euro
Nessun commentoCoro di anime del Purgatorio frammiste a precari a tempo indeterminato (ritmato e sommesso):
Ue, Ue, Ue, ci resti solo te!
Inadatto, "unfit", a guidare l'Italia, "to lead Italy". Spirito British ruvido e concreto, una certa abitudine albionica a dare in testa al popolo di papisti (periodicamente aspiranti a farsi avanguardisti), fatto sta che l'autorevole «Economist» era una vita, con quel titolo di copertina, che aveva messo in guardia il Belpaese da certi mali odori. Sniff, sniff, una puzza di bruciato, un meteorismo sulfureo che, almeno a Londra, risultava traspirare da colui che alla cornetta, ammaliando la escort di turno, si autoproclama - azz! - "il sogno degli italiani". Ma colui chi? Ah, ma chi, lui lui? Il Silvio, il Berlusca, il Presidente, il Cav., il Cavaliere? Ma dai, mavacagare, ma quello è un buon diavolo, ma quello è un simpatico, ma quello non ha mai fatto del male a nessuno!
E difatti, all'epoca, di quell'unfit britannico, stitico stitico, non se n'erano impipate nemmeno le suorine di Don Verzè. Ché, anzi, ma il Cav. faceva un sacco di bene! Altro che buon diavolo! praticamente il Redentore! Mi spiego, bastava un Suo tocco magico (da distinguere concettualmente - d'accordo, on. Gasparri - dal tocco frenetico sulla natica di turno) e ogni cosa rifioriva, cresceva, montava (con rispetto parlando), ascendeva dalla Prima alla Seconda Repubblica: le città terremotate che risorgevano d'incanto, i pargoletti a cinguettare "Fozza Itaia!" sui manifesti, i prati Verdini Verdini, le case abusive con il permesso di allargarsi ancora un terzo, i valori d'un tempo portati in tripudio ai Family Day e Bertolaso tenuto in tiro al Salaria Village, le mani ritratte dalle tasche degli italiani, le tasse "bellissime" rimesse al loro posto dopo le gaffe di Tps, la santa Chiesa tornata ricca e fiorente, Marcello dell'Utri un simbolo, i comunisti in castigo, le donne finalmente emancipate e portate dritte dritte al rango di Bondi, La Russa, Scajola e compagnia, le scuole private in sana concorrenza con le pubbliche, e poi la democrazia vera, un amoroso a tu per tu fra leader e popolo, Brunetta praticamente un grande…
Cresce la cantilena di sottofondo: un gruppo di co.co.co. e co.co.pro. si aggiunge alla nenia:
Ue, Ue, Ue, ci resti solo te!
Insomma, Emilio, Dio c'è. E fortuna che anche Silvio c'è. E allora Fede, Fede, Fede! Efforza Italia, è tempo di credere! Eppure, eppure, a pensarci bene, a qualche parroco sperduto di campagna, a qualche don Scarmoncin dalla parlata veneta, o a un don Aldo di Antrosano, di quelli che, appunto, ancora ci credono, c'era sempre qualcosa che non tornava. E sì, perché all'occhio esperto, avvezzo alle Sacre Scritture, non potendo mirare in zona coda, metteva curiosità quel tacco delle scarpe più elevato del giusto: ma non è che lì, fra punta e tallone rialzato, il buon diavolo un po' tappo nascondeva invece lo zampetto caprino? Solo un sospetto, d'accordo, magari avvalorato da certe reminiscenze pe deux (P2) della bella persona di Licio Gelli. Ma forse neanche un sospetto: una sensazione. Di quelle, però, che più ti gratti la chierica e più la cosa ti ritorna in mente.
Allora, ragionando, ma quel cerone di giovinezza perenne, quel trapianto di capello tinto, quel lavorio di estetisti e igieniste dentali sulle rughe (facciali, beninteso) del Cavaliere non poteva far pensare ad un archetipo desiderio di accostarsi, e far accostare gli altri, all'albero dell'immortalità, inavvicinabile già ai tempi del Paradiso terrestre? E quel putiferio di veline e letterine, proposto ogni sera al popolo votante non meno che adolescente, non è che agitava un po' troppo i contorni di quella certa mela che aveva precipitato Adamo ed Eva nella valle di lacrime? Ché poi, con tutto quel Viagra si stava ormai persino al di là dell'immaginario della Genesi… Ma ancora, non per dire, ma non sarà stato che quelle centinaia e centinaia di deputati e senatori, praticamente l'élite del Paese, che votavano per il premier, che spergiuravano per lui, che lo seguivano ipnotizzati, laici e credenti senza distinzione, neanche fosse il Messia, lo facevano soltanto perché il corto barzellettiere sorridente era impaccato di soldi che più non si poteva? Ma veramente? E solo per questo? Dioneguardi, sarebbe stato preciso preciso come adorare il Vitello d'oro…
Ma no, ma no. Che brutti pensieri. Suvvia, il diavolo non era mai stato così carino e soffice. E poi l'Italia di Berlusconi, ma proprio niente a che fare con Sodoma e Gomorra! Caso mai il contrario. Garantito, in tutta la storia della repubblica, Boffo o non Boffo, Noemi o non Noemi, D'Addario o Non la dare, Balducci cameriere segreto o negretto del coro, non c'era mai stato un feeling così intenso fra Santa Sede e i governi usurpatori di qua del Tevere. Perciò, fratelli, attenzione, sillabiamo bene: "Letta", non "letto"; "Ruini", non "rovine", "Gelmini", non "germini". Ah, beh, sì, certo, sì, in effetti.
Il coro aumenta ancora di tono: si sono associati moltissimi insegnanti e giovani ricercatori:
Ue, Ue, Ue, ci resti solo te!
E invece nisba, caro monsignore. Ormai l'ha capito pure Paparazzi! Altro che demonizzazione dell'avversario! Il Cavaliere è preciso a Belzebù. E Cicchitto a Barbariccia (grande il padre Dante…), Sallusti a Calcabrina e Belpietro a Draghignazzo! E allora, eddai, non stiamo a fare tirammolla su Olgettina o Orgettina, o sui toccamenti alla peluria bionda tutta diversa, s'intende, dalla Mora (che senso! Lele!), o sulla tenuta prostatica del settantenne indemoniato, beh certo, e porcellone.
Papale papale: esattamente l'Italia di Sodoma (oddio, lì magari ci starebbe pure Marrazzo…) e anche di Gomorra, tal quale quella di Saviano, e vai a vedere che c'è pure dell'altro. Senza esagerazione: tutto quello che il simpaticone con la coda vibratile e l'unghia fessa ha toccato in questi anni, lui e gli apprendisti Luciferi, è rimasto inquinato, sputtanato, inservibile e deprimente. Cultura? università? ma che è, la Cepu? Democrazia? Cioè: solo lui coi reggicoda, la scheda e la ggente. E mica stiamo ancora al tempo di Aristotele! La donna? Ma se quella non ci ha le infrastrutture giuste, ma che ci fai? la butti! (sublime e pedagogico, come modello sociale, il vecchione di Arcore con la grana e le smandrappate all'arrembaggio per qualche soldo!). E mica finisce qui: il prestigio internazionale del Paese affidata alla balla stratosferica sulla nipote di Mubarak e alle zozzerie al petrolio nella dacia di Putin; la moralità pubblica e privata…, d'accordo, quella magari è materia di Ostellino; il rispetto per la magistratura: roba che, a paragone, Totò Cuffaro se non pare Seneca poco ci manca. E via dicendo, giù giù per la cloaca massima, con insegnanti ed educatori fermi lì con gli occhi sbarrati a palla.
Ma lo sfizio è che pure la Chiesa, a venire a patti con Gargamella, ha finito per andarci di mezzo. Pensa a quel prete, faccio per dire, che gli ha dato la particola con quella bella spiegazione: avendo lasciato la seconda moglie, Silvio, da semplice separato dalla prima, la legittima, a quel punto si trovava a posto con i santi canoni. Ecché il cavaliere non ha fregato pure quello? Sicuro, difatti, il Berlusca, tra ansimando e aspirando a rimettersi in spolvero dopo lo scandalo delle troiette, ha sparato l'ultima: era tempo, dice, che ciaveva una relazione stabile con una gentile signora, una, una di numero. Ma allora il comunicando non si presentava così candido, anzi, era già concubino segreto, prima di proclamarlo in pubblico. E perciò reverendo, davvero, e non solo lei, ma che figure di m…!
Siamo ormai al diapason: sono entrate in scena parecchie madri di famiglia e anche qualche partita Iva:
Ue, Ue, Ue, ci resti solo te!
Non praevalebunt. Fortuna però che la Provvidenza esiste. E il diavolo non ce la farà mai a dire l'ultima parola. Perché, come sia sia, però a questo punto l'atterraggio nello sprofondo nell'inferno (insieme a Vittorio Mangano? o fra i palmizi di Antigua?) se non è cosa fatta poco ci manca. Mille e non più mille. Dopo essersi sugato l'ennesima meletta, è giunta l'ora che il Silvio tiri i remi e tutti gli altri attributi in barca. Persino papa Benedetto - a credere ai giornali - ha imbracciato finalmente il pastorale, che se menato alla tedesca dovrebbe dargli veramente in testa. Sicché giù, una volta per tutte, a capasotto negli inferi. E quando arrivi lì ci stanno certi formigoni!
Deo gratias. Finalmente la chiusura di un'epoca, con tutti i suoi casini, scazzi, bocchini da starci fini fini. Finalmente il trionfo del bene (la b, attenti, non la p) sul più tronfio degli italiani. Una caduta a picco che non se n'era vista un'altra simile dai tempi del puzzone, che pure lui col bene (ma perché, Bettino?) ci sapeva fare parecchio. Emammamiachepalle, però, detto fra noi, che mo' si ricomincia 'na vita con le lamentele dei reduci. "Ma io non avevo capito bene, ma quello ci ha imbrogliati tutti, ma io non credevo", già te li senti Frattini, Quagliariello, i teocon, detto alla francese, che attaccano il missile piagnucoloso. Tutto già visto, tutta una nenia ascoltata per generazioni che te la canta da sola sulla serietà di un popolo. Ex fascisti, ex democristiani, ex comunisti, ex socialisti e mo' ci mancavano pure gli ex berluscojoni. E mica è finita lì. Perché già non lo sai di tutti gli sfottimenti all'estero ogni volta che ti fai un low cost? E dai con Ruby, papi, miss, kiss-kiss, Mills, bunga bunga e Topolanek, il pisellone ceco! Ohoh! Taliani, tanto tanto pittoreschi!
E vabbè, ma che gli fa? Oramai Farfarello carica le valigie, se lo scorda il Quirinale, e smamma da palazzo Chigi, da palazzo Grazioli e pure dalla villa sulla Flaminia, a un passo da via Gradoli con tutti i trans appresso. E va a star peggio - la Boccassini! - che nella monnezza a Napoli. Alleluja! Ora sì, gran Dio, che torna veramente la stagione dei Family Day e della Binetti (no Minetti), delle belle signore decorose, la Tulliani, alle celebrazioni delle istituzioni, della riconciliazione fra etica e popolo sotto lo sguardo annuente di Napolitano, Bersani, Rutelli e il cardinal Bertone. La rinascita della Repubblica, a centocinquant'anni dall'unità d'Italia, finalmente!
Ma no, ma no, ancora una volta non ci hai capito niente. Per quanto sprofondato, il diavolo, lo sanno tutti, magari perde 'u pilu, ma non il vizio. Certo, alla fine, alla Chiesa non è che gli può far niente, però appunto il segretario di Stato a fare ordine nella disgraziata repubblica quello ce l'ha lasciato di sicuro: ci puoi mettere addirittura, tanto stiamo agli inferi, la mano sul fuoco. Come a dire, mutatis mutandis (per chi ancora le porta), che è andata un po' come fece mascellone quella volta, che alla fin fine, al papa, gli tolse pure i Savoia dalle pantofole. B. & B. in altre parole. Via il Berlusca e avanti i monsignor Bertoni. Niente di male per carità, perché peggio del Cavaliere…
Epperò signori, con quel tacchetto caprino, il Chiavaliere, di desolazione, di disillusioni, di mancanza di santi (e dagli!) a cui affidare la penisola, con tutti gli italiani sopra, ne ha lasciato una dose che neanche mille sniffate di polverina. (E mettici pure, va', la Polverini…). Insomma, diciamocela tutta, manco a De Gasperi e a La Pira, o alla senatrice Merlin, gli sarebbe venuto in mente che una volta caduto il comunismo, e sgombrate le case chiuse, poteva finire con un puttanaio del genere! Tutto senza morti e feriti, per carità, almeno fino adesso. Ma l'anima a Malacoda, al diavolone capo, il popolo italiano, che sta imbambolato e spento da non capirci più niente, quella, cari signori, se l'è venduta veramente.
Tutti insieme, a gola spiegata, per concludere:
Ue, Ue, Ue, ci resti solo te! *
* Avvertenza per il lettore: per "Ue" non deve intendersi un'interiezione di sonorità partenopea, bensì l'acronimo dell'Unione europea, di cui il nostro paese è membro (con rispetto parlando) fondatore ed è l'unico terreno sul quale la nostra società dovrà impegnarsi per ritrovare spirito di iniziativa, sano patriottismo, giusto equilibrio fra sfera religiosa e civile, energia per fare le riforme interne e difendere magari anche i propri legittimi interessi. L'Italia europea insomma, una volta rientrati dall'anticamera dell'inferno.
{ Pubblicato il: 03.02.2011 }
















«Passans, cette terre est libre» - Abbiamo scelto come logo la fotografia d'un autentico "Albero della Libertà" ancora vivente. È un olmo che fu piantato nel 1799 dai rivoluzionari della Repubblica Partenopea, Luigi Rossi e Gregorio Mattei, a Montepaone Superiore, paese dello Jonio catanzarese. La scritta 'passans ecc.' era qualche volta posta sotto gli "Alberi della Libertà" in Francia.
