Speriamo che il ministro Profumo se la cavi, dopo l’annuncio della riapertura dei concorsi per ogni ordine di scuola. Da molti anni non hanno luogo, mentre vige il sistema delle graduatorie ad esaurimento. In questo modo molti giovani preparati e che hanno scelto per vocazione la professione dell’insegnante, si trovano il cammino sbarrato dalla moltitudine di coloro per i quali l’insegnamento è soltanto un mezzo per sfuggire alla disoccupazione. Le preoccupazioni di costoro sono umanamente comprensibili e si dovrà, in qualche misura, tener conto anche dei loro diritti, ma è arrivato il momento di introdurre nella scuola pubblica quei criteri di merito che soli la possono salvare dal degrado e dalla concorrenza sleale delle scuole private che ricevono finanziamenti ad esse costituzionalmente non dovuti. Noi ci auguriamo che il governo, oltre a riaprire i concorsi per far emergere gli insegnanti più colti e appassionati, aumenti gli stanziamenti per una scuola ridotta spesso, per i tagli lineari di Tremonti e Gelmini, a mendicare fondi presso le famiglie. Per la scuola bisogna spendere molto e bene, non curandosi troppo delle proteste corporative che anche in questo caso non mancheranno.

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