Tecnici o politici che siano, bisogna che coloro che ci governano, oltre a star dietro allo spread, ai mercati e alla borsa, ascoltino attentamente quello che si dice nella case degli italiani comuni e che viene spesso coperto dal cicaleccio dei talk-show televisivi, dove si vedono e si ascoltano signori che chiaramente non hanno problemi di sopravvivenza quotidiana, ma discettano, più o meno amabilmente, su quelli altrui. Non si dice questo per fare del facile populismo, ma perché la politica dovrebbe smettere di avvitarsi sui consueti giochi di potere, risentimenti, dispetti e ridicole vanterie. Se si parla davvero con i semplici cittadini, si scopre facilmente che il sentimento dominante è la paura, il timore che i sacrifici, oggettivamente necessari per impedire il naufragio, toccheranno ancora una volta ai ceti sociali più fragili, a quelli che si possono colpire senza che siano in grado di far valere i veti che scattano appena si vanno a toccare i ceti dominanti e le corporazioni più agguerrite. Monti ha dichiarato che non sarà così e certamente Monti è uomo d’onore; eppure il sospetto resta, mentre il disagio sociale cresce e aumenta anche il numero di coloro che si sentono lontani dalle istituzioni, quali che siano gli uomini che le rappresentano.

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{ Pubblicato il: 18.11.2011 }