giovanni la torre
Nessun commentoTREMONTI NEWS N. 11
La “disputa” sulla modernità tra Tremonti e Ostellino, di cui abbiamo discorso nel precedente numero, merita un’altra puntata, non tanto per il contenuto delle proposte che non ce ne sono state, quanto per l’ulteriore prova che essa dà circa la prosa e il contenuto “intellettuale” degli scritti del nostro ministro genio, che hanno come unico esito quello di produrre qualche altro fuoco di artificio verbale, senza costrutto né dal punto di vista teorico-scientifico, né tanto meno sotto l’aspetto operativo concreto. Nell’articolo di risposta a Ostellino il ministro ci regala altri due slogan: “competizione tra blocchi continentali” e “competizione tra sistemi giuridici”. Per la verità non sono nuovissimi nella retorica tremontiana, ma vedrete che nei prossimi giorni verranno ripetuti e amplificati dai media e si affiancheranno agli altri “la crisi è come un videogame”, “siamo a un tornante della storia” e compagnia bella. Esaminiamoli un po’ da vicino, per verificarne l’inconsistenza assoluta come concetti nuovi che dovrebbero portare a una migliore analisi della situazione.
“Con la globalizzazione il mondo è radicalmente cambiato e nella globalizzazione la competizione non è più solo tra imprese, ma anche tra blocchi continentali e sistemi giuridici”. Così ha scritto Tremonti il 12 gennaio 2011.
Cosa vuol dire “competizione tra blocchi continentali”? Che la guerra commerciale avviene tra i continenti e non tra le nazioni? Ma da cosa l’ha dedotto il nostro genio? La guerra sarebbe tra America, Asia, Europa e Africa? Come se all’interno dei continenti ci fosse un’unica volontà e un unico modello. Da dove li prende questi “alti” concetti? Cosa c’è in comune tra i paesi dell’Unione Europea e la Russia? Cosa hanno in comune i paesi del Nord Africa produttori di petrolio e quelli dell’Africa Sub Sahariana? Cosa hanno in comune gli Stati Uniti con il Venezuela di Chavez o il Brasile? Ma, conoscendo le fissazioni di Tremonti, forse è soprattutto all’Asia che egli fa riferimento. E invece in quel continente i contrasti interni sono ancora più marcati: cosa hanno in comune La Cina con il Giappone, la Corea del Nord con quella del Sud, l’India con Singapore? Il Giappone ha posto da qualche anno al proprio interno e alla comunità internazionale, soprattutto agli Usa, la questione di potersi dotare di armamento nucleare, cosa che oggi gli è impedito dalla propria costituzione impostagli dagli Stati Uniti alla fine della Seconda Guerra Mondiale; e questo non perché si debba difendere dall’Europa o dall’America, ma perché si deve difendere dalla Corea del Nord (versione ufficiale), che è già dotata di bomba atomica, e per dissuadere preventivamente la Cina da eventuali mire espansionistiche (versione non detta ma plausibile e che forse indurrà prima o poi gli Usa a dare il consenso). Quindi come questi blocchi continentali possano costituire altrettanti blocchi uniformi per una battaglia comune mirante alla supremazia economica nel mondo costituisce una di quelle cose che stanno solo nella mente del nostro super ministro e che noi, modesti suoi commentatori, non arriviamo a comprendere.
Per quanto riguarda poi la “competizione tra sistemi giuridici”, che ci viene annunciata come una novità introdotta dalla globalizzazione che lui avrebbe scoperto e portato a conoscenza degli umani ignari, assodato che non coincide con quella tra i continenti per il semplice fatto che quest’ultima non esiste, ci permettiamo solo di rilevare che trattasi di una cosa sempre esistita e risaputa e non di una novità, e che se mai la libertà di movimento dei capitali, cifra della globalizzazione, ha solo amplificato. Anzi in certe aree, vedi Unione Europea, questa competizione, per molti aspetti, è addirittura diminuita, grazie alla normativa comunitaria. Ma il Nostro pensa sempre e solo all’Asia, e più in particolare alla Cina e il suo “sistema giuridico”. Il cuore di Tremonti batte sempre e solo per le partite Iva del Nord Est minacciate dalla concorrenza cinese. Ma allora, signor ministro professor Tremonti, faccia una bella cosa: butti giù UNA VOLTA PER TUTTE un documento contenente proposte “concrete e operative” che ci faccia conoscere finalmente cosa Lei vorrebbe che fossero l’Italia e l’Europa e il loro “sistema giuridico”, in modo che si possa conoscere veramente il suo pensiero e discutere seriamente, e abbandoni le elucubrazioni fumose e contraddittorie tipiche delle sue evoluzioni intellettuali e politiche, per le quali una volta è iper mercatista e un’altra anti mercatista, una volta anti statalista e un’altra statalista, una volta friedmaniano e un’altra keynesiano, una volta anti europeista e un’altra filo europeista, una volta fustigatore dell’euro e un’altra elogiatore della moneta unica, eccetera, eccetera, eccetera ….
Sono certo che questo appello, come quello di Ostellino, cadrà nel vuoto, perché Tremonti sa che se riuscisse mai a mettere ordine nelle sue idee e elaborare una proposta concreta, poi gli toccherebbe attuarla, e lì cascherebbe …. Invece è così bello dispensare ogni giorno sentenze nuove (come il Papa) che poi i giornali riportano in prima pagina come contributo italico al dibattito internazionale sui destini del mondo. E’ così bello MERAVIGLIARE con quelle frasi a effetto in modo che la gente possa continuare a dire: “mamma mia come è bravo quello lì. Meno male che c’è lui che ce le dice queste cose”.
{ Pubblicato il: 26.01.2011 }