e un professore è eletto al Parlamento, prende l'aspettativa e non fa più il professore. Se un chirurgo è eletto, non fa più il chirurgo: non ne avrebbe il tempo né la disponibilità. Se un farmacista è eletto, non sta più dietro il banco. Se un ricercatore è eletto, come fa a continuare la ricerca? Ghedini e Pecorella, avvocati, sono stati eletti, ma continuano a fare gli avvocati. E lo fanno professionalmente: sono retribuiti dai clienti, come essi stessi hanno dimostrato. Con guadagno doppio cioè per lo stesso periodo di tempo. Evidentemente,  e non può essere altrimenti, trascurano l'attività di parlamentare.  Se si vuol fare il deputato e rappresentare con totale dedizione e cura gli interessi pubblici del popolo, si faccia il deputato. Se si vuol fare l'avvocato e curare i propri interessi privati e quelli dei clienti, si faccia l'avvocato. Forse le norme non lo vietano, ma svolgere contemporaneamente entrambe le attività, cioè servire due padroni,  offende l'etica pubblica e privata e nega l'impegno totale con cui deve realizzarsi il munus publicum. Chi è che deve occuparsi di eliminare quest'altra anomalia? Il Presidente della Camera? La Giunta per il Regolamento o qualche altra Giunta? L'importante è che si metta fine a questa altra palese assurdità.

{ Pubblicato il: 01.04.2011 }