Non c’è disgrazia, per quanto grande, che in Italia non provochi rigurgiti collettivi di retorica e non solleciti le solidarietà che non costano niente, ma non risolvono neppure niente. Quella di Lampedusa è una mattanza che dura da anni, sempre accompagnata da deprecazioni e lamenti a cui non hanno mai fatto seguito provvedimenti davvero efficaci per cercare di risolvere una tragedia ricorrente. L’Italia è un paese dalla lacrima facile e copiosa, ma che si asciuga presto passata la prima commozione. Anche il commissario tecnico della nazionale di calcio Cesare Prandelli che, a quanto mi costa, è una seria ed onesta persona, si è purtroppo detto disposto a portare la squadra a Lampedusa in segno di solidarietà. Ma che ci azzecca questo viaggio di un certo numero di giovanotti strapagati e viziati con la disperazione dei profughi e i problemi tremendi che la povera sindaca dell’isola cerca, senza trovare gli aiuti di cui ha bisogno, di risolvere? Facciamola finita con questo presenzialismo del dolore che non serve ad altro che a far sentire buoni e pietosi coloro che lo praticano. Perché, invece di affrontare concretamente i problemi, si trattano i sofferenti come bambini da compatire, distrarre e illudere?

{ Pubblicato il: 07.10.2013 }