Ricordate le strane vicende del Corriere della Sera fra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli Ottanta? Quando il più importante giornale italiano finì nella mani della P2 e di Licio Gelli? Dopo la direzione di Ottone, che aveva messo in agitazione molta parte dell’establishment italiano, ci fu quella di Di Bella dietro cui manovrava il venerabile Licio in combutta con personaggi del mondo economico e politico. Adesso veniamo a sapere che la Rai, la più importante azienda culturale italiana, era infiltrata da Bisignani, che faceva da consulente molto autorevole del direttore generale Masi di non fausta memoria. Gianni Letta ha definito il Bisignani “uomo di relazioni”. E’ proprio vero, le aveva anche con Palazzo Chigi di cui possedeva la carta intestata, certamente non per scriverci la lista della spesa. Si sarà magari trattato di qualche altra lista, ma qualcosa ci avrà pur scritto. Altrimenti che cosa l’aveva chiesta a fare.

Qualcuno dice che stiamo vivendo qualcosa di simile a quello che accadde nella fase finale della prima Repubblica. Le supposte analogie storiche possono essere fuorvianti, ma certo si avverte, ogni giorno di più, lo smottamento del regime berlusconiano, una frana che rotola a valle lentamente ma inarrestabilmente, trascinando con sé ogni sorta di detrito fangoso.

{ Pubblicato il: 21.06.2011 }