giovanni la torre
Nessun commentoUn altro argomento che siamo stati costretti ad accantonare momentaneamente è quello delle barriere che il Nostro doveva alzare per fermare lo shopping di imprese “strategiche” italiane da parte degli stranieri. In un certo senso è stato un bene questo ritardo in quanto ha già fatto vedere a tutti che anche in quel caso si trattava solo di “parole, parole, parole, soltanto parole, parole tra noi” (immaginate la voce di Mina). L’avessimo detto noi preventivamente, si sarebbe potuto pensare che fossimo prevenuti, e invece … Anche allora volarono parole grosse, da grande stratega (in senso tremontiano, ovviamente), e anche cose non vere. Vi ricordate? Tutto cominciò con la scalata della francese Lactalis alla nostra Parmalat, poi regolarmente andata in porto. Il Genio subito è andato su tutte le furie: “ma come – avrà pensato – dopo tutto quello che faccio per la crescita del Paese viene uno straniero e si porta via il frutto del mio lavoro? Non è tollerabile.” Subito veste i panni di Colbert e delinea la strategia che va a occupare le prime pagine dei giornali e dei telegiornali, sempre ansiosi di diffondere la saggezza tremontiana al volgo. Innanzi tutto bisogna fare una legge che tuteli i settori strategici nazionali dagli appetiti stranieri e poi, addirittura, costituire un “fondo” per effettuare investimenti in imprese “strategiche”.
Sul primo punto abbiamo già detto (v. T. news n. 23) che ne “La Paura e la Speranza” Tremonti aveva una posizione opposta in quanto invitava tutta l’Europa a concedere “tassazione zero” per gli stranieri che investono nei diversi paesi, anche il nostro, nei “settori strategici” ma, ormai lo hanno capito anche i miei lettori, le “idee” del nostro genio sbocciano e cadono con la velocità dei fiori di pesco. Nella trasmissione “in ½ ora” del 27 marzo u.s. il Genio dice: “Noi abbiamo intenzione di presentare in Europa, tradotta in italiano, la legge francese. La legge francese se va bene per l’Europa in Francia deve valere anche in Italia … Tenga conto che il latte è così poco strategico che in Francia sta IN CIMA ALL’ELENCO DEI SETTORI DA PROTEGGERE. Quindi basterebbe tradurre la legge francese, anzi applicare il testo francese direttamente per avere quell’effetto”. Il prof. Carlo Scarpa, dell’Università di Brescia, ha fatto delle verifiche e cosa ha scoperto? Che NON E’ VERO NIENTE! Il settore del latte non solo non sta in cima alla lista francese, ma non sta proprio in tutta la lista. Sul sito lavoce.info c’è l’elenco completo che potete consultare, ecco il link
http://www.lavoce.info/binary/la_voce/articoli/settori_protetti2.1301397080.pdf
Poveri noi! Si può mentire impunemente fino a quel punto? Cosa penseranno di noi in Europa?
L’altra parte della proposta, quella della costituzione di un Fondo, anch’essa rimasta senza seguito, prevedeva, come riferito dai giornali, la costituzione di una gigantesca holding di partecipazioni con i capitali della Cassa depositi e prestiti, dell’Inps, dell’Inail oltre che di ipotetici privati, anche stranieri. Quindi con una legge voleva sbarrare il passo agli stranieri, con un’altra li faceva entrare: finezze di una grande mente inaccessibili a poveri noi mortali. Non solo, ma tra questi stranieri “graditi”, ci riferiscono sempre i giornali, ci sarebbero anche i Fondi Sovrani. Vedete cosa scriveva ne La Paura e la Speranza (p. 108): “va bloccata l’attività in Europa dei cosiddetti ‘Fondi Sovrani’”. Roba da matti! Ovviamente il super ministro ci tiene a precisare che non si tratterà di una “nuova Iri” ma di uno strumento necessario a dare maggiore dimensione alle imprese italiane, perché “oggi devi gareggiare per continenti (poteva mancare questo slogan? Nooo!): con la Cina, oltre che con l'America e l'Europa. Per competere occorrono le grandi dimensioni". Quindi basta una holding di partecipazione e puoi sfidare i continenti interi. Evviva! E pensare che ne Lo Stato Criminogeno sosteneva che il top management delle grandi imprese e delle banche, insieme ai “politici di professione, burocrati, accademici, sindacalisti” erano da considerare i nuovi componenti di quelli che erano il primo e il secondo stato precedenti la Rivoluzione Francese, e che oggi vivono sulle spalle dell’unica vera classe produttiva: le partite Iva del Nord. Così anche su questo registriamo che il super ministro ha cambiato idea. La versatilità e la flessibilità del nostro ministro genio sono davvero incommensurabili. Per fortuna tutto il progetto non ha avuto seguito, e speriamo non lo abbia neanche in futuro, perché mettere a rischio i risparmi della gente comune (Cdp, Inps, Inail) per far giocare Tremonti a fare Colbert sarebbe veramente troppo.
{ Pubblicato il: 08.07.2011 }