paolo ercolani
Nessun commentoA me non piacerebbe che le mie telefonate finissero su tutti i giornali. Mi capita di dire qualche parolaccia, di vantarmi di qualche fatto che finisco immancabilmente con l’esaltare o alterare a mio favore, posso pure arrivare a criticare il mio capo e, vabbé, visto che sto facendo un outing parziale le dico tutte, ad affermare che la mia amata Roma, per la quale sognavo di scendere in campo fin da bambino (per giocare a pallone…), quest’anno c’ha una squadra che fa cagare e la città un traffico di merda! Ok, sboccacciato il giusto, lievemente isterico, pronto a usare il telefono, e l’interlocutore, come valvola di sfogo delle mie nevrosi diurne e notturne. Anche soltanto immaginare di ritrovarmi a leggere questi miei sfoghi un po’ beceri sul giornale mi provoca una certa inquietudine e vergogna.
Da questo punto di vista posso immaginare la frustrazione, e persino la rabbia, del nostro capo di governo, che evidentemente “scopa” tanto ma non abbastanza da sfogare tutte le sue nevrosi e, puntuale come una domanda di Marzullo, finisce per alternare alle castronerie dette in pubblico quelle dette al telefono: l’Italia paese di merda, di me si può dire solo che scopo, quella è brava in una performance, l’altra in due performance, con tanto di risposte ancora più signorili e costumate da parte di quel beato circoletto di anime poetiche di cui si circonda (“Presidente, ma mi dica lei quale donna non sarebbe felice di venirle a fare una…se solo lei la chiama al telefono”). Che poi, sia detto per inciso, verrebbe da chiedersi per cosa altro ha tempo questo uomo vigoroso se sta sempre a copulare e a regalare soldi all’operatore telefonico della Colombia! Ma vabbé, sorvoliamo.
Ora, pare che ci sia il panico tra il suo staff e fra la compagine governativa perché starebbe per uscire un’intercettazione in cui questo altissimo statista del nostro capo di governo si rivolge a proposito della Merkel affibbiandole il titolo di “culona”. Che poi, anche qui, verrebbe da chiedersi e chiedergli: ma caro Silvio, proprio nei confronti del capo di governo della Germania quelle parole?! Cioè del paese che per ora sta trainando quel che resta dell’economia europea e sta salvando il “culone” della sua amata Italia?!
Ed ecco che per l’ennesima volta si grida allo scandalo. Giudici e giornali vengono messi alla berlina dai servi sciocchi dell’aitante presidente e dai sedicenti liberali (benpensanti) perché è sconveniente e disonorevole che in un paese serio come l’Italia si possano leggere su tutti i giornali le frasi del presidente del consiglio. Invece, evidentemente, che il suddetto presidente si esprima in quei modi e frequenti certa gente è ritenuto perfettamente normale e persino onorevole! Stranezze di un paese in cui, insieme al capo, speriamo che le classi dirigenti future avranno il coraggio di mandare via a pedate un sacco, ma proprio un sacco di gente.
Ma al di là di tutto, ad uso esclusivo di chi non lo sapesse, sveliamo l’arcano di come sia possibile leggere le frasi del presidente sui giornali. Giudici infingardi? Giornalisti disonesti? Nulla di tutto questo.
Nell’ordine le cose vanno più o meno così. In presenza di notizie di reato una persona viene messa sotto indagini. Lì, se ritenuto opportuno, si procede anche a intercettazioni telefoniche. La magistratura inquirente raccoglie le prove della notizia criminis e deposita la memoria accusatoria, allegando anche le prove accessorie, fra cui le intercettazioni telefoniche. Una volta che l’indagato e la difesa dello stesso vengono informati, la memoria accusatoria viene depositata e, a quel punto, la legge prevede che siano liberamente consultabile da chiunque. Da chiunque, chiaro?!
A questo punto sta alla professionalità, all’intuito, al coraggio del giornalista e alla libertà della testata per cui lavora andare a leggersi tutte quelle, in genere lunghissime, memorie accusatorie ed eventualmente pubblicare le intercettazioni telefoniche. E’ pienamente lecito, siamo nel pieno rispetto della legge. A questo punto potrebbe scattare l’ultima obiezione. Non è giusto che vengano pubblicate quelle conversazioni sputtanatorie prima dell’eventuale condanna dell’imputato. Si rovina una persona prima che si sia dimostrata la sua colpevolezza. Ma allora io mi chiedo: se al potere politico è spesso e volentieri concesso (e il nostro triste paese lo sa bene) il diritto al segreto di Stato, cioè a secretare certe notizie in omaggio all’interesse nazionale, perché non è ammesso lo stesso principio anche quando l’interesse nazionale è quello del popolo (e non del potere che vuole nascondere le proprie malefatte)? Ossia, non è interesse nazionale, cioè della nazione tutta, del popolo intero sapere che il proprio capo del governo passa buona parte del proprio tempo a mercanteggiare carne umana con briganti, faccendieri e puttane varie invece che trascorrere quello stesso tempo per curare gli interessi del suo amato paese di merda che sta andando a fondo?! E che per puro caso il suddetto signore si trova a governare?!
{ Pubblicato il: 12.09.2011 }