Non sappiamo se tutto ciò che, in questi ultimi giorni, si è letto sui giornali e visto in televisione a proposito della chiesa cattolica, dei suoi intrighi e della sua corruzione, corrisponda a verità. Non siamo vaticanisti, non frequentiamo i sacri palazzi, non conosciamo le singole persone di cui si parla. Ammettiamo pure che si tratti solo di pettegolezzi e di farneticazioni, ma il semplice fatto che questi pettegolezzi e queste farneticazioni circolino in ambienti vicinissimi al papa ci fa misurare l’abisso che c’è fra la parola evangelica e il mondo viperino che dovrebbe esserne il diffusore. Si dirà che gli uomini di chiesa sono anch’essi uomini, con tutti i vizi, le vanità e gli egoismi della comune umanità. E sta bene, ma questi uomini dicono di essere coloro a cui Gesù, che essi identificano con il Cristo, il Redentore, ha affidato una missione di salvezza fondata sulla verità e sulla carità. Ma quale carità ci può essere in un ambiente dove circolano, a detta di coloro stessi che ne fanno parte, infamie  come quelle di cui si parla? In quanto alla verità, in quale pagina del vangelo stanno le arroganti affermazioni che su ogni questione morale pronunciano questi falsi profeti?

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