La dimostrazione che alla politica non si sfugge e che, alla fine, ogni scelta compita dal governo, ogni provvedimento legislativo varato, è inevitabilmente politico, ci è data, in questi giorni, dal curioso ricorso che il governo dei tecnici (in realtà politici con talune competenze tecniche superiori a quella dei politici allevati nei partiti) ha fatto a tre cosiddetti supertecnici, che dovrebbero aiutare i tecnici di primo grado (chiamiamo così quelli del governo Monti) a uscire dal pantano della revisione della spesa pubblica in cui rischiano di inabissarsi. E’ come se il governo avesse detto a questi tre signori :io non ce la faccio a prendere una decisione, perché temo le ritorsioni dei partiti, fatelo voi dall’empireo della vostra supertecnica che vi consente di essere super partes. E poi? Dopo che i supertecnici o presunti tali avranno pensato e ponzato a dovere, toccherà naturalmente al governo decidere se è il caso di mettere in pratica il distillato di menti così illuminate. La decisione sarà necessariamente politica, colpirà alcuni interessi e ne favorirà altri, come è logico e ineluttabile che sia. E allora, perché tanta paura di scegliere e decidere? Questo governo dei tecnici diventa ogni giorno di più democristiano. Non per nulla la maggioranza che precariamente lo sostiene è quella morotea delle convergenze parallele.

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