C’è chi dice che se tutti pagassero le tasse dirette e indirette regolarmente dovute, non ci sarebbe bisogno di fare manovre lacrime e sangue e di mettere sempre di nuove. E c’è chi risponde che gli italiani evadono il fisco perché le tasse sono troppe. A costoro, però, si può tranquillamente rispondere che, finché ci sono, le tasse vanno comunque pagate, magari battendosi per una futura riduzione. Ma il dovere fiscale deve essere in ogni modo rispettato. Vorrei aggiungere qualcosa di più, su cui molti non saranno magari d’accordo: anche coloro che svolgono attività benefiche non debbono essere esentati da questo dovere. La prima carità (se vogliamo chiamarla così) è quella che si compie dando al Cesare democratico i mezzi che gli servono per fornire a tutti i cittadini i servizi essenziali alla convivenza. Ogni altra carità viene dopo; ci potranno magari essere delle agevolazioni, ma non un’esenzione totale. Oltretutto la carità privata implica sempre un sacrificio finanziario personale o di gruppo, non si può addebitarne l’intero carico allo Stato. Purtroppo in Italia, per il malgoverno dei tanti Cesari che si sono succeduti nei secoli, il dovere fiscale non si è radicato nelle coscienze e molti pensano, a cominciare dalla Chiesa, che lo Stato sia soltanto una vacca da mungere.

[PER LEGGERE I PRECEDENTI "PASSO DOPO PASSO" DI PAOLO BONETTI CLICCARE NELLA COLONNA DI SINISTRA SUL VOLUME "PASSO DOPO PASSO"]