Se c’è una cosa che suscita rabbia nei cittadini, è sentirsi presi in giro dalla classe politica. Nella vita di una nazione ci sono situazioni difficili la cui responsabilità non si può attribuire direttamente a chi ci governa, perché troppi sono i fattori, non tutti controllabili, che hanno contribuito a generarla. Ma la faccenda dell’amministratore della defunta Margherita, che si mette in tasca tredici milioni del finanziamento pubblico, con il segretario ed altri dirigenti che fingono di non aver mai sospettato di nulla, questo è veramente troppo e farebbe perdere la pazienza anche al biblico Giobbe. E’ ora che la legge si occupi di questi territori di caccia riservata  che sono in Italia i partiti. Altrimenti si abolisca davvero (lo avevamo già fatto con un referendum, ma il risultato è stato furbescamente aggirato) il finanziamento pubblico e i partiti cerchino apertamente i loro soldi nelle rispettive lobby di riferimento. Tanto lo fanno già di nascosto, e allora si introduca almeno un po’ di schiettezza nei rapporti finanziari di questi organismi che si fanno gli affari loro a nostre spese. Il governo Monti è chiamato a razionalizzare, in molti campi, una situazione politica ed economica ormai insostenibile. Lo faccia anche nel settore dei partiti. O stavolta o mai più, se la democrazia parlamentare deve avere un avvenire.

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