giovanni la torre
Nessun commentoTREMONTI NEWS N. 28
Riprendiamo il racconto cronologicamente. La trasmissione di Santoro è l’occasione per il ministro genio di recitare altri suoi slogan preferiti, anche se molte volte a sproposito come quello declamato dopo un servizio sugli immigrati: “il confronto è tra masse continentali. Non stiamo parlando di un paese, stiamo parlando di un’estensione vastissima …”. Lo spostamento di migliaia di persone apre “un confronto” per Tremonti. Ma quale “confronto” signor ministro? Quei poveracci cercano solo un’esistenza migliore. Ma lui doveva usare quel termine perché gli consentiva di richiamare un suo slogan che gli deve essere piaciuto tanto, quello che recitava “ora la competizione è tra blocchi continentali” - del quale abbiamo dimostrato l’assoluta infondatezza analitica e storica nella T. news n. 11 - anche a costo di dire qualcosa di posticcio che non c’entra nulla con il contesto della discussione. Ma non si ferma qui, perché immediatamente dopo collega quei fenomeni a un altro che pure gli sta molto a cuore e cioè dell’eccesiva velocità con la quale è stato aperto il mercato mondiale: “la globalizzazione e il mercato potevano essere fatti più lunghi, più lenti, tutto è stato sincopato e concentrato in base a una follia di cui adesso vediamo i costi. Lo stesso processo poteva essere più lungo e più saggio”. Vedete, usa lo stesso concetto che normalmente adotta per lamentare l’acquisita eccessiva presenza della Cina nell’economia mondiale per questa questione degli immigrati e delle rivolte in Nord Africa per i quali non c’entra assolutamente nulla. Evidentemente gli piace molto e allora lo usa anche dove non è pertinente. E poi cosa voleva dire? Che quei poveracci dovevano restare sottomessi? Non si sa proprio cosa pensare. Con l’andare avanti della puntata pare proprio che sia questa l’opinione di Tremonti, infatti prosegue: “Tutto è stato accelerato, compresso, esploso in 20 anni ed è un tempo minimo ma per noi fatale, fondamentale, se facciamo errori. Quello che sta succedendo in Nord Africa è dintorni non si è mai visto nella storia (poteva mancare? Nooo!). Sono tutti giovanissimi, molti sono capaci di usare internet e quindi sono molto educati: è l’avvento delle masse, appaiono le masse nella storia. Da quanto tempo? Forse dai primi del 900 non si vedevano l’arrivo di masse …” e qui mi devo fermare un attimo per segnalare che Tremonti ne La Paura e la Speranza sostiene invece che uno dei motivi del declino della sinistra sta proprio nel fatto che questo schieramento crede ancora nel ruolo politico delle masse. Non voglio discutere questo concetto, l’ho segnalato solo come ulteriore esempio dell’estrema “libertà” con cui il Nostro espone i suoi “concetti” e grazie alla quale dice tutto e il contrario di tutto. Riprendiamo “… con nelle masse le giovani donne che non accettano il destino consegnato loro da secoli, con enormi possibilità, perché può essere che la tecnologia, internet, generano benessere, nuovo lavoro, tutto quello che ci auguriamo. Può essere il dividendo, l’utile della democrazia”. E qui sembra che il discorso di Tremonti stia prendendo una piega benevolente, ma non illudiamoci. Non solo. Nel prosieguo del discorso emerge una caratteristica del cosiddetto pensiero di Tremonti, di cui vi è ampia traccia nei suoi libri, e cioè il cominciare con alti concetti sui massimi sistemi e poi virare verso temi più angusti e prosaici, molte volte riguardanti addirittura il cortile di casa: è uno strabismo pressappochista e minimalista che crea nervosismo in chi legge veramente i suoi libri. Egli riparte da De Bortoli il quale aveva detto che la rivolta maghrebina non è antioccidentale e dice “anzi non è islamica nel senso del fondamentalismo, però io vi faccio alcuni esempi, poi magari potete dire che sono sballati (vivaddio, è lui stesso che lo dice!). Primo: un milione di italiani come turisti andavano in Egitto, non credo che la stessa quantità ci sia quest’anno. Immaginate che disperazione può creare in quelle “famigliette” (sic!) che lavoravano sul turismo in Egitto. Può essere che qualcuno disperato reagisca dalla parte sbagliata (cioè sta dicendo che qualcuno diventerà terrorista perché la sua “famiglietta” non ha più i turisti italiani. Signori ci rendiamo conto?) Secondo. Enormi capitali fanno capo a Fondi, Fondi Sovrani, che sono di Stati più o meno inventati (???). Se vince una rivoluzione che dice ‘i nostri capitali non devono più stare a Wall Street, devono stare qua’, destabilizzi lievemente il mondo (Santoro: Quindi?) … che abbiamo rappresentato. Un’altra ipotesi: Noi abbiamo l’idea di conflitto (Santoro: speriamo che Gheddafi arrivi a Bengasi?) … ma lasci stare Gheddafi che é un altro punto (Santoro: ma qual è la conclusione del suo ragionamento?) secondo me uno deve cercare, gliela dico io qual è … noi siamo abituati a conflitti tra stati che hanno gli eserciti; le guerre fatte lì sono guerre classiche, convenzionali, ma se anche hai i carri armati e ti arrivano una massa di popolo, cosa fai? Questo rompe i paradigmi dei rapporti internazionali”. Signori avete per caso capito la conclusione? Io spero di aver capito male, ma mi pare proprio che lui stia dicendo, dopo aver quasi dato a intenderci di commuoversi al cospetto di quei giovani e donne, che l’arrivo di quei migranti è come una guerra che però, purtroppo, non può esser combattuta con i “carri armati”. Per favore qualcuno mi dica che sto sbagliando.
{ Pubblicato il: 26.05.2011 }