Tutti scrivono lettere, la Bce a Berlusconi, Berlusconi all’Unione europea, e adesso, a quanto pare, 27 parlamentari Pdl a Berlusconi. Veramente costoro per ora risultano anonimi e gli indiziati si affannano a smentire questa loro presunta attività epistolare. Il momento è drammatico e, più che scrivere lettere, bisognerebbe avere il coraggio di prendere decisioni. Le condizioni che l’Europa ha posto all’Italia, comunque le si voglia giudicare, sono gravose e daranno luogo, nei prossimi mesi, a un conflitto sociale aspro, con manifestazioni che potrebbero assomigliare a quelle che si sono viste recentemente in Grecia. Non si comprende bene, quindi, che cosa abbia da festeggiare la precaria maggioranza del governo Berlusconi. Se intende mettere in pratica le promesse che ha fatto a Bruxelles, deve prepararsi ad affrontare situazioni nelle quali potrebbe collassare definitivamente. Più che mai il paese ha bisogno di un governo autorevole o, in caso contrario, come è più probabile, di andare in fretta alle elezioni. Bisogna che Berlusconi si rimetta alla scrivania e scriva una bella lettera, questa volta a Napolitano: “Consapevole che con me non si va da nessuna parte, mi dimetto”. Non ci vuole molto: una frase, un rigo appena.

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{ Pubblicato il: 28.10.2011 }