, convegni...

per il partito-che-non-c'è (ancora): tutti i commenti 1

autori vari

1 commento

09. ALBERTO BENCIVENGA

PROGETTO PER UN PROGRAMMA ELETTORALE DEI PARTITI E MOVIMENTI DI OPPOSIZIONE AL BERLUSCONISMO La politica del nostro Paese è intossicata da uno scadimento dei normali processi democratici, che si è determinato nel momento in cui una legge elettorale assurda e truffaldina ha consegnato il controllo del potere legislativo nelle mani dell’attuale incompetente capo del partito di maggioranza relativa. Per noi cittadini, riunirci di tanto in tanto nell’ambito di associazioni politico-culturali pur benemerite, come, per esempio, Libertà e Giustizia di Zagrebelsky, per parlare di qualcosa che ci interessa, può essere utile e gratificante da un punto di vista individuale, ma, per quanto riguarda la possibilità di incidere in qualche modo su come legiferare e governare, non c’è dubbio che si tratta di quello che gli inglesi definirebbero un exercise in futility, cioè un qualcosa che ha un’utilità generale del tutto nulla. Il motivo fondamentale perchè il magliaro di Arcore continua a governare questo nostro povero Paese è che la cosiddetta opposizione è una mera armata Brancaleone, completamente incapace di offrire all’elettorato un organico progetto politico per riportare l’Italia nel novero dei Paesi civili. Ecco perchè, invece di riunirci per lamentarci fra noi, dovremmo finalmente proporre all’Opposizione un progetto politico fatto di proposte chiare, utili e comprensibili per tutti allo scopo di attirare l’attenzione di gran parte di quegli elettori che sono sinceramente preoccupati per il futuro dell’Italia, ma non sanno che cosa fare. Chi meglio di associazioni di cittadini motivati come, per esempio, Libertà e Giustizia può fare un’opera del genere? Ho buttato giù alcuni punti che, sono sicuro, motiverebbero questi cittadini preoccupati se fossero contenuti in un MANIFESTO ELETTORALE DELL’OPPOSIZIONE a questi cialtroni che sono oggi al potere, manifesto che proponesse all’elettorato le seguenti iniziative: 1. Il primo impegno da prendere con gli elettori è l’immediata cancellazione di tutte le leggi ad personam imposte per evitare al criminale abituale Berlusconi di essere processato e l’immediata reintroduzione dei reati cancellati dal nostro codice penale perchè da lui ripetutamente commessi (come, per esempio, il falso in bilancio), che tanta ilarità hanno causato perfino nei Paesi africani; 2. Abolizione dell’istituto della prescrizione dei reati e raddoppio delle pene previste dalle leggi se chi ha commesso il reato l’ha fatto mentre ricopriva una carica politica o se la ricopre al momento dell’incriminazione, in modo da creare l’interesse in chi sa di essere un malfattore a rimanere lontano dalla politica [il mio professore di storia e filosofia al liceo continuava a ripeterci che una legge, per essere buona, deve creare l’interesse ad essere obbedita]; 3. Lasciare piena libertà all’Autorità Giudiziaria e agli investigatori di servirsi delle intercettazioni telefoniche e ambientali nel corso di indagini e proteggere cittadini occasionalmente intercettati, ma con un’eccezione che permetta a qualsiasi cittadino di intercettare liberamente colloqui di politici e boiardi di stato e pubblicarli dove e quando vuole. Addirittura, per rendere la vita della criminalità organizzata difficile, si potrebbero obbligare le compagnie telefoniche a registrare tutto il traffico telefonico, proteggendo questi dati con un programma informatico che permetta l’accesso alle registrazioni solo alle autorità a ciò sanzionate dalla legge. 4. Introdurre per qualsiasi pubblico dipendente, ivi compresi i membri di assemblee elettive, un giuramento di fedeltà alla Costituzione e di impegno ad esercitare la propria attività sempre col preciso scopo di servire il cittadino e rendergli la vita il più facile possibile. Questo farebbe sì che il funzionario che perde una pratica o la trascura danneggiando gli interessi di un cittadino, riceverà dal suo capo ufficio il solito rimbrotto scritto che lascia il tempo che trova, ma sarà contemporaneamente incriminato dall’Autorità Giudiziaria per aver infranto un solenne giuramento, reato per cui la Legge deve prevedere severe pene detentive. Garantisco che con questa legge anche in Italia gli uffici pubblici avrebbero l’efficienza di quelli tedeschi e di quelli kenyani e, per esempio, con questa legge, sarebbe stato possibile perseguire chi ha permesso a Berlusconi di candidarsi al Parlamento, mentre una legge che, viceversa, non commina sanzioni, viene disattesa ogni volta che questo fa comodo! Pur non ricoprendo alcun ruolo politico, io dovetti fare questo tipo di giuramento quando fui nominato assistente scientifico nei ruoli della Clinica Chirurgica dell’Università di Tubinga e molto probabilmente questo giuramento è una delle ragioni dell’ottimo funzionamento dei servizi sanitari tedeschi. 5. Codificare per legge il funzionamento dei partiti e movimenti politici in modo da evitare in futuro il ripetersi di formazioni populistiche al servizio di determinati personaggi e dire che qualunque partito deve articolarsi su sezioni o club periferici i cui iscritti eleggono i loro consigli direttivi; questi consigli direttivi sezionali eleggeranno i consigli direttivi cittadini e provinciali; i consigli provinciali eleggeranno i consigli direttivi regionali e quelli regionali eleggeranno il consiglio direttivo nazionale che sceglierà il capo del partito, magari facendolo riconfermare da un referendum tra gli iscritti al partito stesso. In questo modo i partiti ridiventeranno i portatori delle istanze degli iscritti e cesseranno di essere feudi personali di figuri, spesso, di sospetta reputazione (inutile esemplificare con nomi che tutti sanno fare!). Si potrebbe andare avanti con tanti altri esempi di proposte analoghe che sicuramente convincerebbero qualsiasi serio elettore. Poi, seguendo la mania del magliaro di Arcore di riformare la Costituzione, si potrebbe volgere l’attenzione a certe riforme di cui la nostra Costituzione ha veramente un urgente bisogno, non perchè carente o mal fatta, ma perchè fu scritta da gentiluomini totalmente incapaci di ipotizzare che nel futuro il potere sarebbe caduto nelle mani di cialtroni come quelli che governano l’Italia di oggi. Io ho insegnato chirurgia e non legge all’Università per circa mezzo secolo, in due Paesi europei (Germania e Svizzera) e due Paesi africani (Somalia, quando quella terra era una specie di paradiso terrestre e, ultimamente, dal 1975 al 2006, Kenya). Bene, per ben tre volte sono stato pregato dai Colleghi della Facoltà di Legge, di fare una lezione ai loro studenti sulla Costituzione italiana che, insieme con quella tedesca, è ritenuta una costituzione ideale, avendo come titolo soltanto la mia nazionalità! Tanto perchè qualcuno dice che la nostra Costituzione ha bisogno di essere riformata! 6. Per ovvi motivi di democrazia rappresentativa, la Carta costituzionale può essere cambiata solo e soltanto da un’apposita assemblea costituente eletta col sistema proporzionale puro e mai da assemblee scelte con leggi elettorali che prevedano un premio di maggioranza. 7. La negazione alla richiesta da parte dell’Autorità Giudiziaria dell’autorizzazione a procedere contro un deputato o un senatore non può essere data dalla camera di appartenenza dell’accusato, ma da un’autorità terza, indipendente e, sicuramente, non partitica, per esempio dalla Corte Costituzionale o dal Collegio Nazionale dei professori ordinari di diritto costituzionale. La legge che impediva l’arresto di un parlamentare, storicamente, fu scritta per evitare che il regnante potesse influenzare l’esito di una votazione del Parlamento facendo tempestivamente arrestare qualche deputato. A parte il fatto che ora questo rischio non esiste più, è possibile costruire delle celle nei palazzi del Senato e del Parlamento, dove imprigionare il senatore o il deputato colpito da mandato di arresto, senza con ciò impedire agli arrestati la possibilità di partecipare ai lavori delle rispettive assemblee. 8. La sostituzione di giudici costituzionali decaduti deve poter avvenire senza alcuna possibilità di interferenza da parte del sistema dei partiti, affinchè sia preservata nel tempo la cultura, la mentalità ed il modo di pensare originario della Corte, adottando, per esempio, un sistema in cui, per esempio, il Collegio Nazionale dei Professori ordinari di diritto costituzionale nelle università dello Stato prepari una vasta rosa di candidati per ogni posto libero, tra i quali i giudici in carica possano cooptare la persona da nominare. Altrimenti, una maggioranza poco onesta, potrebbe avere il tempo di stravolgere il modo di pensare e la cultura giuridica della Corte. 9. Occorre abolire il quorum che annulla i referendum allo scopo di creare negli elettori consapevoli e maturi l’interesse ad andare a votare. Chi non ha questo interesse, non ha alcun diritto a sabotare la decisione popolare rendendola inefficace con un meccanismo meramente procedurale. 10. Per prevenire i problemi che i nostri figli e nipoti avranno, quando ci saranno importanti percentuali di musulmani fra la cittadinanza, è necessario che si faccia, fin da ora, cioè in un tempo non sospetto, una legge che definisca reato penale qualsiasi tentativo di esponenti religiosi di influenzare i processi legislativi del Parlamento. Per comprendere i motivi di questa proposta occorre ricordare che, mentre nel Cristianesimo Dio si manifesta all’umanità mediante la rivelazione, nell’Islam la manifestazione di Dio avviene mediante la felicità e il benessere della umma (comunità), per cui nel mondo islamico è difficilissimo distinguere i rapporti fra stato e religione con un sano laicismo, come Kemal Ataturk ebbe a sperimentare nella sua opera di modernizzazione della Turchia. Faccio un banale esempio: a Shiraz, Iran, veniva prodotto uno splendido vino bianco per secoli ed ora gli ahiatollah che governano la teocrazia iraniano hanno fatto tagliare quei secolari vigneti per motivi religiosi! D’accordo, con questa legge saremmo costretti oggi a processare qualche cardinale, ma eviteremmo ai nostri figli e nipoti giganteschi problemi! 11. Forse sarebbe utile almeno sperimentare un sistema elettorale in cui si vota solo per i consigli comunali, per poi lasciare che i consigli comunali di una regione eleggano fra loro i consiglieri regionali e questi passino ad eleggere i deputati, lasciando che i senatori siano eletti, come un tempo, in collegi uninominali. Questo esperimento che permetterebbe un sano controllo delle candidature da parte della base potrebbe sostituire l’insulso sistema di quella parodia di democrazia che oggi chiamiamo elezioni primarie. Questa forma di elezione dei dirigenti dei partiti va abolita perchè nessuno vieta a Berlusconi di mandare i suoi tirapiedi a votare alle primarie del Partito Democratico per far eleggere dirigenti su cui lui pensa di avere un ascendente. (A questo proposito credo che sia bene ricordare che in Olanda hanno una legge elettorale simile alla nostra, senza voto di preferenza, ma lì, le liste dei candidati vengono compilate dopo elezioni a voto segreto nell’ambito di ciascun partito, in cui votano solo gli iscritti al partito, regolarmente tesserati; il che costituisce un’enorme differenza col nostro sistema in cui il capo del partito compila le liste dei candidati per assicurare l’elezione a determinati tirapiedi!). 12. Nessun partito può essere ufficialmente riconosciuto e partecipare ad elezione di qualsiasi livello senza un’attestazione notarile attestante che tutti i nomi che occupano cariche del partito e che appaiono nelle liste elettorali sono stati scelti mediante elezioni a scrutinio segreto in cui hanno votato solo cittadini tesserati del partito stesso. Con questo sistema si eviterebbe un nuovo scandalo Berlusconi e l’elezione di donnette ed omuncoli tipo Garfagna, Minetti o Ghedini, tanto per esemplificare con nomi che tutti conoscono. 13. Qualcosa va pure fatto per sostituire al deleterio principio della priorità della politica col principio della priorità della competenza. Berlusconi ha creato la moda di criticare la Magistratura e una massa di idioti, confondendo fischi per fiaschi, pensano che si riferisca a quelle malfunzioni che sono alla base dei ritardi nei procedimenti. Ora, siccome questi ritardi sono dovuti a procedure bizantine, incarichiamo il collegio dei giudici in servizio, cioè le persone che ogni giorno debbono sbattere la loro testa contro le scemenze che riempiono gli attuali codici di procedura, eventualmente con la consulenza e l’aiuto del collegio dei professori ordinari di procedura civile e penale nelle nostre università e da membri della professione forense, di preparare l’apposito disegno di legge necessario a sveltire i processi per passarlo ai presidenti della Camera dei Deputati e del Senato, perchè lo facciano approvare e lo trasformino in Legge dello Stato. Andando di palo in frasca, facciamo in modo che sia il collegio dei professori ordinari di scienza delle costruzioni, di sismologia e di ingegneria del traffico a consigliare se il ponte sullo stretto di Messina è utile e fattibile o no, perché se lasciamo la decisione a incompetenti politici, questi saranno motivati soltanto dalle mazzette che si aspettano di incassare da chi farà i lavori, non da fattuali considerazioni scientifico-pratiche! Lo stesso si può dire delle nomine dei giornalisti della radiotelevisione statale, che dovrebbero essere scelti dal collegio dei professori ordinari nelle facoltà di giornalismo in collaborazione con rappresentanti dell’Ordine dei Giornalisti. Non mi azzardo a fare proposte in campo economico perchè consapevole della mia abissale incompetenza in materia, ma so perfettamente che esistono fior di competenti nell’Opposizione, capaci di farle, però, vorrei chiudere questo abbozzo di progetto, con un’ulteriore proposta per le nostre università che ritengo sia urgente e indifferibile, dati i noti e generalizzati scandali di nepotismo e clientelismo nell’attribuzione di cattedre e, nell’ambito della medicina, di primariati. Che cosa costerebbe una legge tassativa che dicesse: “Commissari a concorsi per cattedre universitarie e primariati possono essere solo professori ordinari della materia a concorso, purchè non siano cittadini italiani e non insegnino in università italiane”? Tanti anni fa, quando ero in Germania, fui inviato dal mio Direttore in Finlandia e passai, insieme con un altro Collega, del tempo nella Clinica chirurgica dell’Università di Helsinki per apprendere una nuova ed eccellente via d’accesso messa a punto dal Prof. Seiro per l’esecuzione dell’operazione di simpaticectomia lombare e, parlando con i Colleghi di lì, appresi come i finlandesi avessero appena risolto brillantemente problemi delle loro università, identici a quelli che oggi avvelenano le nostre, con una legge del genere che dette risultati perfetti e immediati!

PROF. DR. ALBERTO BENCIVENGA MEDICO-CHIRURGO (ROMA) PHD (BRENT.) SPECIALISTA IN CHIRURGIA GENERALE (FIRENZE) SPECIALISTA IN CHIRURGIA ADDOMINALE (FIRENZE) SPECIALISTA IN UROLOGIA (FIRENZE) FACHARZT FÜR CHIRURGIE (TÜBINGEN) FELLOW, COLLEGE OF SURGEONS (ECSA) INDIVIDUAL MEMBER, AO INTERNATIONAL PROFESSORE EMERITO DI CHIRURGIA GENERALE, UNIVERSITÀ NAZIONALE DELLA SOMALIA PROFESSORE EMERITO DI CHIRURGIA ORTOPEDICA, UNIVERSITÀ DI NAIROBI HONORARY CONSULTANT ORTHOPAEDIC SURGEON, THE AGA KHAN UNIVERSITY HOSPITAL, NAIROBI VIA GIUSTINO DE’ JACOBIS, 8 00154 ROMA Tel./Fax: 065124436, Cell.: 3312347959 Email: albnv@libero.it; albnv@web.de

 

08. MAURIZIO GIANCOLA

Il partito che non c'è (l'"ancora" non mi interessa poichè una cosa c'è o non c'è oggi mentre per quanto attiene al futuro non so leggere i tarocchi o i fondi di caffè) mi ricorda l'isola che non c'è della bellissima fiaba di Peter Pan, da cui Walt Disney trasse un film ugualmente bello che mi affascinò quando ero bambino. Ma si trattava, appunto, di una fiaba e di un film. Nella realtà invece persone dotate di cultura politica, che vagheggiano una formazione politica al momento inesistente, di regola si riuniscono da qualche parte e la fondano. Almeno mi sembra che sia andata sempre così. Qui invece si apre l'ennesimo dibattito culturale come se il mondo liberale, anche quello dell'ultra minoritaria sinistra liberale italiana, non avesse alle proprie spalle decenni di dibattiti molto belli, ma quasi sempre inutili. Anch'io ovviamente avverto l'assenza e di conseguenza l'esigenza di un'area laica, fondata sulle culture e sulle tradizioni politiche del socialismo democratico e del liberalismo riformatore non liberista. Che poi io declini da tempo questa esigenza in termini socialdemocratici piuttosto che liberaldemocratici è altra questione che non voglio affrontare ora. Quest'area è stata duramente marginalizzata dal '94 in poi, anche se va riconosciuto che poco ha fatto per contrastare efficacemente questo processo. Ora è pressochè ininfluente, ma non è assente. Pur con tutti i suoi limiti, numerici e politici, esiste il piccolo PSI di Nencini. Esiste un insieme di realtà associative di cultura e ispirazione socialista che operano perchè la tradizione socialista non scompaia e neppure si snaturi per eccessi di moderatismo blairiano o neo-centrista. Esiste Alleanza Lib-Lab e al riguardo mi domando, e domando, perchè i fautori del partito che non c'è abbiano trascurato l'associazione che invece c'è. In ogni caso avverto che anche nel mondo liberaldemocratico sono presenti sensibiltà e timori identitari simili a quelli di una parte del mondo socialista, spesso ma non sempre esterna al PSI. Si potrebbe anche trarne la conseguenza ultima: i liberali con i liberali, i socialisti con i socialisti. Ma penso che nella situazione attuale sia un lusso che non possiamo permetterci. Una riflessione però è d'obbligo. Al di là di come proseguiranno i rapporti fra PSI e Alleanza Lib-Lab, se il primo crolla e scompare sia i socialisti sia i liberali saranno costretti a sopravvivere fra articoli e convegni, scordando ogni possibilità di autentica azione politica.

 

07.SIMONE IOCCA

Sono uno studente di storia, in passato ho lavorato come centralinista di call-center e come agente immobiliare (sempre con contratto a termine o in nero). Seguo da tempo la fondazione ed ho letto della proposta di una road-map per il partito che ancora non c'è. Negli anni passati ho collaborato con diversi partiti del centro-sinistra a vario titolo, attualmente non ho nessuna tessera d'iscrizione, sono appassionato di politica e vicende politiche sia a livello storico che pratico e vorrei dare il mio modesto contributo come parte di quella società civile e di quel mondo giovanile da cui la politica si è così tanto allontanata.
Di seguito riporto alcune mie osservazioni e proposte divise per argomento che, ritengo, un partito di sinistra liberale dovrebbe tenere presenti:
FORMA PARTITO
Sia con l'attuale legge elettorale sia con un ritorno alla precedente, un eventuale partito della sinistra liberale non avrebbe la possibilità di raggiunge ampia visibilità. Credo quindi che la strada maestra da seguire sia quella di un'altra formazione politica (anche essa di ispirazione liberale seppure su altri binari) che, pur essendo piccola in termini di voti, è sempre stata rappresentata : i Radicali.
Essi dispongono di un loro partito indipendente in tutto e per tutto dagli altri ma, consci della difficoltà di superare gli sbarramenti che le ultime leggi elettorali impongono, essi non hanno esitato a stringere accordi con partiti più grandi, facendo eleggere loro rappresentanti sotto altri simboli. Insomma : tribuna parlamentare garantita sotto una bandiera di un altro partito in cambio del direttamento del pacchetto di voti della formazione più piccola.
Può sembrare un imbastardimento dell'idea di un partito nuovo ma io credo sia inevitabile (almeno nelle elezioni con sbarramenti) per evitare di diventare come le miriadi di formazioni della sinistra radicale : una galassia di partiti ognuno con lo 0,X % di voti che non hanno rappresentanti e che resteranno una curiosità per appassionati del genere.
In questo senso io credo che stabilire un rapporto in tal senso col Pd sarebbe inutile, data la fortissima presenza filo-clericale e filo-confindustriale in quel partito. Realisticamente l'unica formazione che potrebbe offrire una concreta sponda elettorale è il partito di Vendola, in cui un partito della sinistra liberale NON deve confluire ma può stabilire un rapporto per alcune elezioni.
Questo NON significa rinunicare all'azione politica propria ma riguarda un mero discorso elettorale : a livello di iniziative politiche il simbolo ed il nome del partito della sinistra liberale deve essere ben presente con le sue proposte.
A livello locale si può pensare ad un patto d'azione con forze ideologicamente a noi vicine e relativamente slegate dalla "casta", quali il Partito Umanista, il movimento RadicalSocialista e persino il Partito Socialista (in cui mentre la maggioranza è orientata ad un accordo col Pd a vari livelli, c'è una cospicua minoranza dalle proposte più di sinistra).
Occorre che il partito ottimizzi le sue forze, che all'inizio saranno contenute : dobbiamo ipotizzare la presenza di ben poche sedi sul territorio e per questo dobbiamo poter contare su di un corpo militante fisso che non si tiri indietro se c'è da partecipare ad un'iniziativa, che si tratti di scendere in piazza con le bandiere o di affiggere dei manifesti. Esemplare è il caso di Grillo, il cui movimento di fatto non ha circoli nel senso storico del termine ma crea luoghi d'incontro su internet, che sono gratis ed accessibili sempre : i suoi militanti si incontrano per le iniziative.
A tal proposito, una formazione di sinistra liberale non attirerebbe alle sue iniziative un numero apprezzabile di persone tramite il mero attacchinaggio di manifesti : la spesa e lo sforzo militante non verrebbero ricompensati. Molto meglio usare la rete e le sue risorse per fare pubblicità mirata e gratis delle iniziative, lasciando volantini e manifesti solo per pubblicizzare le campagne militanti più importanti (raccolta firme, referendum e via).
LAVORO
Tutte le persone che conosco sotto i 35 anni sono precari, studenti o lavoratori in nero. Tutte o quasi, le eccezioni sono pochissime. Il problema c'è e non si può lasciarlo solo alla sinistra radicale. Qui non parliamo di socialismo ma di garanzia di un futuro dignitoso : in Europa esistono leggi che regolano questi meccanismi, in Italia la precarietà del lavoro diventa precarietà del proprio futuro, creando non solo un malessere eticamente inaccettabile ma anche una flessione dei consumi (chi non ha certezza del suo guadagno è ovvio che, anche avendo disponibilità, non spende). Questo ovviamente crea un effetto domino che danneggia l'intera economia.
Ecco quindi che occorre regolamentare la flessibilità, prendendo esempio dal nord Europa. Occorre che lo stato si faccia garante di regolarizzare i "lavoratori atipici" con due sistemi : il sussidio temporaneo e le agenzie di riassegnazione.
Il sussidio deve durare almeno tre mesi ed iniziare subito appena il lavoratore "flessibile" perde il suo lavoro. L'agenzia (pubblica e gratuita) deve fungere da moderno collocamento e riassegnare il lavoratore ad un altra funzione nel più breve tempo possibile, in base alle sue passate esperienze ed ai suoi studi. In questo caso si può parlare di "flessibilità", con aziende che possono "intercambiare" i lavoratori secondo la necessità.
Altro punto importante da ribadire è un netto freno allo strapotere contrattuale delle grandi industrie (esemplare il caso della Fiat), che stanno erodendo pian piano anni ed anni di conquiste sindacali con contropartite spesso insufficenti (lo spettro della delocalizzazione tornerà presto a farsi sentire, pensare il contrario sarebbe utopico). Un partito della sinistra liberale deve pensare che, nel caso di grandi industrie, il posto fisso deve essere garantito e che determinati diritti inalienabili del lavoratore devono essere preservati.
In tal senso, il partito non può e non deve sottrarsi alla presenza dei suoi militanti nel sindacato. Dato che la Cgil è feudo del Pd (con aree interne che fanno capo a Vendola o a Rifondazione), la Cisl fa discorso a parte per la sua peculiare natura (specie dopo la fine della vecchia Dc) quindi credo che il sindacato di riferimento della sinistra liberale italiana (almeno a livello di militanza) dovrebbe essere la Uil. Sicuramente il partito dovrebbe dotarsi di una commissione sui problemi del lavoro che coordini anche la militanza di quegli iscritti facenti anche parte del sindacato, per massimizzare gli effetti di una strategia di fondo comune.
SCUOLA
Il programma della sinistra liberale deve, senza timore, andare nella direzione di una completa applicazione del diritto costituzione ad un'istruzione libera e pubblica. In tal senso le riforme proposte devono andare a riparare i molti danni prodotti nel corso degli anni dal centro-destra e dai settori più lassisti del centro-sinistra. Nel contesto : indubbiamente immediato taglio o almeno riduzione dei bonus statali alle scuole private, utilizzo dei soldi così risparmiati per finanziare la scuola e l'università pubblica aumentando il numero delle borse di studio e permettendo l'abbassamento delle tasse universitarie almeno per le tre fasce più basse di reddito. Istituire un vasto programma di libri di testo in comodato d'uso per le scuole elementari, medie e superiori, valido per tutti gli studenti provenienti da famiglie poco abbienti.
Altro punto è la ri-organizzazione della rappresentanza studentesca nelle università : gli studenti sono chiamati a votare per diverse organismi di rappresentanza dei quali, spesso, non hanno definite le mansioni. Occorre ridurre il numero di questi organismo ad uno solo, con maggiori poteri : come possiamo criticare il distacco tra la gente e la politica se, fin da giovani, li chiamiamo a votare per piccoli parlamenti dai limitatissimi poteri ? Occorre tornare al principio di "res publica", ovvero "cosa pubblica".
Poichè un partito liberale non è per lo stato etico ma è per lo stato come valore, a partire dalle medie dovrebbe essere obbligatoria un'ora settimanale di SERIA educazione civica, con insegnamento dei valori repubblicani e della Carta Costituzionale Non uno strumento di propaganda politica (anzi dovrebbere essere previste serie pene per gli insegnanti che si macchiassero di strumentalizzazione di tale ora) ma solo l'esposizione dei valori fondandti della nostra repubblica e Costituzione, con esposizioni storiche sulla nascita di tali valori e sulla loro importanza.
PAREGGIO DI BILANCIO
Uno stato che chieda sacrifici ai suoi cittadini deve essere uno stato che si impegna per primo, la sinistra liberale deve farsi quindi promotrice di un concreto abbattimento dei costi della politica in Italia : diminuzione del numero dei parlamentari, dei loro stipendi e dei privilegi economici degli stessi. Altra fonte di introiti è la tassazione completa dei beni ecclesiastici, a partire dall'Ici.
Ma non basta : occorre diminuire drasticamente le spese belliche, delle quaki il paese non ha bisogno e che costano miliardi di euro per il mantenimento di missioni di "pace" di dubbia origine e per l'acquisto di nuovi mezzi bellici.
Altro capitolo importante è il caposaldo della sinistra liberale dal tempo della Rivoluzione Francese : chi ha di più, paghi di più ... l'aumento della tassazione sui redditi alti non deve essere una persecuzione dei ricchi di stampo bolscevico ma la semplice constatazione che, per il bene comune, a nessuno è chiesto di diventare povero per via delle tasse ma, a chi è ricco, è chiesto di contribuire maggiormente.
Deve essere immediatamente ripristinato il falso in bilancio come reato, come parte di una politica volta ad una seria lotta all'evasione fiscala.
Allo stesso tempo va detto subito STOP alle "grandi opere" quali la Tav ed il ponte sullo stretto : inutili e dispendiose, eccezionalmente a rischio di infiltrazione mafiose e dai costi inspiegabilmente molto più elevati rispetto ad altri paesi, per non parlare del rischio salute per le aree da esse interessate.
LAICITA'
Nessun periodo storico italiano è stato più propizio di questo per la battaglia per la laicità : il consenso verso la chiesa Cattolica è molto basso sia a causa degli scandali sessuali, sia per via degli sfarzi della curia (sopportati male in tempi di recessioni) sia per via delle vedute conservatrici dell'ecclesia. Certo la minoranza, perchè tale è, di cattolici ortodossi è assai chiassosa ma questo non può che dare maggior slancio alla battaglia laica.
Il garantire diritti civili alle unioni di persone dello stesso sesso davanti alla legge deve essere un primo passo, ma è importante anche aumentare le pene previste per i reati violenti a sfondo omofobico (in numero preoccupante).
Come si diceva prima : la tassazione completa dei beni ecclesiastici, a partire dall'Ici. Tutti i cittadini sono uguali, anche i preti, e lo stato è laico : sono principi che (voglio ribadire) esistono dalla Rivoluzione Francese.
L'8 per mille, in un'ottica liberale, non dovrebbe essere abolito perchè è una donazione che liberamente il cittadio compie presso un ente privato (poichè per lo stato laico tali sono le chiese) che lo sente rappresentare. Vanno inoltre aumentate le organizzazioni religiose che possono accedere a questa funzione e va resa obbligatoria la pubblicazione delle spese effettuate con i proventi dell'otto per mille.
Non strettamente legato alla laicità ma riguardante il lato peggiore della società "patriarcale" è anche la condizione della donna. Nell'impossibilità di poter entrara nelle teste della gente per sradicare ogni forma di sessismo, un partito di sinistra liberale ha il dovere di produrre iniziative culturali sui diritti delle donne e di proporre un inasprimento delle pene per i reati di stupro, molestia fisica e mobbing a sfondo sessuale. La pena massima prevista per la violenza carnale deve essere innalzata all'ergastolo, sopratutto se effettuata in condizioni aggravanti (se la vittima è molto giovane, è vergine o se la violenza avviene in gruppo).
ECOLOGIA
Il nostro pianeta sta vivendo un momento di grande crisi ambientale : ogni partito dovrebbe dare proposte concrete per la risoluzione di questo problema che ci vede coinvolti tutti.
E' essenziale inserire nel proprio programma un No deciso al nucleare e seri sgravi fiscali per chi decidesse di rendersi energicamente autonomo dotandosi di pannelli solari. Tali sgravi devono essere aumentati e spinti ad una maggiore diffusione : aziende e piccoli paesi oggi possono rendersi dotati di energia pulita ed infinita con una spesa iniziale più che accettabile, con tecnologie già brevettate e basate sui sali, che possono funzionare anche quando il Sole è coperto. Questo poi per tacere dell'immenso patrimonio di energia eolica o derivante dall'acqua che c'è in Italia. L'abbandono di ogni tentativo verso il carbone ed il nucleare e l'inizio di seri investimenti e sgravi fiscali tesi a diffondere il solare, l'eoolico e le altre molte forme di energie pulite.
Allo stesso tempo devono essere aumentate ed inasprite le pene per l'inquinamento industriale : da una parte ci devono essere leggi chiare che indichino la responsabilità penale degli amministratori delle aziende inquinatrici, dall'altra le pene devono essere inasprite.
Si deve finanziare, organizzare e coordinare la nascita di altri centri come il centro Vedelago : il quale raccoglie gli scarti di oltre cento comuni più numerose aziende, li riclica al 95 % e crea, con i materiali cosi ottenuti, manufatti di vario tipo (panchine, tavoli e persino polveri per il cemento)

Queste sono le bozze delle mie proposte, spero di poter essere utile al dibattito per la creazione di questo partito anche ancora non c'è.
Vi saluto

06. MARIO FABRIZIO il 26.09.2011

Bisogna precisare che un partito liberale e progressista, che si collocherà
molto probabilmente nel csx, e cmq nell'eldr-alde e nell'internazionale
liberale, con un ampio progetto politico paneuropeista ed eunomista, già c'è:
si chiama Partito Illuminista Unitario .
Sono 10 anni che ci stiamo lavorando e siamo arrivati a superare gli 83mila
iscritti . Si veda il sito www.illuministi.eu ed il blog http:
//partitoilluministaunitario.blog.tiscali.it .
Io - Mario FABRIZIO - ne sono il presidente onorario e sono\ siamo aperto\i ad istanze che provengono dalla società civile e dal mondo della cultura liberale (Fondazione Critica Liberale compresa) .

05. LUCA BAGATIN il il 23.09.2011

Partiti e partitini liberali ne esistono già. Abbiamo il nostro PRI, poi il PLI ed i radicali. O, meglio, quel che resta delle forze laico-liberali dopo il golpe di Tangentopoli di cui, qui, nessuno sembra parlare.

[partitini, tutta robaccia più che compromessa per anni e anni col regime berlusconiano, tutti traditori della loro tradizione e dei loro valori, destinati a finire nella ricerca affannosa di qualche poltroncina... ombre di partiti già immersi nella corruzione della prima repubblica. e.m.]

04. RICCARDO LANFRANCHI il 23.09.2011

Quella di Vetritto è una analisi veramente lucida che peraltro condivido...a volte le cose che non riusicamo a vedere sono proprio quelle in cui siamo immersi. Trovo anche che fcl abbia fotografato con precisione il disagio di molte persone che come il sottoscritto non riescono a trovare una direzione e
soffrono la mancanza di qualcosa o qualcuno che li rappresenti, tutto ciò porta soltanto ad accentuare l'individualismo e l'immobilià. L'impresa che fcl si pone è ardua e temo che per vedere germogliare i frutti di un nuovo umanesimo si debba attendere una primavera ancora lontana, non posso ambire date le mie modeste competenze ad annoverarmi tra i coltivatori...ma che diamine servirà anche il concime!(come dice De Andrè "dal letame nascono i fiori")...

03. MAURIZIO LAMACCHIA il 23.09.2011

1. Che bello leggere qualcuno che pensa!
2. Come ti ho detto già tante volte, ho sempre pensato che il dramma dei movimenti di liberazione sociale, il loro peccato originale, stava nell'essersi costituiti in opposizione al liberalismo invece che come loro naturali eredi - eredi di un pensiero e di un'esperienza grandiosa di emancipazione dell'uomo
da incorporare e portare al suo naturale e necessario compimento con lo
sviluppo della giustizia sociale.
Perciò, come tu avevi immaginato in anticipo, mi ritrovo in moltissime cose con l'angolo visuale dell'articolo che mi hai mandato.
Condivido pienamente anche l'analisi delle ragioni strutturali della crisi delle sinistre di tutto il mondo.
Condivido di meno il rigetto della socialdemocrazia; ma mi voglio spiegare meglio.
Vogliamo dichiarare superati gli schemi culturali dei partiti socialdemocratici? Sono d'accordo. Perchè dico: meno male che ci sono almeno loro,
a difendere i movimenti per i diritti civili, ma glielo si legge in faccia che non fa parte del loro dna, che assolvono al loro compito con sofferenza per il tempo sprecato a doversi occupare di cose marginali. I ceti medi, il nuovo arcipelago
sociale in cui si è spezzettata la nostra società: sono afasici nei loro confronti, non hanno parole e proposte per una realtà che non riescono a capire. I movimenti referendari, i nuovi movimenti giovanili: arrivano sempre in ritardo e vanno via per primi. La libertà di espressione (qui parlo dell'Italia):  Difendono a parole i giornalisti e i dirigenti televisivi epurati, ma si sente il
loro sospiro di sollievo per l'allontanamento di quanti, ancorchè collocati
nel loro stesso schieramento, non sono allineati alle burocrazie di partito. E non hanno saputo fare un serio sforzo di analisi per formulare proposte adeguate ai radicali cambiamenti planetari che hanno investito le nostre economie.
Se invece vogliamo dire che è superato il modello socialdemocratico, qui sono molto meno d'accordo. Certo, incontra enormi difficoltà a causa dei mutamenti socioeconomici, demografici, ecc. (e soprattutto, in ultima analisi, a causa dei mutati rapporti di forza sociali). Ma devo ancora sentire qualcuno che sappia
dimostrare seriamente che per esempio i "vecchi" sistemi di welfare, a
cominciare dai sistemi pensionistici tanto presi di mira, e i "vecchi" mercati del lavoro fondati sui contratti a tempo indeterminato, siano strutturalmente incompatibili con lo sviluppo economico. Al contrario: perchè sui giornali non si legge mai una seria riflessione sul come mai le società scandinave (e credo che si possa parlare in termini simili anche di altri casi, come quello del Canada) hanno retto meglio di chiunque altro alla catastrofe di questi anni?
La verità è che il modello socialdemocratico è attualmente reso impossibile non da ineluttabili leggi dell'evoluzione economica-tecnologica-demografica-
sociale, ma da umanissime scelte (scelte politiche) che hanno spinto
questi processi in una certa direzione invece che in un'altra. Le politiche neoliberiste di totale deregolamentazione della destra reaganiana e poi della Thatcher hanno determinato quel colossale processo di finanziarizzazione e di globalizzazione malata delle nostre economie, tale che oggi uno smisurato potere sovranazionale e quasi impersonale (cioè, che sfugge di mano coi suoi infernali automatismi agli stessi vertici delle istituzioni finanziarie) paralizza
la libertà di scelta economica dei poteri politici (e con ciò uccide la stessa
democrazia). Una giusta e razionale crescita e allocazione delle risorse economiche reali è impedita nella misura in cui limita la crescita dell'immane massa di niente finanziario che ammorba il pianeta.
Ma "come t'ho fatto così ti distruggo", scelte fatte dai politici sono rovesciabili da altre scelte fatte da altri politici. Non è impossibile cambiare regole e rapporti di forza, nessuna legge di natura impedisce di ridimensionare drasticamente lo spazio e il potere della finanza. Sta qui l'arretratezza dei socialdemocratici (non del modello socialdemocratico), perchè in questa situazione non basta più dire "da oggi giustizia sociale e lavoro sicuro per tutti", ma bisogna anzitutto sapere come si può ristabilire la libertà di scelta rispetto alle imposizioni del potere finanziario: bisogna innanzitutto
convincersi della necessità e della realizzabilità di questo processo, dopo essersi accodati per vent'anni alle politiche neoliberiste; poi studiare e saper ascoltare per elaborare progetti conseguenti (è la parte meno difficile, le proposte sensate in circolazione cominciano a essere parecchie); e infine saperli proporre ai propri elettori.
L'altro lato del problema è l'attacco ai redditi e ai diritti di chi lavora che proviene dalla concorrenza internazionale di chi quei redditi e diritti li tiene ai minimi.

02. PAOLO CHIARIELLO il 19.09.2011:
Tutto condivisibile in pieno, per un vecchio liberale come me, almeno sin dove il testo è leggibile (il testo integrale appare vuoto) ma con due dubbi di non poco conto: il riferimento ai liberali europei; spiace dirlo ma la prova della FDP e del partito Liberldemocratico inglese, giunti al governo con grossi successi elettorali sono state finora fallimentari (soprattutto da un punto di vista liberale!); liberalizzazioni e mercato: ma anche noi della sinistra liberale, cresciuti anche con Hobhouse (ricorre quest'anno il centenario di "Liberalismo"), Dewey, Beveridge ecc. ecc. dobbiamo chinarci - proprio ora e proprio di fronte ai distruttivi fallimenti di queste concezioni - ai dogmi degli ultraliberisti? Vogliamo almeno noi distinguere, con buona pace della BDL, il liberalismo politico dal liberismo?

01. CESARE PREVEDINI il 19.09.2011:
Che commento posso fare, cari amici, DISPERATAMENTE liberali. La chiarezza di questo testo é totale, anche se, obbiettivamente, non è difficile estendere un testo di principi. Io, i miei amici, sopravvissuti ad ogni depressione intellettuale, vorremmo da tempo agire. Chi, come me me, ha avuto "un passato liberale riconoscibile", riceve periodiche sollecitazioni. Ma il liberalismo, chiaro, preciso, di Critica, non é l' unica proposta. E' la proposta che io condivido, ma anche Antonio Martino si dichiara liberale, anche il "nuovo PLI", si dichiara liberale e anche i "liberal-democratici" di vecchi amici, che da anni bordeggiano qua e là, con il solo scopo di mantenere in vita un pragmatismo personale e i liberal-socialisti (o viceversa, con lo stesso scopo?). Quindi, come sempre, il problema é l'operatività e la credibilità. Io, ovviamente, sono d' accordo che la collocazione é nel centro-sinistra. Ma sono anche conscio, come sicuramente Ercolessi, come sicuramente Enzo Marzo, delle immense differenze culturali che sussistono con il gruppo egemone del centro sinistra e sappiamo anche che la coscienza di queste differenze é ricambiata. Ed in più, ogni volta che rifletto sul tema di un Partito Liberale, mi viene da pensare che non troverei sbagliato che tutte le componenti storiche del Liberalismo, vi fossero rappresentate, ivi compreso la destra. In questo senso devo dire che mi colpì, tempo fa, quel ricordo di Malagodi, operato da Critica. A questo proposito mi ha colpito una sera, incontrando Antonio Martino e salutandolo, nel ricordo della GLI, mi disse "già i giovani liberali, che odiavano i vecchi liberali". A parte quell' eccesso, un commento interessante e, come dire, coinvolgente. Ma chi si prende l' iniziativa?

{ Pubblicato il: 27.09.2011 }




Stampa o salva l'articolo in PDF

Argomenti correlati: per il partito-che-non-c'è (ancora) - Un commento


Commento inserito da Andrea Morroni il 04.10.2011:
Brevissimamente: il documento è in larghissima parte condivisibile, anche dalla mia ottica di liberale anomalo. Non credo però che il problema sia quello di stilare un manifesto di partito: i valori cui fa riferimento chi frequenta questo sito (e questi desueti paraggi politici) sono chiari e netti, si tratta solo di metterli su carta. Secondo il mio modo di vedere - mi scuso per la mia prosaicità - il problema più grande è di carattere organizzativo: ciò che può fare davvero la differenza fra un eventuale nuovo "nostro" partito e tutti gli altri partiti, grandi e piccoli, di destra, di sinistra, di sopra e di sotto, nuovi e vecchi, è la creazione di una struttura partitica realmente ed effettivamente democratica. Tutti i partiti italiani (tutti: dal PD al PDL, dai Radicali a Sel, dai Verdi all'IDV, dal PLI a PRI, dal Nuovo Partito d'Azione al PSI, dal Movimento 5 stelle al Partito dei Pirati ecc.) al loro interno non sono democratici: quando va male, sono partiti da passeggio al guinzaglio di un padrone (Berlusconi, ma forse ora neanche tanto più, Grillo, Di Pietro, Vendola, Bossi, ma forse ora neanche tanto più, la premiata ditta Pannella-Bonino ecc. ecc.); quando va bene, sono arene più o meno ampie in cui si scontrano "selvaggiamente" gruppi organizzati di potere (PD, poi PSI, Verdi ecc., in un prossimo futuro, verosimilmente, PDL e Lega,). Se si riuscisse a creare una struttura REALMENTE ed EFFICACEMENTE democratica, utilizzando in modo massiccio le moderne tecnologie (firma digitale e pec per votare telematicamente, ad es.), in modo tale che gli iscritti possano partecipare attivamente, con continuatività ed incisivamente alla vita del partito, a tutti i livelli, e che i capi siano piuttosto dei portavoce, dei coordinatori anziché dei satrapi, si farebbe qualche cosa di veramente rivoluzionario qui in Italia. Una volta messi su carta i valori e creata la struttura, saranno gli iscritti, democraticamente, con il voto, a decidere tutto il resto: programma, alleanze e quant'altro. Nel caso in cui foste interessati alla creazione di un nuovo microbico ed antidemocratico partito, fate pure senza di me; se invece credete che il principio liberale-libertario per cui ogni potere, anche quello che si esercita all'interno di un gruppo organizzato, è potenzialmente un male e va ridotto al minimo indispensabile, e l'altro per cui è bene che, all'intero di un gruppo, fin dove possibile le decisioni siano prese da coloro che poi ne scontano gli effetti (nel nostro caso gli iscritti), se credete, dicevo, che questi due principi debbano trovare piena applicazione non solo nei massimi sistemi della politica, ma anche all'interno di un partito, sarò tra i vostri.