elisa ferrero
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Nonostante sia passata una settimana dagli incidenti del Maspero, né le polemiche né le manifestazioni di protesta si placano. Oggi è morta l'ultima vittima, portando il numero degli uccisi a ventisette. Il Consiglio Militare ha risposto emanando una nuova legge anti-discriminazione che prevede tre mesi di carcere e una multa salatissima, fino a 100.000 sterline egiziane, per chi compie atti discriminatori in base alla religione, all'etnia o al sesso. Poi, i militari sono andati a colloquio con papa Shenouda, per discutere - sarà l'ennesima volta - i mezzi con cui combattere le tensioni settarie (chiudere la tv di Stato, ad esempio?). Nulla di tutto ciò, tuttavia, pare veramente soddisfacente.C'è subbuglio, invece, per quanto riguarda le candidature alle elezioni parlamentari. La scadenza, tanto per cominciare, è stata estesa di quattro giorni, fino al 22 ottobre. Sembra che molti partiti non fossero pronti con le liste. Inoltre, proprio al momento di presentare le candidature, le principali coalizioni partitiche si sono sostanzialmente disfatte. La Coalizione Democratica, ex alleanza islamo-liberale, dopo la defezione del partito liberale Wafd di qualche tempo fa, ha visto anche quella dei partiti salafiti e della formazione della Gamaa Islamiya, che hanno formato una nuova coalizione. La rottura è avvenuta con i Fratelli Musulmani, il cui partito Libertà e Giustizia è il leader della Coalizione Democratica. Questi ultimi, infatti, avevano escluso dalle posizioni preminenti delle liste elettorali tutti i candidati salafiti, accaparrandosi il 65% dei posti disponibili. Adesso, salafiti e Fratelli Musulmani si troveranno in concorrenza.Ma anche il Blocco Egiziano, la coalizione liberale di sinistra, ha subito divisioni. Ad andarsene è stato il partito Misr al-Hurriya, del noto intellettuale Amr Hamzawi, il quale si è unito a una terza (o quarta?) coalizione che include anche il Movimento 6 Aprile e la Coalizione dei Giovani della Rivoluzione. Il motivo della defezione di Misr al-Hurriya è lo stesso di quello menzionato nel caso dei salafiti: una disputa sulle candidature, monopolizzate dal Partito degli Egiziani Liberi, quello di Naguib Sawiris, il padrone della Orascom. Non c'è da stupirsi, dunque, che la scadenza per la presentazione delle candidature alle parlamentari sia stata rimandata.Chi invece non potrà presentarsi né alle parlamentari, né alle presidenziali è Ayman Nour, già candidatosi contro Mubarak nel 2005. Per "punizione" era stato sbattuto in galera con l'accusa di frode. Oggi, la Corte di Cassazione ha confermato il verdetto di condanna, del quale Ayman Nour aveva chiesto la revisione. Pertanto, avendo la fedina penale sporca, non potrà più candidarsi ad alcunché.Nel frattempo, l'Egitto è in attesa della dichiarazione ufficiale dei risultati delle elezioni del sindacato dei medici. Sono due giorni che tento di districarmi tra notizie contrastanti che attribuiscono, di volta in volta, una vittoria schiacciante ai Fratelli Musulmani o il successo agli Indipendenti. In realtà, mi par di capire che le cose sono complicate, perché i risultati variano da zona a zona. Al Cairo gli Indipendenti avrebbero riscosso maggior successo, ma i Fratelli Musulmani avrebbero comunque conquistato la posizione di Segretario. Cercheremo di capirne qualcosa di più nei giorni a venire.Intanto, però, è partito un altro micidiale sciopero a oltranza, quello degli operai Telecom, che hanno tra l'altro minacciato di far saltare le linee dei telefoni fissi e i collegamenti internet. Gli operai Telecom chiedono la destituzione in massa del consiglio direttivo, ancora legato al vecchio regime. Questi scioperi, anche se non se ne parla, sono lotte dure quanto le proteste di piazza, se non di più. Spesso, i lavoratori in sciopero vengono arrestati e picchiati come tutti gli altri manifestanti. In aggiunta, capita che i leader degli scioperi e i sindacalisti spariscano misteriosamente, come è successo per le proteste dei medici. Giorni fa, alcuni operai Telecom avevano preso come ostaggio, per ventuno ore, l'amministratore delegato, da loro accusato di corruzione, poi erano stati arrestati con l'accusa di tentato omicidio. Naturalmente, i loro colleghi in sciopero ora chiedono anche il rilascio degli autori del sequesto, oltre alle dimissioni dei manager, ma - udite, udite - sembra che non chiedano affatto un aumento di stipendio. Si tratta "soltanto" di una lotta alla corruzione. Proprio vero, forse, che la rivolta si è spostata dalla piazza all'interno di case, uffici, ospedali, scuole, industrie, chiese, ecc. ecc........
p.s: nella vignetta, un generale spiega: "E com'è chiaro dal disegno, questo è il nostro piano per gestire la fase di transizione".
i Fratelli Musulmani perdono il monopolio del sindacato dei medici (news n. 193)
Finalmente svelato l'arcano sulle elezioni sindacali dei medici, il cui risultato svela uno scenario davvero interessante. I giornali che nei giorni scorsi hanno sventolato la schiacciante vittoria dei Fratelli Musulmani - al-Ahram in testa - hanno dimenticato di menzionare un dettaglio importante, cioè che i Fratelli Musulmani, in realtà, hanno perso il monopolio che avevano prima, arretrando considerevolmente. Un prospettiva molto diversa, dunque.
Oggi, tuttavia, altri quotidiani, e numerosi individui sui social network, forniscono il quadro dei risultati, che riassumo qui per lasciarvi giudicare da soli. La formazione Medici per l'Egitto, sostenuta dai Fratelli Musulmani, vince, ma perde il controllo totale del Consiglio Nazionale del sindacato, vincendo 18 seggi su 24. Conquistato anche il posto di Segretario Nazionale, ma il neo-eletto non è un membro della Fratellanza, come ha tenuto a precisare lui stesso. La lista degli Indipendenti, nata da poco dopo la rivoluzione, vince, quasi a parimerito, nelle sezioni di diversi governatorati, assumendo il controllo di 14 consigli su 27. Al Cairo, i Fratelli Musulmani mantengono il direttore della sezione locale, ma perdono 14 seggi su 16 nel consiglio. Ad Alessandria, 10 seggi su 12 vanno agli Indipendenti, incluso il posto di direttore di sezione. A Suez, roccaforte storica dei Fratelli Musulmani, questi ultimi non guadagnano nemmeno un seggio. Persino ad Ismailiya, culla della Fratellanza, perdono la maggioranza.
Nonostante la campagna mediatica di alcuni giornali, non mi sembra dunque che si possa affermare che i Fratelli Musulmani abbiano intascato una vittoria schiacciante. La lista degli Indipendenti, appena nata e molto meno organizzata, ha strappato un notevole successo. Inoltre, tranne alcune contestazioni, queste elezioni sono considerate le prime realmente trasparenti e dimostrano che i Fratelli Musulmani non sono affatto imbattibili, come qualcuno teme. Altro dato interessante è che il 20-25% dei medici sono copti e, ulteriore buona notizia, Mona Mina, già menzionata in questa newsletter tempo fa come leader dello sciopero generale dei medici, donna e copta (e dunque soggetto discriminato per eccellenza, secondo i canoni comuni), è stata eletta nel Consiglio Nazionale.
Questi risultati, secondo me, dimostrano che le forze laiche, avendo il tempo necessario per organizzarsi e a patto che le consultaziono elettorali non siano truccate o influenzate da pressioni esterne, possono farcela benissimo contro gli islamisti. Questi, completamente assenti nell'attuale movimento di scioperi e proteste sociali che sta attraversando il paese, quando il dibattito si sposta dall'identità religiosa sui problemi sociali e concreti, si possono battere. Inoltre, la partecipazione dei copti, che sono il 10% di una popolazione di più di 80 milioni, è essenziale e può fare la differenza.
Gli islamisti, inoltre, sono ancora più divisi, dopo che i salafiti hanno lasciato la coalizione con i Fratelli Musulmani. Il blogger Sandmonkey ha riassunto la situazione con una battuta: "Salafiti contro Fratelli Musulmani = Arabia Saudita contro Qatar = distruzione dei voti islamisti = gran divertimento per tutti!". Speriamo che abbia ragione. Intanto, i Fratelli Musulmani compiono un'altra mossa impopolare: l'Ufficio della Guida ha ordinato (ebbene sì) a tutti i membri della Fratellanza di aderire al partito LIbertà e Giustizia. I giovani Fratelli Musulmani, che da tempo chiedono più democrazia interna e in parte appoggiano i partiti di alcuni dissidenti, sono già sul piede di guerra.
Ma le buone notizie, oggi, non sono finite qui. Anche le donne, che stanno sempre tentando di affrancarsi dalla tutela benefica dell'ex first lady Suzanne Mubarak, si stanno muovendo. L'Associazione delle Donne Arabe ha annunciato di aver fatto domanda per la costituzione del proprio partito, l'Unione delle Donne Egiziane. L'obiettivo immediato è coinvolgere cinque milioni di donne (cinque milioni!) nella campagna a sostegno delle candidate donne alle parlamentari, boicottando invece quei partiti che non danno spazio ai diritti delle donne. Secondo obiettivo è lanciare un'altra campagna per eliminare l'analfabetismo femminile in due anni, così forse, attraverso l'educazione, si elimineranno anche tanti dei problemi che affliggono le donne, ad esempio l'infibulazione.
Come si vede, mentre islamisti e conflitti settari tengono le scene, la società egiziana è tutta in attività, un movimento sotterraneo inarrestabile che, prima o poi, emergerà visibile in superficie. E' importante quindi, di tanto in tanto, dargli visibilità fin da ora e il giusto merito. Ci sarebbero anche altre notizie, ma oggi era doveroso dare risalto a questo aspetto.
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{ Pubblicato il: 17.10.2011 }