C’era una volta il papa Pio XII che era detto giustamente papa enciclopedico. Quando riceveva gruppi di fedeli, insegnava alle sarte come si cuciono i vestiti, alle ostetriche come si aiutano i bambini a nascere, ai floricultori l’etica che deve presiedere alla coltivazione dei tulipani o dei rododendri. Forse sto esagerando un po’, ma la vocazione pedagogica di papa Pacelli era davvero incontenibile. Adesso abbiamo Ratzinger che è una persona colta, ma certamente non pretende di essere enciclopedico. In compenso possiamo disporre del cardinal Ravasi, che, come ci informa un malandrino articolo di Repubblica, non solo spazia con disinvoltura dai testi sacri alla cibernetica e alle neuroscienze, ma è presente su Twitter, manda sms (chi l’avrebbe mai detto) e organizza in Vaticano perfino “incontri inediti per giovani blogger”. Inoltre, nel suo attivismo incontenibile, l’eminentissimo Ravasi gira il mondo aprendo in ogni angolo della terra un “cortile dei gentili” nel quale, bontà sua, fa entrare anche gli atei. Non per nulla ha ricevuto gli elogi di un’altra eminenza reverendissima, Eugenio Scalfari, che gli ha dato la sua benedizione laica. Una sola domanda: fra un blog e un tweet, fra una predica e una chat, fra una conferenza televisiva e un corsivo, trova Sua Eminenza il tempo e lo spazio per consigliare ai suoi confratelli il pagamento delle tasse?

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