Andrea Carandini, presidente del Consiglio nazionale delle Belle Arti si è dimesso; Bruno Cagli, presidente di Santa Cecilia si è dimesso anche lui; il ministro dei Beni Culturali Sandro Bondi vuole andarsene e per questo motivo è in sciopero da mesi; non ci sono più soldi  per l’arte, la musica, il teatro, il cinema. In quanto al paesaggio, dove ancora non si è provveduto, si interverrà con un bel piano casa redatto dal fratello di Berlusconi. Probabilmente il capo del governo pensa che è ora di disboscare questi settori della vita nazionale monopolizzati da comunisti, radical chic e parassiti vari. Qualche suo consigliere culturale probabilmente gli ha suggerito che, fra quella gentaglia, ci sono anche molti azionisti, ma sugli azionisti Berlusconi sa poco e quindi non li teme. Sospetta invece che i giudici si siano infiltrati anche fra gli orchestrali e vogliano incastrarlo suonando l’inno di Mameli e inimicandogli Bossi.

{ Pubblicato il: 16.03.2011 }