giovanni la torre
Nessun commentoTREMONTI NEWS N. 12
Abbiamo appreso dai giornali che qualche giorno addietro Tremonti è stato nientepopodimenoche invitato a presentare un libro con gli scritti di Enrico Berlinguer sull’austerità. La cosa sarebbe stata giustificata con il fatto che gli scritti e i discorsi del ministro genio sarebbero ispirati dagli stessi valori del grande leader comunista. Le cronache ci dicono che la sala era piena ed evidente era l’approvazione che si leggeva sui volti dei presenti, segno di un certo comune sentire con l’illustre relatore. Altro presentatore era Macaluso, comunista doc che è stato vicino a Berlinguer.
Quando si leggono queste notizie vengono letteralmente a mancare le forze. Ma tutti questi signori sanno come tratta Tremonti la sinistra, soprattutto quella ex comunista, nei suoi libri? Ma possibile che è così facile farla fessa? Allora, vediamo un po’ di chiarire le cose.
Nei suoi libri Tremonti tira spesso in ballo la sinistra all’interno dei suoi “ragionamenti”; molto spesso anche senza che sia necessario o anche solo conseguente al ragionamento stesso. Questo indugiare sull’argomento tradisce, molto probabilmente, una sorta di amore-odio nei confronti di quell’area politica che lo ha visto tra le sue file. Sarebbe impossibile riportare in questa mail tutte le cose che Tremonti dice sulla sinistra, mi limiterò allora alla più clamorosa.
Come è noto, il nostro super ministro affronta il tema del cosiddetto “mercatismo”, e l’antimercatismo è una delle cifre del suo “pensiero”. Ora, a parte che abbiamo già dimostrato (Tremonti news n. 1) come l’antimercatismo del Tremonti di allora fosse solo a parole e rispondesse a una precisa esigenza elettorale e di “moda” del momento, e che non costituiva e non costituisce affatto una convinzione profonda e sincera, a parte questo dicevamo, prendiamolo pure per buono. Ebbene, il ministro “genio” attribuiva al “mercatismo” tutte le nefandezze possibili: la globalizzazione, il consumismo, lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, l’omologazione di tutti gli uomini a un unico modello di vita, e chi più ne ha più ne metta. E da qui molto probabilmente deriva la simpatia che Tremonti riscuote presso certa sinistra. Purtroppo però, noi che abbiamo letto veramente i libri del Nostro, ci sentiamo di dire, in piena coscienza, che questa simpatia è assolutamente mal posta. E questo non solo perché c’è quel libro, “Lo Stato Criminogeno”, che temo non abbia letto nessuno, nel quale Tremonti ha profuso il suo manifesto dell’iperliberismo e dell’ipermercatismo, quando questi sistemi ideologici erano di moda ed elettoralmente premianti, e che oggi piano piano sta riprendendo, ma soprattutto perché leggendo veramente i suoi ultimi libri si capisce che Tremonti, per dirla con il De Andrè de “La Guerra di Piero”, “non ricambia la cortesia”. Infatti la tesi di Tremonti su chi abbia inventato il mercatismo, mentre in un primo tempo abbraccia una serie abbastanza numerosa di soggetti, tanto perché (non si sa mai) possa in ogni caso dire “io l’avevo detto”, alla fine si concentra su una sola categoria (i sostenitori di Tremonti che stanno a sinistra si tengano forte): gli ex comunisti rimasti disoccupati dopo la caduta del muro di Berlino. Eh sì, cari Bertinotti, D’Alema, Macaluso, Morando e compagnia bella, per Tremonti voi siete i colpevoli, coloro che hanno inventato e imposto al mondo intero il maledetto “mercatismo”, una volta rimasti disoccupati e frustrati dopo il 1989. Il concetto, si fa per dire, è contenuto soprattutto nel libro “Rischi Fatali” dal quale traggo ora qualcuna delle innumerevoli citazioni possibili: “il comunismo è in specie riuscito a trasportare e trapiantare proprio nel campo opposto, nel dominio del mercato, il suo Dna. L’idea che la vita degli uomini sia mossa e possa essere mossa da una legge” (pag. 32). Ancora, per Tremonti l’uomo ideale del “consumismo di massa diffusa su scala globale” non è altro che “l’uomo normale idealizzato dal comunismo” (pag. 33). Pensate un po’! Chissà a chi si è ispirato per sostenere che è tutta e sempre colpa dei “comunisti”!? E’ talmente convinto che sia stata tutta colpa dei comunisti che non pensa di assegnare alcun ruolo nello sviluppo del consumismo per esempio alla televisione commerciale. Ripeto, potrei citare altre pagine del “raffinato intellettuale” nelle quali sostiene questa tesi esilarante del mercatismo figlio dei comunisti, ma mi fermo perché avverto che continuare a parlarne si rischia di venir attratti e macinati in questo modo improvvisato di affrontare questioni serie. Purtroppo ho dovuto farlo per far conoscere cosa pensa realmente Tremonti della sinistra, visto che molti esponenti di questa si sentono rappresentati da questo personaggio al punto di accostarlo intellettualmente e politicamente a Berlinguer. … Assurdo! Quelli del Pd addirittura coltivano il sogno di Tremonti che scalzerà Berlusconi per consegnare il potere a loro. Si resta senza parole! In questi giorni ci si chiede, e se lo è chiesto anche il New York Times, come mai il Pdl tiene nei sondaggi nonostante gli scandali. Ma signori, se l’opposizione continua a incensare Tremonti, anche tramite la stampa a lei vicina, è essa stessa che fornisce agli elettori di centro destra il motivo per cui devono continuare a votare da quella parte, e cioè che esiste un altro leader pronto alla bisogna. Di cosa ci meravigliamo?
Lo stesso Berlusconi sembra abbia imparato bene la lezione somministrata da Tremonti in questi anni, anzi si sarà compiaciuto come l’allievo abbia ormai superato il maestro nella diffusione di fuffe mediatiche, e così anziché farle le cose, ha scritto una lettera al Corriere piena di parole senza contenuto reale, come la modifica dell’art. 41 della costituzione (quando qualcuno chiederà a B. e T. di fare un elenco delle cose che vorrebbero fare e che l’art. 41 glielo impedisce?).
Adesso a B. manca solo il libro di successo per rimettersi a pari con il suo ex allievo. Gli suggeriamo di raccogliere i testi delle canzoni di Apicella, non se ne accorgerà nessuno dei recensori, e passerà come grande studioso liberalsocialista e lo inviteranno a parlare degli scritti di Amendola.
{ Pubblicato il: 03.02.2011 }