E’ lì sulla linea che separa la terraferma dalle acque che minacciano di inghiottirlo, il soldato Minzolini, fedele perinde ac cadaver al suo comandante Berlusconi, che lo ha però abbandonato al suo destino. Non vuole arrendersi, spera sempre che qualcuno venga a salvarlo, o almeno gli garantisca ancora la poltrona direttoriale per qualche mese. Poi si vedrà, possono succedere tante cose, le elezioni magari. Intanto tutti congiurano contro di lui per strappargli la corona con cui Silvio lo ha incoronato “direttorissimo”. Ci si è messo anche il gran premio automobilistico del Brasile a portargli via ascolti, mentre ci sono perfidi ricercatori, probabilmente comunisti, che certificano che la sua credibilità è ormai pari a quella di Emilio Fede. Adesso il suo capo si è messo perfino a incoraggiare Monti, a dire che bisogna lasciarlo lavorare in pace, suscitando l’ira di Giuliano Ferrara che ha accusato il cavaliere di essere troppo buono. Fra i cantori del berlusconismo serpeggia lo smarrimento, sospettano che per loro dopo il 25 luglio arrivi l’8 settembre : tutti a casa.

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