giovanni la torre
Nessun commentoNon se ne può più. La situazione rischia di volgere in tragedia e il nostro ministro genio non trova di meglio che insistere con metafore da sala giochi. Mi sembra ormai come quegli attori sul viale del tramonto che ripetono sempre le stesse battute che ormai non fanno ridere più nessuno (v. T. news n. 9). Come Zampanò de La Strada di Fellini il quale andava ripetendo sempre lo stesso numero che prevedeva oltre che lo spezzare la catena che avvolgeva il petto anche la battuta “dammi il ciufile che sparo”, alla quale non rideva più nessuno. I ragazzotti di CL invece mi sembrano come la povera Gelsomina la quale credeva che il mondo e la vita fosse solo quella che gli faceva vedere il suo padrone, fino a quando non ha incontrato il “matto” che in una serata in cui erano rimasti da soli fuori dei camper gli aveva fatto volgere lo sguardo verso il cielo stellato e gli parlò di un altro lato della vita. Abbiamo sentito un cronista di un TG dire “Tremonti non ha parlato della manovra, ha volato alto”. Quando arriverà un “matto” che farà capire a tutti questi cos’è veramente l’economia, l’analisi storica, il modo in cui si organizzano i ragionamenti, ecc.?
Alcun miei amici lettori mi hanno chiesto di tornare sugli eurobond, di cui ci siamo già occupati nella T. news n. 17, visto che è stato l’altro argomento “forte” di Tremonti a Rimini e che appare a molti una giusta proposta. Per eurobond si intendono due cose diverse: una raccolta comunitaria di risparmio per finanziare eccezionalmente grandi opere infrastrutturali di interesse europeo. In questo senso lo strumento ha alte probabilità che venga utilizzato nel futuro prossimo. L’altro modo di intendere è invece l’emissione da parte di un’agenzia europea di titoli al fine di acquistare i titoli in circolazione, oltre a quelli di nuova emissione, degli stati dell’eurozona fino al 60% del Pil della stessa eurozona. Il rimborso di detti titoli verrebbe garantito da tutti gli stati dell’eurozona. In questo modo, si dice, si avrà un rating medio che per i paesi meno virtuosi costituirà un miglioramento e quindi un abbassamento del costo. Inoltre i mercati si sentiranno rassicurati perché vi sarà una garanzia comune. Perché tutto questo sia vero occorre che la garanzia comune sia “solidale”, cioè ognuno garantisce per il tutto e in caso di default i creditori possono escutere a loro piacimento un garante piuttosto che un altro, perché altrimenti se la garanzia fosse pro quota non cambierebbe nulla rispetto a ora. Allora, il debito totale dell’eurozona è pari a circa 8.000 miliardi di euro, limitandolo al 60% del Pil ammonterebbe a circa 6.000 miliardi di euro. Questo significa che nell’ipotetica centrale rischi riguardanti gli stati sovrani a ogni stato dell’eurozona verrebbe iscritto un’esposizione, un rischio, pari 6.000 miliardi euro, come avviene per esempio nelle centrali rischi funzionanti presso le banche centrali per le imprese private esposte verso il sistema bancario sia per finanziamenti diretti che per garanzie prestate. Chiarito questo, il punto che i fautori di questi eurobond, come Tremont,i non chiariscono mai è come potrebbe accadere che per Germania e Francia, che oggi hanno la tripla A, permanga lo stesso rating nel momento in cui la loro esposizione, il loro rischio, passi dal livello attuale pari al loro debito singolo (rispettivamente circa 2.000 e 1.600 mld) a 6.000 miliardi per ognuno. E’ evidente che precipiterebbero verso un rating più basso con aggravi di costo e rischi di collocamento nelle nuove emissioni. Ogni tanto si parla di qualche scricchiolio anche per il debito tedesco, anche se poi viene prontamente smentito. Sapete qual è il motivo? E’ proprio la conseguenza del timore che i vari salvataggi si riversino sempre di più sulle spalle del paese più forte. Quindi come facciano a dire che i vantaggi ci sarebbero per tutti resta un mistero. Questi eurobond si potranno emettere, come ha affermato una volta per tutte Draghi e ora da Saccomanni, solo quando vi sarà un governo unico europeo che allineerà gli standard delle singole economie a quella del paese più virtuoso, sino a quel momento l’idea sembra una delle tante chiacchiere dette in libertà. Starei per dire che nell’attuale situazione non converrebbero neanche ai meno virtuosi, e questo perché verrebbe meno un salvatore forte di ultima istanza (la Germania) che comunque un minimo di sollievo ai mercati lo dà. Cioè è come quando ci sono delle persone che stanno per annegare, è meglio avere una persona che ogni tanto butta una ciambella ma che sta ben salda sulla nave o è meglio che protenda le braccia per far aggrappare tutti ma con il rischio che venga buttata giù anch’ella? E qualora optassimo per questa seconda scelta è giusto che anche la persona che sta sulla nave esprima la sua opinione? Tornando al nostro genio, egli parla indifferentemente dell’una o dell’altra ipotesi di eurobond in modo che in qualsiasi caso possa sempre dire “io l’avevo detto”. Tra l’altro, come rilevato altre volte, quando si riferisce a quelli che servono a finanziare la “domanda pubblica” per infrastrutture non si rende conto che contraddice le sue frequenti affermazione che “è finita l’era del deficit”. Ma queste cose ormai le conosciamo bene.
{ Pubblicato il: 29.08.2011 }