giovanni la torre
Nessun commentoRiprendiamo la lettura e il commento del “libro” scritto da Tremonti ad Annozero. Non vi nascondo che, pur essendone abituato, sono ancora stravolto per le gimcane dialettiche del nostro ministro genio. E poi, quella profusione di retorica. Il tutto per qualche migliaio di persone sbarcate sulle coste italiane. Vi siete mai chiesti cosa avrebbe detto Tremonti se fosse stato cittadino tedesco all’indomani del dissolvimento dell’impero dell’Est quando milioni di persone si riversarono in Germania Occ., anche a seguito dell’unificazione? Nessun vocabolario avrebbe potuto contenere le sue iperboli retoriche. I suoi concittadini e giornali però l’avrebbero guardato come un fenomeno strano e si sarebbero chiesti: “ma questo cosa vuole?”. Noi invece di fronte alle sue elucubrazioni e sparate in libertà restiamo a bocca aperta per tanta “saggezza”. Cosa vogliamo farci: ognuno ha i suoi media. Riprendiamo ad abbeverarci a tale fonte di saggezza.
Dopo che Santoro chiede: “non si può fare niente per recuperare il nesso tra diritti, democrazia e sviluppo. O si può fare qualcosa?”, Tremonti prima abbozza una risposta sui pazzi che avrebbero determinato tutto questo (globalizzazione, mercatismo, e tutto il resto), i quali andrebbero cercati nella “foto di famiglia della terza via”, preludio alla tesi finale del mercatismo creato dai comunisti rimasti disoccupati dopo l’89, presente nei suoi libri e di cui abbiamo parlato nella T. news n. 12, e sui tempi che avrebbero dovuto essere “più lunghi”. Poi, rispondendo a Bertinotti che chiedeva cosa si fa in Europa, attacca: “A parte che io avevo detto che le banche andavano nazionalizzate. Ma arriverà quel momento, non da noi ma altrove. Noi in Europa, a parte che abbiamo detto molte cose anticonvenzionali: abbiamo proposto gli eurobond. Cosa vuol dire? Molto semplice. Un’economia si può basare sulla domanda interna, che ha difficoltà perché altri hanno spostato i capitali e le ricchezze nel mondo (???), si può spostare sull’export, ma non basta: deve avere la domanda pubblica, per beni pubblici di consumo collettivo, che possono essere la ricerca, le autostrade, le infrastrutture. Noi abbiamo chiesto di fare gli eurobond. Cioè a dire emissione di DEBITO EUROPEO PER FINANZIARE LA DOMANDA, i beni collettivi pubblici, da ultimo l’ho proposto con Junker. La reazione è stata abbastanza buona ma non basta, perché le resistenze di quel mondo, la finanza, sono ancora forti. Ci arriveremo perché è l’unico modo di dare un futuro ai giovani”. Ricordo che mentre seguivo la trasmissione in diretta, di fronte a queste affermazioni ho esclamato spontaneamente “che faccia di bronzo!”. Sono due i punti da rilevare. Il primo. Notate come voglia far passare di soppiatto l’idea che gli eurobond che lui ha proposto siano quelli necessari a finanziare i progetti di investimento europei, e invece non è così. Questa era l’idea di Delors, ed effettivamente ha qualche probabilità di attuazione in futuro, invece il nostro super ministro ha proposto nella famosa lettera sottoscritta con Junker l’emissione di (testuale dalla lettera) “E-bond, titoli di Stato europei emessi da un’Agenzia europea del debito (Eda) … con il mandato di raggiungere gradualmente un ammontare di titoli circolanti equivalente al 40% del Pil della Ue e di ogni stato membro … l'Eda deve finanziare fino al 50% dei titoli emessi dagli stati membri, per creare un mercato esteso e liquido. In circostanze eccezionali, per quei paesi che hanno difficoltà a collocare i loro titoli sui mercati, questo finanziamento potrebbe essere portato fino al 100 per cento. Come seconda cosa, l'Eda dovrebbe offrire la possibilità di scambiare i titoli nazionali esistenti con gli E-bond.” Il nostro caro ministro proponeva quindi l’emissione di titoli che avrebbero dovuto far accollare all’Europa (e quindi principalmente Germania che è lo stato più solvibile) il rischio di buona parte del debito di tutti i paesi euro, altro che strumenti per il solo finanziamento di investimenti pubblici. Ora che ha visto che la sua idea non è stata neanche presa in considerazione, stante l'attuale contesto istituzionale, sta cercando di far credere che la sua proposta era un’altra in modo che se venisse attuata, come è possibile, lui potrà dire come al solito “io l’avevo detto”. Ricordiamocelo! Ma la cosa che più di tutte ha fatto uscire dalla mia bocca quell’esclamazione è che il nostro Houdini dell’economia sta predicando da anni che lo sviluppo non si fa più con il debito, rispondendo così a chi gli chiede di rivedere la sua politica di bilancio, e questo non solo in Italia. Vi ricordate? Queste news sono cominciate nell’ottobre dello scorso anno proprio sull’accusa del nostro genio che l’Europa aveva prodotto “più deficit che Pil” e che questa situazione doveva finire. Ebbene, dopo queste prediche dice che bisogna ricorrere all’ “emissione di DEBITO EUROPEO PER FINANZIARE LA DOMANDA”. Roba da matti! Chissà cosa penseranno di noi in Europa. Vorrei tanto conoscere cosa sia per il nostro ministro il principio logico di non contraddizione. Se anche su questo qualcuno mi vorrà illuminare gli sarò estremamente grato. Con questa termina la cronaca sulla presenza ad Annozero.
{ Pubblicato il: 10.06.2011 }