riccardo mastrorillo
Nessun commentoChi preannunciava il colpo di coda del tiranno barricato nel suo fortino è stato amaramente deluso.
Silvio Berlusconi si è dimesso, senza resistenze, come promesso, anche se le sue dimissioni, non erano un atto dovuto.
Credo sia giusto ringraziarlo, ma soprattutto lo dobbiamo ringraziare per una serie di cose che attraverso lui: “cartina tornasole” ci appaiono oggi nella loro drammatica chiarezza.....
Berlusconi, oggettivamente, non è stato sconfitto dalla sinistra, né dal centro, né dai transfughi più o meno eccellenti che lo hanno nel corso di un anno abbandonato.... No, è stato costretto alle dimissioni dal ricatto delle cancellerie europee, dei mercati e della finanza internazionale.
Il ricatto era semplice: o ti dimetti o facciamo fallire l'Itala: si è dimesso.....
Chi nella sinistra esulta, credendo in una vittoria, ha solo l'illusione di aver avuto un ruolo, quando in realtà ha svolto, a mala pena, la comparsa, in questa rivoluzione che ha forte il sapore acre del peggior gattopardismo italiano.
E' da un anno che si tentava in ogni modo di eliminarlo, prima con la mozione di sfiducia del 14 dicembre, miseramente fallita in un epilogo da farsa, poi con le inchieste giudiziarie, infine .... si è riusciti ad abbatterlo solo con quell'arma, che lui con perizia sembrava saper usare: la finanza.
Sia di monito ai postmarxisti che aborrono il neoliberismo: senza il neoliberismo, solo il Padre Eterno avrebbe potuto liberarci di Berlusconi. Non si può, da un lato giustamente, criticare questa degenerazione del mercato e dall’altro plaudirne gli effetti, quando sembra ci facciano comodo. Ancora una volta l’Italia ha subito l’invasione straniera per risolvere un conflitto interno che non ha saputo dirimere.
E' un anno che un terzo della popolazione e un terzo dei politici ambivano ogni due mesi alle imminenti salvifiche elezioni.... aih quale delusione avrebbero avuto costoro quando, avverate le loro agognate previsioni, avrebbero scoperto che Berlusconi avrebbe rivinto di nuovo, magari senza maggioranza al Senato. Ma sappiamo bene che, come accadde nel 1994 e come è accaduto fino ad oggi, in un modo o nell'altro l’avrebbe poi recuperata....
Ed ecco ancora nel momento della verità la sinistra intera accettare un governo il cui programma è, evidentemente, e non può essere altrimenti, la lettera che Silvio Berlusconi ha scritto all'Europa..... cosa è cambiato? Possibile che basti cambiare il governo e le inique proposte diventano miracolosamente ineluttabili necessità per il bene del paese? Governo tecnico, governo di discontinuità, governo di scopo..... forse l'unico scopo è governare.
Credo che la giusta definizione e il giusto programma di questo governo dovrebbe essere la deberlusconizzazione del paese: un periodo di transizione in cui tutti i politici Berlusconizzati si facciano da parte per far rinascere una nuova Italia.
La prima cosa da fare sarebbe ringraziare Berlusconi: lo devono ringraziare i vari professionisti dell'antiberlusconismo, che senza di lui non avrebbero scritto nemmeno sui giornalini di quartiere: lo devono ringraziare i leaders del centrosinistra, che le poche volte che hanno fatto finta di essere uniti, lo hanno fatto per sconfiggere Berlusconi e non ci sono mai riusciti del tutto; anzi la sinistra italiana lo deve ringraziare perché le uniche due volte che ha governato il paese in tutta la storia repubblicana lo ha fatto solo perché si era coalizzata con tutto ciò che era contro Berlusconi e quest’ultimo non era riuscito di mettere insieme tutta la destra.
L’ultimo ringraziamento lo devono fare i politici, perché ancora una volta, mentre il PD poneva il veto su Letta, Berlsuconi proponeva di evitare Ministri politici.
Mi chiedo dunque ma questo paese, una volta deberlusconizzato, potrà mai votare un governo di sinistra?
Non ho apprezzato le parole del Capogruppo PD in aula sabato: io avrei dato atto a Berlusconi della sua serietà, postuma, ritardataria ma comunque presente: si è andato a dimettere, anche se alla fine il Parlamento non gli ha mai negato la fiducia. Nemmeno commento la gestualità di Di Pietro.
Trovo ridicole tutte le considerazioni sulla democrazia e sul voto popolare, il nostro ordinamento è una democrazia parlamentare, i parlamentari sono eletti senza vincolo di mandato e soprattutto, non è un sistema bipolare, c'è solo un meccanismo di premio di maggioranza, la sbandierata indicazione del premier sulla scheda infatti è una falsità costruita su un artifizio legislativo, tipico della cialtroneria italiana. (La coalizione indica il capo della coalizione, non il candidato a Premier, il quale, per la nostra Costituzione è scelto, ancora, dal Presidente della Repubblica)
I parlamentari sono stati eletti e a loro spetta la decisione se garantire la fiducia e a chi..... non commento sul come siano stati eletti: non è nella mia disponibilità cambiare quella legge, ma è nella mia disponibilità anzi un dovere, essere leale con la nostra Costituzione. Chi insiste sulla indispensabilità di un ricorso alle urne, lo fa per mero interesse di parte: una cosa è auspicarlo, perché sia fatta chiarezza, altro è pretenderlo in nome della democrazia. La democrazia prevede che se il parlamento vota la fiducia ad un governo, quello è legittimato in maniera assolutamente democratica a governare.
Poi gli elettori potranno decidere se i partiti hanno fatto bene o male a garantirgli la fiducia.... e se questo dovesse accadere alla scadenza della legislatura non ci vedrei nulla di male, l'unica pratica sconveniente (sul piano istituzionale) nella storia repubblicana è stata proprio lo scioglimento anticipato delle Camere, che non ha mai prodotto alcuna modifica sostanziale degli equilibri politici, a parte quando avvenne dopo la nascita del PD, per mano dell’ineffabile Veltroni…
Oggi è il momento di rimboccarsi le maniche e ricostruire l’Italia, ma forse è anche il momento di costruire un’Europa, che non sia la moneta e gli interessi delle banche, ma che sia un’unione politica vera e responsabile, che assuma le necessarie iniziative per contrastare, con regole e norme trasparenti, la degenerazione del “mercato”, riportando il potere nelle sedi democratiche: Parlamento e Governo Europei.
{ Pubblicato il: 19.11.2011 }