Per quanto possa essere cialtrone e sboccato (ma lo seguono più di quattordici milioni di italiani), il povero Festival di Sanremo non merita il trattamento che gli ha riservato la signora Lei, direttrice generale della Rai, che lo ha commissariato seduta stante, dopo le proteste della chiesa cattolica per le cose dette da Celentano. Ma questa signora non conosceva il cantante, le sue opinioni e il suo modo di esprimerle? Oppure si è comportata furbescamente, pensando di incrementare gli ascolti e al tempo stesso di farla franca con le superiori autorità? Soprattutto non meritano questa indegna commedia i telespettatori italiani, che non sono tanti bravi cattolici che debbono essere protetti dall’eresia celentanesca. E la stessa Rai, per quanto degradata da anni di sottogoverno, non merita una simile direttrice, quella Rai che un tempo sapeva offrire anche intrattenimento di alta classe (si pensi al commissario Maigret di Gino Cervi) e adesso si deve adattare ai diktat di una signora  che prima dà il suo assenso a spettacoli di gusto molto discutibile e poi manda il commissario Marano a censurarli. Il governo Monti ha avuto il coraggio di dire no alle Olimpiadi, deludendo le attese di molti profittatori in agguato; deluda subito e con la necessaria energia anche quelle di tutti coloro che sperano di perpetuare quella greppia di stato che da gran tempo è diventata la Rai.

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