Angelino Alfano, appena acclamato segretario del Pdl con un solo voto contrario, tanto per far vedere che nel partito una qualche dialettica democratica c’è, ha subito dichiarato che la formazione politica creata da Berlusconi deve diventare il “partito degli onesti”. Se lo deve diventare, vuol dire che ancora non lo è. Ma saremmo ipocriti, se sostenessimo che esiste un partito degli onesti in qualche altro settore dello schieramento politico italiano. Anche in passato c’è stato chi ha detto di voler realizzare qualcosa di simile, ma gli è andata regolarmente male. I partiti sono organismi compositi, in cui entrano inevitabilmente gentiluomini e farabutti, e vanno giudicati per la loro buona o cattiva politica, non per le virtù personali di questo o di quello. Un individuo che fa politica per meglio tutelare i propri interessi personali, piegando le leggi alle sue private necessità, è prima di tutto un cattivo politico, uno che non conosce la vera arte di governo. Il neosegretario ha detto anche che il rinnovamento del partito passerà attraverso la ricandidatura di Berlusconi, santo e martire. Se questo è l’annuncio dell’Angelo, prepariamoci all’Apocalisse.

{ Pubblicato il: 02.07.2011 }