La memoria corta degli Italiani permette ai colpevoli di tante malefatte che ci hanno condotto sull’orlo del baratro di restare impuniti.
L’Oscar va a Silvio Berlusconi.
I destinatari dei nostri messaggi conoscono il voluminoso dossier di tutti i danni che ha causato al nostro Paese.
Quando il Governo Berlusconi nel 2004 ha proposto la nomina di Rocco Buttiglione come Commissario al posto di Monti, aveva ricevuto due pesanti “no” dal Parlamento Europeo.
Forte del fatto che nessuno ricorda quanto è veramente successo, il Cavalier Caimano si vanta adesso di essere stato lui a proporre Monti come Premier e dice di identificarsi con l’attuale Governo, al quale esprime fedeltà e solidarietà.
Probabilmente è preoccupato dai sondaggi “in caduta libera” che lo riguardano, e accarezza l’idea di non presentarsi capolista, come è accaduto sempre in passato, alle Amministrative di maggio 2012.
Non c'è dubbio che l’inadeguatezza della classe politica, o peggio la frequente collusione fra illegalità pubblica e privata, abbiano contribuito ad aggravare la situazione italiana.
Il 16 febbraio scorso, alla ricorrenza dei vent’anni dell'inchiesta "mani pulite", il Presidente della Corte dei Conti, Luigi Giampaolino, denunciava l’accresciuta diffusione della corruzione e malaffare, calcolata in 60 miliardi di euro.
Mentre gli italiani si rendono conto che è indispensabile voltare pagina, e chiedono ai Parlamentari (anche a quelli nominati e non eletti) un atto di responsabilità, non fa che aumentare l'avversione, con attacchi di opinionisti e politici perfino sul piano personale, contro Monti e i Ministri del suo Governo, che hanno il mandato di guidare l'Italia fuori dalla crisi.
Non stupisce, anche se dispiace, questo atteggiamento: in troppi sono consapevoli di quanto potrà essere difficile per loro farsi rieleggere se l'attuale Esecutivo arriverà a fine legislatura avendo raggiunto qualche buon risultato e soprattutto dimostrato che esiste un modo di governare nell'interesse del Paese, capace di ridare dignità alla politica.
Una delle accuse che più frequentemente vengono mosse al Prof. Monti è di non essere stato eletto, anche se la procedura con la quale è diventato Presidente del Consiglio è legittimata dalla nostra Costituzione e dai precedenti dei Governi Pella, Ciampi e Dini. Al Parlamento Europeo di Strasburgo Il deputato Gollnisch, dell’estrema destra di Le Pen, glielo ha ricordato. Il Primo Ministro ha risposto: "credo che se avessero chiesto a lei di formare un Governo, in un momento particolarmente difficile per il suo Paese, non si sarebbe rifiutato solo perché non eletto dal Popolo".
La cattiva memoria degli Italiani, oltre a dimenticare illegalità e colpe gravi, rimuove perfino meriti eccellenti.
Ci riferiamo alla battaglia condotta, e vinta, nel 2004, da Mario Monti in qualità di Commissario alla Concorrenza, contro la posizione dominante di Microsoft, il cui monopolio nel software avrebbe impedito il moltiplicarsi di lettori multimediali come l'I-pod, di software per la condivisione e il commercio di musica e video, di programmi per la navigazione su internet e così via.
I Governi dei Paesi UE non possono illudersi di trovare soluzioni nazionali ai problemi che ostacolano l’uscita dalla crisi, che coincide, ora più che mai, con il progresso del progetto europeo.
E' per questo che occorre guardare ai Parlamenti degli Stati membri e contemporaneamente all'Europa, operando perché si rafforzino i partiti in grado di fare da trait-d’union fra cittadini ed istituzioni, nazionali ed europee.
Non tutti credono nei ricorsi storici ma in questo caso ci corre l’obbligo di ricordare che nel 1981 era toccato ai Ministri degli Esteri Hans-Dietrich Genscher ed Emilio Colombo ridare forza al percorso di integrazione europea per uscire dalla crisi di allora, iniziata negli anni ’70.
I movimenti e le organizzazioni federaliste avevano preparato il campo per l'avvio dell’integrazione monetaria dell’Europa, passo indispensabile per ridare alla Comunità Europea e al Mondo la stabilità che si era persa con la fine degli accordi di Bretton-Woods.
Nella dichiarazione congiunta, sottoscritta dai due Ministri, può essere riconosciuta la genesi politica dell’euro. Il documento si apriva con queste parole: "non possiamo concentrare i nostri sforzi unicamente sulle questioni economiche. Al contrario, dobbiamo concentrare la nostra attenzione sul grande disegno dell’unificazione politica dell’Europa".
La crisi odierna ha nuovamente dato spazio a chi ha convenienza nel distruggere la speranza nell'Europa, e auspica il ritorno a quei nazionalismi che dopo l'esperienza di due Guerre Mondiali, si sperava di aver definitivamente ripudiato.
Gli anti-europeisti da sempre cercano di far leva sulle debolezze interne degli Stati membri; così facendo, apportano un danno ancor più grave al loro stesso Paese.
Angela Merkel, dopo il fallimento dei suoi due candidati eletti alla Presidenza della Repubblica, è in difficoltà, e dovrebbe essere più malleabile, tanto che è stato subito eletto, con voto bipartisan, il candidato dei socialdemocratici e dei liberali: il Pastore Protestante Joackim Gauck, ritenuto da molti il “Nelson Mandela” tedesco, per la sua incessante opera di attivista a favore della pace e dei diritti umani.
La vicenda personale del neo-eletto Presidente è emblematica. Quando aveva 11 anni il padre venne prelevato dalle forze di occupazione sovietica e deportato in un gulag in Siberia. La famiglia non ebbe sue notizie per quattro anni. Questo episodio, come lo stesso Gauck ricorda, è stato determinante per accendere in lui la passione politica e per la lotta a favore dei diritti umani. Ancora ragazzo, si era rifiutato di aderire alla Gioventù Libera Tedesca, il partito dei giovani socialisti della Germania-Est, e per questo gli fu impedito di continuare gli studi in giornalismo, in quanto etichettato come “incorreggibile anti-comunista”. Da Pastore della Chiesa Protestante di Mecklenburg, proseguì la sua attività di oppositore al regime e per questo non cessò mai di essere sorvegliato speciale, e perseguitato, dalla polizia segreta Stasi. Come conseguenza del suo attivismo, ai suoi figli venne negato il diritto all’educazione.
Ho conosciuto Gauck nella prima metà del gennaio 1990 quando avevo fatto parte di una delegazione dell’Internazionale Liberale, guidata dal Ministro Genscher. Avevamo il compito di prendere contatto con quanti in Germania-Est avrebbero potuto diventare interlocutori dei partiti liberali dell’Occidente. La missione era difficile poiché nella Repubblica Democratica non esisteva una opposizione attiva, anche se clandestina, come in Polonia con Solidarność, in Russia stessa e in altri Paesi del Patto di Varsavia. Infatti chi voleva fuggire nella Germania-Ovest rischiava la vita e solo le persone anziane o malate erano autorizzate ad andarsene; l’unica opposizione degna di questo nome era quella organizzata nell’ambito della Chiesa Evangelica-Luterana.
La nostra delegazione prese contatto con loro la sera tardi, nella sagrestia di una Chiesa di Berlino Est; siamo rimasti impressionati dalla personalità e dalla cultura delle straordinarie persone incontrate. Ci fu presentato un docente di fisica teorica con il commento: “se avesse potuto insegnare in Occidente, sarebbe stato un secondo Einstein”.
La Cancelliera tedesca ha un concetto etico del denaro. È opportuno ricordare che la parola schuld significa sia “debito” che “colpa”.
La Germania, e certamente l’Italia, vivono oggi una difficile e complessa situazione interna, ma possono al tempo stesso contare sulla presenza al vertice istituzionale di personalità di alto profilo, che possono ridare slancio all’integrazione europea, anche attraverso un deciso atto politico.
Ricordando gli esempi del passato, il Presidente Monti e la Cancelliera Merkel hanno oggi l’opportunità di guidare, sorretti dalla forza morale ed etica, ancor prima che politica, delle Presidenze della Repubblica italiana e tedesca, il prossimo passo nel cammino verso l’integrazione economica e sociale dell’Unione.
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{ Pubblicato il: 22.02.2012 }