Rischia di spegnersi anche , in una marea di sfiducia e distacco dalla Istituzioni, la speranza di vedere all’orizzonte un parlamento rappresentativo della società e dei suoi contrasti, formato da persone scelte dai loro elettori che adempiano alla pubblica funzione con dignità e onore nell’interesse generale.
Piero Calamadrei, in Passato e avvenire della Resistenza, ricorda che subito dopo la Liberazione , 1945, «ci fu un periodo in cui ci illudemmo che la Resistenza, finita la guerra , fosse diventata una forza di pace, di pacificazione , di governo».
Fu la breve estate del governo Parri, annunciata a Piero, poco prima che il comandane Maurizio formasse il suo governo da Benedetto Croce in un colloquio con Calamadrei.
Croce gli aveva detto, per alimentare quella speranza, destinata bruscamente ad essere,a breve, stroncata: «Gli uomini nuovi verranno. Bisogna non lasciarsi scoraggiare dal feticismo delle competenze. Gli uomini onesti assumano con coraggio i posti di responsabilità, e attraverso l’esperienza gli adatti non tarderanno a rivelarsi».
Poche settimane dopo salì al governo un uomo nuovo, e coraggioso che non illuse e non deluse, «parlava senza enfasi e senza iattanza, lavorava 18 ore su ventiquattro, ascoltava gli umili con umana pazienza e riportava a poco a poco nella torbida indifferenza della burocrazia governativa il calore di un nuovo impegno morale; la sua onesta figura era ogni giorno un rimprovero e un ammonimento, ogni giorno la sua pacatezza laboriosa ricordava agli immemori che in Italia era nato qualcosa di nuovo: questo era il governo della Resistenza», abbattuto dopo pochi mesi da intrighi di politicanti che inaugurarono la lunga stagione della “desistenza”.
Come ignorare che il parlamento che lascia è quello del porcellum; altri nominati con le liste bloccate del rosatellum sono in attesa?
Una legislatura in cui si sono persi due anni per inseguire il sogno di vanagloria degli improvvisato artefici di una di un sgangherata e dannosa riforma costituzionale.
Ora, una conclusione deprimente e indecorosa, con l’affossamento del cosiddetto ius soli che ius soli non è, ma solo qualche ritocco di buon senso alla normativa sulla cittadinanza per non escluderne miniori, bambini e adolescenti, nati e residenti da tempo in Italia.
Quel che offende è peraltro il modo più del merito.
Furbizia e ipocrisia.
Ancora furbizia, anche sfacciataggine, per la vicenda del finanziamento di tre milioni di euro, uno all’anno, alla società IsiameD, che dovrebbe digitalizzare il made in Italy.
Una norma nascosta nelle pieghe della manovra sul bilancio che prima di Natale ha avuto il via libera dal Parlamento, addirittura sconosciuta al ministro dello Sviluppo, Carlo Calenda, passata con un emendamento presentato da un senatore di Ala, il gruppo di Denis Verdini, poi fatto proprio dal capogruppo Pd in commissione Bilancio.
Su Facebook , Mario Calderini, professore ordinario presso il Politecnico di Milano, ha chiesto spiegazioni direttamente agli esponenti politici: al deputato Stefano Quintarelli (ex Scelta Civica, ora nel gruppo Misto), a quelli del Partito democratico Paola Bragantini e Andrea Giorgis e ai senatori dem Stefano Esposito e Magda Zanoni.:
Così Calderini: «Andrea Giorgis, Stefano Esposito Paola Bragantini mi aiutate ad avere da Magda Zanoni una spiegazione del perché in legge di stabilità c'è un emendamento, promosso da Ala ma da lei modificato, che assegna tre milioni di euro a una società di informatica che solo da qualche mese si occupa di digitale senza alcuna forma di evidenza pubblica? Nel frattempo ho provato a capire chi ha dato parere favorevole nel governo ma al momento l'ipotesi più attendibile sono gli alieni".
Quintarelli risponde: «Regalo di Natale a Verdini».
Interviene allora il senatore Esposito senza eufemismi, colui che diceva che non possiamo permetterci di essere “buoni” con i richiedenti asilo e protezione internazionale: «Una marchetta necessaria ad avere i voti per approvare la manovra. Quando non hai i numeri subisci il ricatto dei piccoli gruppi. Per questo sono sempre stato un successo sostenitore del maggioritario. Vedrai con il proporzionale che spettacolo». E in nome della realpolitik suggerisce ai suoi interlocutori : «Non fare mai politica perché da millenni questa è la politica». E ancora: «Il Senato romano era così. Basta fare gli indignati».
Lo spettacolo continua: Quintarelli se la prende con il Pd e si rivolge così al collega Esposito: «Io penso che il problema non sia la marchetta a Verdini necessaria per ragion di stato per fare approvare la manovra (ma era davvero necessaria?). Comunque, anche lo fosse stata, se si fosse inserita in un contesto di cose positive a favore dello sviluppo del digitale in Italia, una marchetta - senza indignarsi – può essere accettata. Il problema è che non abbiamo trovato i soldi per le strutture per supportare la transizione digitale della PA. Lo sviluppo dell'ICT italico è stato negletto in questa come nelle precedenti leggi di stabilità e l'unica traccia che c'è è una marchetta. Ecco, secondo me è questo il problema.
In un post scriptum, così conclude: «E questa trascuratezza è un grave errore politico, segno di un partito che non capisce che il Paese è più avanti dei suoi leader politici e dei media che li rappresentano, se è vero come è vero che i documentari su intelligenza artificiale, crittografia, ecc. fanno più audience in seconda serata che non un segretario di partito a Porta a Porta».
Fine della sceneggiata.
Cambiando palcoscenico il prodotto non cambia.
IusSoli.
I senatori assenti in aula durante la votazione in Senato sullo ius soli.
Partito Democratico
- Bruno Astorre
- Vannino Chiti
- Grazia De Biasi
- Stefano Esposito
- Emma Fattorini
- Marco Filippi
- Paolo Paleotti Guerrieri
- Pietro Ichino
- Silvio Bachisio Lai
- Linda Lanzillotta
- Nicola Latorre
- Stefano Lepri
- Alessandro Maran
- Claudio Martini
- Claudio Micheloni
- Marco Minniti
- Giorgio Pagliari
- Roberta Pinotti
- Luciano Pizzetti
- Raffaele Ranucci
- Francesco Russo
- Francesco Scalia
- Pasquale Sollo
- Ugo Sposetti
- Gianluca Susta
- Salvatore Tomaselli
- Mario Tronti
- Renato Guerino Turano
- Sergio Zavoli
Art.1 Mdp
- Felice Casson
- Manuela Granaiola
- Doris Lo Moro
Gruppo misto
- Corradino Mineo
(Dalla pagina di Daniele Biacchessi caporedattore radio24 )
Mentre il giorno di Natale papa Francesco invoca un «mondo più umano e degno dei bambini di oggi e di domani», molti senatori hanno preferito andare in vacanza e guardare altrove e non negli occhi degli 800mila giovani adolescenti e bambini aventi diritto .
In particolare 29 del pd che pure, a parole, voleva lo ius culturae, taluni assenti dal mattino tanto per mettere le cose in chiaro ,oltre a 3 dell'mdp .
Quasi tutti i 5 stelle meno 5 presenti in aula alla chiama per contare il numero legale .
Mancavano 33 senatori per raggiungerlo.
Ma se tu che proponi la legge ti assenti in massa come puoi pensare che qualcun altro ti segua? Rimarrà in aula per irriderti e brindare alla sconfitta che tu stesso volevi. Senza ipocrisia.
Sono andati a fare il ponte ? Di dubbia correttezza sotto diversi profili .
In primis eticamente (non partecipi alla riunione della tua camera a cui devi partecipare salvo legittimo impedimento :assenteismo ingiustificato in quanto tale ). Ancora sotto il profilo politico (non partecipi per sostenere la legge proposta dal tuo partito ,a chiacchiere). Anche autolesionismo . Non partecipando impedisci in radice la possibile formazione di una maggioranza in aula e per di più, vieni "spernacchiato" dai detrattori della legge presenti in aula, in prima fila il sen. Calderoli .
Scorrettezza anche nei confronti di chi anche del tuo partito è presente in aula .
Ora, col rischio e non solo di essere additato dai tuoi elettori potenziali come inaffidabile. O incoerente.
Dopo rosatellum e commmissione banche/Boschi, non manca quasi più nulla alla caduta nel precipizio, ha detto qualche detrattore del pd ( ma il discorso va ben oltre e riguarda il meccanismo stesso di selezione del ceto politico e il loro rapporto con i cittadini), evocando lo spettro di Casini candidato da quel partito a Bologna.
La “desistenza” continua, mentre nel giorno in cui si celebra la promulgazione della Costituzione repubblicana, il Calenda tenuto all’oscuro di un emendamento alla legge che porta anche la sua firma, vaneggia di futura “legislatura "costituente".
No grazie, a vecchi e nuovi ,ma sempre vecchi decrepiti dentro, la cosa va avanti ciclicamente e salvi alcuni splendidi intermezzi, dal 1945, apprendisti stregoni !
Un anno dopo il secondo vittorioso referendum costituzionale in 12 anni e alla vigilia del 27 dicembre ,a 70 anni dalla promulgazione della Costituzione repubblicana ,dopo tante pseudo riforme "grandi "solo nella mente degli incauti e avventurieri proponenti,respinte dai cittadini a grande maggioranza, è venuto il momento di dire BASTA? O no?