Non sappiamo se il governo Monti avrà successo, se riuscirà a portar fuori l’Italia dalla gravissima crisi finanziaria ed economica in cui è precipitata; d’altra parte l’esito non dipende esclusivamente dalle scelte che farà il governo italiano. Certamente, però, esso rappresenta una novità importante nella politica del nostro paese e ancora più importante diventerà se avrà successo. L’opinione pubblica italiana dà oggi un giudizio molto negativo sul funzionamento della democrazia parlamentare e sulla classe politica in genere. Se Monti dovesse, come naturalmente gli auguriamo, riuscire nel suo compito, molti cittadini vedrebbero confermata la loro convinzione che i costi della politica democratica sono esorbitanti rispetto ai concreti vantaggi che essa procura. Si apre, quindi, per i partiti, una fase difficile durante la quale dovranno avere il coraggio di ripensare a fondo il loro ruolo, per adeguarsi alle trasformazioni della società che sono chiamati a rappresentare. Questo governo tecnico non è ancora il trionfo della tecnocrazia, è costretto a cercare il consenso parlamentare e deve sottomettersi ai principi fissati dalla Costituzione. Ma se la crisi della politica continuerà, se essa si mostrerà incapace di governare i nuovi processi economici, la gente si convincerà sempre più che la politica democratica è una sovrastruttura inutile, anzi dannosa. Non solo in Italia, ma anche in Europa.
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{ Pubblicato il: 17.11.2011 }