Le conclusioni del vertice Monti – Barroso sulla crescita pare siano
le seguenti:
- devono riprendere gli investimenti senza aumentare l’indebitamento e
senza compromettere il raggiungimento dell’equilibrio dei bilanci
pubblici;
- la crescita deve avvenire attraverso un miglioramento della
competitività quindi, conoscendo i liberisti, attraverso ulteriori
riduzioni del costo del lavoro.
Più aria fritta di così penso si veda raramente! Oddio, un po’ forse
erano giustificati, perché mamma Merkel non ha ancora parlato e quindi
non sapevano cosa poter dire.
Ad ogni buon conto, ci permettiamo di far presente quanto segue:
1) dovrebbe ormai essere chiaro che quella che stiamo vivendo è una
“crisi di domanda” a livello mondiale, cominciata (sia pure all’inizio
sottotraccia) dagli anni ottanta-novanta del novecento a seguito del
cambiamento del modello distributivo, passato da quello di tipo
“fordista”, che prevedeva alti salari, a quello di tipo neo liberista
“reaganiano”, tendente a mortificare il lavoro e i redditi relativi, e
i sindacati;
2) la crisi di domanda è stata per molti anni occultata dalla bolla
della new economy prima, e da quella immobiliare e del credito al
consumo facile (compresi i mutui) poi; è infine emersa quando quei
mutui hanno dovuto essere rimborsati, facendo crollare tutto il
castello di carta e facendo emergere l’insufficienza dei redditi
disponibili. E’ per questa coincidenza che si è scambiato l’effetto
con la causa e si è diffusa la “Comoda Menzogna” che sia stata tutta
colpa della finanza e delle banche;
3) stando così le cose, da questa crisi si può uscire solo facendo
riprendere la domanda mondiale complessiva (e non solo quella delle
“mie” esportazioni a danno delle “tue” e, soprattutto, non attraverso
un nuovo indebitamento privato), e questo può avvenire
- attraverso un aumento della spesa pubblica da parte dei paesi con i
bilanci meno disastrati,
- attraverso un aumento dei salari nei paesi “export oriented”
(Germania e Cina in primis),
- attraverso un aumento, sia pure meno marcato, dei salari anche negli
altri paesi,
- se questo non accadrà ci saranno altri aggiustamenti in conto
capitale (il “rasoio di Keynes”) fino a quando tutti i
profitti/risparmi eccessivi accumulati negli anni precedenti la crisi
non verranno totalmente distrutti. E allora l’economia riprenderà a
crescere ma partendo da un livello più basso.
Tutto il resto è aria fritta. Speriamo che al prossimo vertice europeo
di giugno, con la Merkel presente, si frigga almeno qualche patatina.
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{ Pubblicato il: 27.04.2012 }