giovanni la torre
Nessun commentoDobbiamo rinviare la conclusione delle news dedicate alla presenza del super ministro ad Annozero perché urge occuparsi dello scontro in atto tra Berlusca Bunga Bunga (BBB) e Tremonti Genio (TG). Da tempo si parla dei contrasti fra questi due giganti della politica, ma ora i giornali ci dicono che siamo al round finale, e questo perché i sostenitori dell’uno danno la colpa all’altro per il recente salasso elettorale, e viceversa. I sostenitori di Tremonti-Lega danno la colpa a BBB per il tipo di campagna elettorale fatta, i sostenitori di BBB additano TG come colpevole per non aver aperto i cordoni della borsa in questi anni. Come si può notare, lo scontro non riguarda scelte fatte in positivo sulle quali ognuno la può vedere diversamente dall’altro, bensì pura fuffa mediatica in un caso (la campagna elettorale), e un atteggiamento esclusivamente negativo, di freno, nell’altro caso. Questo fatto è emblematico, in quanto evidenzia in modo quasi plastico la cifra di entrambi i personaggi. BBB che viene valutato e giudicato sulla base di come riesce a convincere gli elettori con gli strumenti della comunicazione, TG che viene giudicato per qualcosa fatto in negativo: il blocco del bilancio pubblico. Che a BBB non interessasse nulla del governo è stato subito evidente dopo le elezioni del 2008. “Che se ne occupassero loro” - avrà pensato - “a me basta che mi salvino dai processi e mi lascino organizzare qualche evento pubblico internazionale”. Il vuoto così creato è stato riempito soprattutto da Tremonti e dalla Lega. TG dal canto suo, come dicevamo, è e sarà ricordato solo per aver fatto qualcosa in negativo, il blocco del bilancio pubblico. Di lui non si ricordano, in quasi otto anni di governo, una sola riforma che sia una, un solo atto importante che sia uno, per esempio nel campo fiscale che dovrebbe essere il suo forte. Di lui si ricordano motti di spirito sciocchi e inconcludenti, pseudo teorie e insulti vari. Ma per molti (beati loro!) è e resta un “genio” perché “ha tenuto i conti in ordine”, come ripetono, cioè per aver usato il freno. Ora, a parte che abbiamo già dimostrato (T. news n. 3) che fosse stato per Tremonti e il suo capo avremmo fatto già la fine della Grecia, dato che tutte le volte che sono andati al governo negli anni passati hanno dissipato gli avanzi primari dei governi di centro sinistra, e dato che l’unica volta che l’Italia ha subito la procedura per deficit eccessivo è stato per il bilancio 2005 della bella coppia BBB-TG; a parte inoltre che la conversione al rigore del Genio è semplicemente dovuta al fatto che la Merkel e la BCE gli hanno puntato la pistola alla tempia appena è scoppiata la crisi. A parte tutto questo, il merito consisterebbe sempre in qualcosa di negativo, il non muoversi affatto, ma non in qualcosa di positivo, per aver fatto qualcosa. Ma questo molto probabilmente non è casuale perché forse TG non è capace non solo di attuare, ma neanche solo di concepire un disegno organico di sviluppo, una Grande Riforma; lui non ha mai elaborato un piano sia pure teorico. Il massimo della sua ambizione, che ci pare si possa decifrare dai suoi comportamenti più frequenti, come di quelli della Lega, sembra essere quella di far diventare l’Italia come il Canton Ticino. Che il nostro paese, nonostante tutto, sia ancora una media potenza è un fatto di cui non sa che farsene, che nel campo artistico e culturale svolgiamo ancora un ruolo importante nel mondo gli dà solo fastidio. Segno di questo atteggiamento è non solo l’ormai storica battuta “la cultura non si mangia”, ma anche fatti ben più tangibili come la sottrazione ad opera della Francia della nostra influenza nel Nord Africa e la stessa progressiva colonizzazione economica del nostro paese da parte dei cugini transalpini mediante l’invadente campagna acquisti in essere, contro la quale il nostro genio ha cercato di innalzare ridicole e inconcludenti barriere (in una puntata ne parleremo specificamente). Ma forse proprio questo suo immobilismo innato, questo suo minimalismo, questa incapacità a elaborare idee complesse da tradurre in programma, lo hanno reso particolarmente adatto allo scopo che l’UE gli ha assegnato in questo frangente: mettere semplicemente il freno. Tanto, alla Germania e al resto dell’Europa che l’Italia cresca oppure no interessa, in questa congiuntura, molto meno, per non dire affatto, che non il freno sui conti. La Germania cercava in Italia un utile, come dire?, attuatore di questa frenata acritica e non selettiva ed è stato trovato in Tremonti. Il guaio è però che tutti i parametri di Maastricht sono il frutto di un rapporto nel quale al denominatore c’è il Pil: se questo non cresce qualsiasi stretta sarà sempre insufficiente, anzi rischia di innescare un circolo vizioso. Nelle previsioni i maggiori sacrifici per rientrare nelle regole europee dovrebbero cominciare dal 2013-2014, cioè toccheranno al prossimo governo. Quindi anche questa volta forse la coppia BBB-TG la svangherà, tanto il popolo bue non sa che l’aumento del debito di questi anni è una tassazione futura e quindi equivale a un aumento della pressione fiscale, potranno sempre dire che loro “non hanno messo le mani nelle tasche degli italiani”.
{ Pubblicato il: 03.06.2011 }