paolo ercolani
Nessun commentoUn banale esercizio di aritmetica potrebbe risolvere la questione e porre fine sin da ora a questo articolo. Il capo del governo italiano dichiara testualmente, non sapendo che le sue telefonate con un amico erano intercettate, che “l’Italia è un paese di merda” e che “di me si può dire tutt’al più che scopo, niente di più!”.
Ed ecco il banale esercizio di aritmetica: si prende la prima parte, quella per cui il capo del governo di un paese afferma perentoriamente che quello stesso paese è di merda, poi si aggiunge la sua ulteriore frase, che di lui che ne è il cittadino più influente si può tutt’al più dire “che scopa”, si sommano le due dichiarazioni e, senza troppo penare, si capisce agevolmente come mai viviamo in un paese di merda.
Ma l’aritmetica non è particolarmente in voga e, del resto, cavarsela con una semplice addizione non sembra condurre molto lontano. Certo è che, a parte i soliti e ormai patetici corifei del premier, che evidentemente si sono definitivamente convinti che il liquido bruno in cui nuotiamo è qualcosa di lindo e profumato (e hanno cominciato a farci i tuffi per divertimento, certi di convincere anche il popolo bue!), l’insurrezione moralistica è stata generale. A parte il fratello bello di Gigi D’Alessio, il buon Angelino Alfano che, con evidente sprezzo del ridicolo, non ha trovato niente di meglio da fare che ricandidare a capo del governo per le elezioni del 2013 l’autore delle frasi sull’Italia paese di merda, la condanna nei confronti del “Capocacca” è stata virulenta e senza appello.
Non senza alcuni elementi di ragionevolezza, bisogna ammetterlo. In diciassette anni di predominio quasi incontrastato da parte di Silvio B., di abile e sapiente capacità di controllo di tutti i gangli vitali del paese e di occupazione dei luoghi cardine del potere, un qualche ruolo di non secondaria importanza, questo baldo e vitale settantenne “che scopa”, lo dovrà pur avere svolto nell’infausta operazione di merdificazione dell’intero stivale.
Eppure, ci sia consentito dirlo anche a noi, onanisti della penna e non solo, coloro che si sono limitati alla condanna moralistica e senza appello delle frasi del premier, mi riferisco soprattutto agli esponenti dell’opposizione, non hanno fornito un grande contributo alle sorti del paese. Sì, perché nella foga di liberarsi finalmente del “porco”, ritenendolo ogni vola giunto al capolinea, non hanno dato l’impressione di essere in possesso di una visione onesta del paese, con la quale armarsi di proposte per uscire dalla situazione di grave crisi in cui esso si trova.
Blandire il popolo è quasi un dovere da parte dei politici di professione, ma l’esagerazione non paga, soprattutto in una fase quanto mai drammatica quale è quella in cui ci troviamo oggi.
Una fotografia sommaria e senza pregiudizi del paese, infatti, non mostra soltanto una classe politica squalificata, incompetente e priva di visioni “alte” per il futuro, ma anche un popolo che in buonissima parte, laddove gli è possibile, evade le tasse, cerca di sistemare figli, parenti e amanti alla faccia della meritocrazia, non legge libri, non si informa, non studia o cerca di farlo il meno possibile, si occupa del proprio orticello senza neppure considerare di vivere al’interno di una res publica, si dà pena per la prima giornata del campionato di calcio che rischia di saltare perché i giocatori, poveracci, sono costretti a scioperare per non pagare il contributo di solidarietà. Un popolo che sempre più se la prende con gli immigrati, con il diverso, con gli “altri” in genere, che in un drammatico crescendo rossiniano sono diventati tutti gli altri, perché questo è se non si comprende che nella situazione attuale di crisi terribile e forse irrimediabile, chi più ha deve rassegnarsi a una patrimoniale che dia fiato ai polmoni della macchina statale. Siamo un paese che vede i suoi giovani perdersi, bene che vada andare via, umiliati da una precarietà ormai strutturale e vergognosa, in cui i loro meriti non vengono neppure considerati. Un popolo che si ritrova le frasi del proprio capo di governo sbattute su tutti i giornali, fra puttane, faccendieri e malavitosi di ogni sorta!
Insomma, bisogna avere il coraggio di dirlo, con intenti ben diversi da quelli del capo del governo, il nostro paese presenta moltissimi elementi per essere definito un paese di merda e non sarà certo la retorica nazionalistica a tirarcene fuori. Saremo noi stessi se e quando sapremo prendere atto della questione, impegnandoci tutti quanti per venirne fuori con chiarezza di intenti e con un’onesta disponibilità al sacrificio commisurato alle proprie possibilità.
Ps Signor capo del governo. Insomma, sì, lei stavolta ha avuto in qualche modo ragione nelle sue affermazioni telefoniche. Non v’è dubbio che lei “scopi”, ma lo fa pagando profumatamente, spesso delle minorenni, circondandosi di criminali e faccendieri di ogni risma, soprattutto impegnando molto del suo tempo a contrattare carne umana mentre il paese, quello stesso paese che diceva di amare quando è “sceso in campo” (ops!), tracolla per una crisi di cui lei è il primo responsabile (se non altro per la posizione che oggettivamente ricopre). E allora, signor presidente, se nella sua aulica e sciagurata visione del nostro paese, immerso in un magma liquido indistinto, che lei ha avuto la bontà di definire come “merda”, dovesse riuscire a individuare una concrezione solida proveniente dal liquido stesso, insomma uno “stronzo”, tanto per parlar fuori di metafora, la pregherei seriamente di farsi venire dei seri dubbi, lei che è un esperto dello “scendere in campo”, rispetto all’identità del medesimo. Glielo chiede tutto il suo amato paese di merda!
{ Pubblicato il: 05.09.2011 }