giovanni la torre
Nessun commentoTREMONTI NEWS N. 4
Siamo costretti a dedicare ancora un numero a Tremonti e l’Europa. L’obbligo l’avvertiamo dopo che il ministro Maroni, per giustificare la prossima candidatura di Tremonti alla premiership italiana, ha detto che “Tremonti è stato il miglior ministro d’Europa … ha scongiurato che l’Italia facesse la fine della Grecia o di altri paesi”. Abbiamo già visto chi è come ha veramente impedito all’Italia di fare finora la fine della Grecia. Come pure abbiamo visto che l’Europa tutta avrebbe fatto la fine dell’Irlanda se avesse seguito il consiglio del nostro ministro dell’economia. Ora vogliamo dare qualche altro saggio della “raffinatezza” e “profondità” del cosiddetto pensiero tremontiano in merito ai temi europei e che lo rendono “il miglior ministro d’Europa”. Torniamo ai famosi regolamenti, che rappresentano uno dei bersagli della sua affilata dialettica. Ebbene quando scende nell’analisi di questi ultimi il Nostro dà il meglio di sé in quanto studioso e raffinato politico. I regolamenti europei, come detto in un precedente numero, hanno il solo scopo di evitare la concorrenza sleale nel mercato unico, e non quello di placare la nevrosi dell’ “horror vacui” dei dirigenti europei come vuole Tremonti. La stessa tutela della salute, per esempio, molte volte va spiegata a questo fine perché, è evidente, se in un paese tale tutela è più flebile che in un altro, i produttori di quel paese hanno un vantaggio competitivo nei costi di produzione rispetto ai concorrenti di altri paesi più severi. Già sento l’obiezione che muoverà qualcuno dei miei lettori riecheggiando il Nostro: “e i prodotti della Cina?”. Se mi permettete risponderò più avanti a questa obiezione, adesso mi preme completare la precedente argomentazione. Allora, sapete come il genio Tremonti cerca di “demolire” la fondatezza di quelle norme europee? Per esempio a proposito delle norme sulla sicurezza nei luoghi di lavoro dice che sono inutili e dannose perché allo scopo dovrebbe bastare “il buon senso comune” (Rischi fatali, pag. 55). Per quanto riguarda invece le norme che riguardano la produzione e le caratteristiche dei detersivi, per fare un altro esempio, lamenta come esse abbiano preso il posto delle “regole della nonna” (Ibidem, pag. 56).
Ora, immaginiamo qualche lettore europeo dei libri di Tremonti, qualora ce ne fossero, e immaginiamo l’angoscia che coglierebbe costui nello sforzarsi di individuare su quali principi giuridici si fondi l’invito a considerare quale fonte di diritto anche penale, perché la sicurezza sui luoghi di lavoro può avere dei riflessi penali se comportano lesioni o malattie professionali, “il buon senso comune”. Si saranno chiesti come immaginare un giudice che deve comminare una pena non basandosi su una norma di diritto positivo, bensì sul “buon senso comune”. E tutto questo ben sapendo che l’Italia è la “patria del diritto”. Ma l’imbarazzo più grande l’avranno avuto quando hanno dovuto cercare nei testi di diritto italiano l’indicazione tra le “fonti del diritto” della nonna di Tremonti. Staranno ancora cercando.
Sapete poi come giustificava Tremonti la sua richiesta dell’euro di carta? Ecco: le “monete piccole … creano incertezza in una popolazione molto anziana con problemi di vista, come è la popolazione italiana” (Rischi Fatali, pag. 95). Di fronte a questi “alti” ragionamenti, gli altri ministri europei effettivamente impallidiscono … per l’imbarazzo. Di fronte a tanta sapienza e raffinatezza intellettuale, i migliori statisti d’Europa, secondo il ministro della lega, sono tanti nani. … E pensare che Maroni, a sua volta, viene considerato il migliore tra i leghisti. Non si sa più cosa pensare. Se qualcuno dei miei lettori mi vorrà suggerire una spiegazione gli sarò grato.
Veniamo ora alla Cina. Tremonti accusa l’Europa di tollerare verso le produzioni cinesi quello che vieta alle produzioni europee. L’accusa è semplicemente infondata. Infatti le norme che regolano le caratteristiche dei vari prodotti concernono tutti i prodotti messi in circolazione in Europa, a prescindere dalla nazionalità del produttore. Quindi anche i prodotti che provengono dalla Cina devono seguire le stesse regole se vogliono circolare in Europa. Si dirà: “ma i prodotti illegali cinesi circolano lo stesso”. Ma questo attiene a un problema poliziesco di repressione dell’illegalità che compete ai singoli stati, quindi cosa c’entra l’Europa e i suoi regolamenti?{ Pubblicato il: 25.11.2010 }