giovanni la torre
Nessun commentoVolevamo fare il bilancio degli sproloqui detti da Santoro ma dobbiamo rinviarlo perché l’attualità si impone. Come pure dobbiamo intensificare la cadenza delle uscite perché il Nostro è un vulcano di “idee” che erutta in continuazione, una mitraglia che spara un’infinità di ca…, di ca…, di casistiche (non mi veniva la parola) che mette generosamente a disposizione della popolazione e dei suoi infiniti estimatori. Affrontiamo l’argomento del giorno. Da un po’ di tempo il Nostro viene incalzato dal suo capo e dalla di maggioranza, perché faccia finalmente questa benedetta riforma fiscale. Poverini! Credono ancora che Tremonti sia capace di passare dalle parole ai fatti. Non si rendono conto che questo passaggio, quando mai lo facesse, significherebbe la fine del Tremonti che conosciamo e che riscuote di tante simpatie soprattutto a sinistra. Passare dalla teoria alla prassi vorrebbe dire per Tremonti smarrire tutta la forza che lui ripone negli slogan, l’unica che è in grado di attivare. Lo slogan quando cerca di diventare realtà si banalizza, scade, perde la sua carica trascinatrice, quindi per uno che vive solo di quello significa la fine. Una prova Tremonti, e noi tutti, l’abbiamo avuta con la vicenda dell’art. 41 della Costituzione. Avete visto? Non appena si è trasformata in un disegno di legge si è mostrata per quella che era: pura fuffa mediatica, senza capo né coda. Tremonti non perdonerà mai Berlusconi per avergli distrutto quello slogan, così bello ed efficace per affascinare i gonzi, trasformandolo in disegno di legge costituzionale. Nell’attuale dibattito sulla riforma fiscale, mano a mano che diventa più concreto, sta sfumando un altro slogan cui Tremonti teneva moltissimo: “bisogna passare nella tassazione dalle persone alle cose”. Di questo slogan ci siamo già occupati nella T. News n. 7 e le cose che lì sostenevamo stanno venendo tutte fuori, prima fra tutte la circostanza che se si vuole compensare la riduzione dell’ Irpef con l’Iva bisogna aumentare tutte le aliquote e non solo quella per i beni di lusso, e questo renderebbe “regressivo” il nostro sistema tributario. Inoltre un aumento dell’Iva determinerebbe subito una fiammata inflazionistica (superiore al mero aumento dell’Iva), a danno anche questa dei redditi fissi medi e bassi. Insomma, povero Tremonti anche questo slogan rischia di fare la fine dell’altro.
Comunque al centro della discussione sulla riforma fiscale rimane la questione della “copertura finanziaria”, come denuncia Tremonti. Ma va? Ma come signor ministro professor Tremonti, è da più di vent’anni che ci predica di questa fantomatica riforma, chiamando demenziali e cretini chi non la pensava come lei e ora scopre che manca la copertura finanziaria? Possibile che un genio come lei non riesce a rivoluzionare tutto senza soldi? Una volta, a una festa di nozze non ha trasformato l’acqua in vino? Cominciamo a preoccuparci, sa? Noi ci vantiamo di avere il miglior ministro d’Europa e poi scopriamo che anche lui è soggetto alle stesse regole dei comuni ministri mortali: fare i conti con i soldi. Non le nascondo che la cosa ci dà da pensare. Che peccato! Alla festa della Cisl del 12 giugno lei ha detto: “voglio fare la riforma fiscale e ho le idee assolutamente chiare, da almeno un anno. Ne ho una ottima, non è un problema di posizione personale, il problema è dove trovare i meccanismi finanziari. … Non si può andare al bar e dire ‘da bere per tutti’, e poi chi paga? Voi.” E poi la conclusione: “Vi faccio la riforma e voi mi trovate 80 miliardi”. Geniale veramente. Mi ricorda la persona che inventò il “salvaparacadutista”. La storia è questa. In un ufficio brevetti si reca una persona con un manico di ombrello in mano. Viene ricevuta dal dirigente che subito gli chiede:
- qual’è l’invenzione?
- avrei inventato il salva paracadutista.
- interessante. In cosa consiste?
- vede, immagini un paracadutista che si lancia dall’aereo, aziona la leva del primo paracadute ma questo non si apre, aziona la leva del paracadute di emergenza, ma neanche questo si apre, a quel punto: zac!…
e l’inventore fa il gesto di allungare all’insù il braccio come per agganciare il manico di ombrello a qualche sostegno che gli corre sopra
- ……?
- ……!
- mi scusi, dove si aggancia?
- mica posso inventare tutto io, abbia pazienza!
Aggiorniamo l’elenco delle frasi celebri: dopo il “datemi un punto di appoggio e vi solleverò il mondo” di Archimede, ecco che arriva “datemi 80 miliardi e vi faccio la riforma fiscale” del Genio.
Also sprach Tremonti.{ Pubblicato il: 15.06.2011 }