Gli scandali della sanità, da nord a sud, sono ormai quotidiani. E in questi scandali c’è sempre coinvolto qualche politico regionale (presidente o assessore), qualche imprenditore più o meno disinvolto e maneggione, qualche dirigente delle varie sanità regionali e qualche medico ben fornito di protettori politici. Quando si costituisce una nuova giunta regionale, l’assessorato più ambito, quello attorno a cui si scatenano lotte feroci di partiti, correnti e clan, è, manco a dirlo, quello della sanità, dal momento che gran parte dei bilanci regionali riguardano questo settore. Attorno ad esso ruotano interessi enormi ed è un continuo mescolarsi di politica, affarismo, carrierismo manageriale e medico. Perfino le regioni in cui, tutto sommato, il servizio funziona in modo tale da soddisfare gli utenti e i bilanci sono in pareggio o quasi, la gestione è comunque contaminata dalla politica dei partiti che favoriscono le loro potenti clientele da cui, inevitabilmente, si aspettano qualche controfavore. In Lombardia, dove pure il sistema sanitario funziona meglio che altrove, pare che tutto sia nelle mani della lobby di Comunione e liberazione. E questo aiuta a capire l’ininterrotto dominio elettorale di Formigoni. Si parla tanto di poteri forti che condizionano la vita politica italiana, ma sarebbe bene non dimenticare che, accanto a Sua Santità, c’è anche Sua Sanità.

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