La polemica fra Vasco Rossi e l’oncologo Franco Tirelli si presta ad alcune riflessioni che non vogliono essere critiche nei confronti della classe medica di cui abbiamo tutti bisogno, ma intendono segnalare alcuni rischi che si fanno ogni giorno più evidenti, perché i medici sono ormai diventati, in troppi casi, i direttori morali delle nostre coscienze e tendono  a presentarsi all’opinione pubblica come coloro che detengono non solo un legittimo e utile sapere tecnico, ma anche la scienza del bene e del male. Il cantante ha detto che, in caso di tumore, preferirebbe non farsi curare. Credo che la stragrande maggioranza delle persone la pensi diversamente e che anche molti di coloro che sono in ipotesi per il rifiuto delle cure, messi di fronte a un caso concreto che li riguardi direttamente, cambierebbero idea. Eppure Vasco Rossi su un punto fondamentale ha ragione: le cure non si possono imporre e, meno ancora, si può impedire che ciascuno dichiari apertamente come la pensa su un qualsiasi intervento medico. Esiste un diritto alla salute, ma non può esistere l’obbligo di essere a tutti i costi sani secondo le direttive della corporazione medica. Sostituire i preti delle religioni con i preti di una medicina che vuol farsi etica pubblica obbligatoria, non mi pare che sia un grande acquisto.

{ Pubblicato il: 06.09.2011 }