Controlli severi !
Ance: porteremo lo Stato in tribunale
per ritardati pagamenti, no bot ma soldi
(Il Messaggero del 15 maggio 2012)
Le aziende hanno perfettamente ragione: al lavoro eseguito dovrebbe corrispondere la mercede pattuita; su questo non ci piove.
Ma un severo esame di tali crediti andrebbe svolto, anche perchè si tratta di debiti dello Stato formalizzati con il governo Berlusconi, quando, in nome della libertà, dello Stato "leggero", del falso in bilancio, dell'evasione fiscale, tutto era permesso, consentito, spesso anche sollecitato per trarne profitto sia le aziende fornitrici che i dirigenti delle istituzioni che accettavano quel debito.
Sono convinto che solo la minaccia di un tale controllo, promettendo una sanatoria a quanti dovessero ravvedersi e modificassero le fatture a credito e minacciando severe punizioni a quanti non l'accettassero e venissero scoperti nel falso, i debiti dello Stato si dimezzerebbero.
Qual è il gioco di Grillo ?
Avevo manifestato la mia preoccupazione prima delle votazioni amministrative; temevo che Grillo acquisisse voti in maniera tale da penalizzare le sinistre e permettere al PdL di mimetizzare la sconfitta o, quanto meno non mostrarne la dimensione catastrofica.
I risultati sono andati oltre l’aspetto punitivo e di protesta, è stato un risultato di disobbedienza politica di un elettorato che ha dimostrato tutta la sua delusione, la sua preoccupazione per il futuro, identificando nel partito che ha gestito il governo negli ultimi 18 anni, il responsabile della catastrofe dove ha condotto il paese. Ma i miei timori su grillo non sono finiti; la riprova alla correttezza dei miei timori è a Parma, dove il ballottaggio è tra il candidato del PD e il candidato di Grillo. Accade il paradosso che UDC e PdL dichiarino di appoggiare il candidato di Grillo, manifestando la loro vocazione del “panto peggio…tanto meglio”.
Gli interessi dei cittadini devono essere sacrificati alle strategie del potere che vuole rinascere come l’Araba Fenice. Questo apparentamento, messo accanto al rifiuto della Lega a ricomporre la triplice alleanza al servizio del cavaliere, ci dice con chiarezza che i voti perduti con la Lega, Berlusconi intende recuperarli con Grillo, avendo già in tasca l’adesione di Casini. Nasce una alleanza con pretese di governo con Berlusconi (nascosto per non intimorire l’elettorato) Casini che dal preteso collocamento al Centro finisce con il ritrovarsi alleato e socio de La Destra di Storace e, per finire in bellezza, Grillo che oggi accetta i voti a Parma, ma dovrà restituire la cortesia, secondo le regole mafiose del PdL.
Si associano per entrare nella “stanza dei bottoni” e servire il paese o, per entrare nella “stanza dei bottini” e servire se stessi ?
Alla ricerca di chiarezza.
Nel bel mezzo dell’attuale confusione, è difficile orientarsi e trovare una via d’uscita, anche perché non si allontanano le ombre degli interessi privati che impongono a taluni l’obbligo di riacciuffare il potere per tentare di salvare la capra delle proprie aziende in stato pre-fallimentare e i cavoli dei sostenitori che attendono fiduciosi provvedimenti legislativi che possano sottrarli dal fastidioso onere di pagare le tasse.
In questa confusione troviamo una equilibrata impostazione nell’intervista che l’on. Bruno Tabacci ha rilasciato, proprio oggi 14 maggio, a l’Unità.
L’intervista è reperibile al seguente link.
http://www.brunotabacci.it/articololoadpdf2.php?pdfload=10708
Leggendo e rileggendo questa intervista mi sono chiesto cosa ci sta a fare l’on. Tabacci in una aggregazione politica di secondo o terzo piano, dentro la quale non è possibile intervenire per rilanciare la politica estranea ai tatticismi che stanno tornando ad avere il dominio dell’opinione pubblica ?
Tornerebbero le scelte suggerite dai sondaggi, tornerebbero i privilegi riservati a pochi, i condoni, le sanatorie e gli scudi fiscali, i falsi in bilancio, le turbative d’asta e gli appalti pilotati.
C’è di positivo la scelta del quotidiano operata dall’on. Tabacci; ha rilasciato l’intervista a L’Unità, forse per lanciare un messaggio ?
Nel corpo dell’intervista comunica che si recherà a Parma per sostenere il candidato del PD, auspicando di trovare un progetto politico sul quale dibattere.
Poiché sono lontanissimo dai tatticismi, preferisco parlare apertamente,.
Mi sembra di capire che in atto c’è un avvicinamento al PD da parte di Tabacci, peraltro unica alternativa che si presenterebbe coerente con la sua storia politica.
All’interno del PD, già solo con la sua presenza, assumerebbe un ruolo mediano, di ammortizzatore culturale, politico, sociale ed etico, smussando gli angoli vivi che tardano a rendersi conto che le conquiste sociali vanno avanti a piccoli passi, per diventare irrevocabili. L’imposizione “vogliamo tutto e subito” ha rallentato la storia sociale fin dalla fine della seconda guerra mondiale, penalizzando proprio le classi che si volevano difendere.
Non si abbatte il capitalismo liberista stravolgendo i canoni economici e politici che hanno dominato la scena occidentale, lo si può modificare e ristrutturare, ma utilizzando gli stetti strumenti, con un “capitalismo sociale”, in grado di coniugare gli interessi del capitale-denaro con i diritti del capitale-lavoro, mettendo in movimento quella reciprocità nella solidarietà che è rimasta per troppo tempo nelle cantine della società.
Con ciò invito i miei amici virtuali a prendere visione dell’intervista su citata, anche per riappropriarsi di un modo, diventato diverso, di fare politica.
Casini passa il testimone. A chi tocca recitare la parte
dell’asino di Buridano ?)
Mi riferisco al ruolo dell’asino di Buridano recitato con maestria da Casini, autocollocatosi in un Centro che non è mai esistito, in attesa degli eventi, per decidere se andare a destra oppure a sinistra.
Gli ultimi accadimenti hanno dato un’accelerata alle decisioni, facendo ruotare gli interessi personale per quella destra che di interessi personali se ne intende. Ma così facendo Casini si è liberato di quel “testimone” che lo indicava come l’asino di Buridano, restituendo a Berlusconi un ruolo che gli è congeniale. Ora è Berlusconi che si ritrova in un bivio senza ulteriori alternative; un bivio dove le strade portano a Casini oppure alla Lega. Qui nascono i problemi che affannano il cavaliere, perché dovrebbe conciliare l’appoggio a Monti preteso da Casini con l’invito perentorio a staccare la spina voluto dalla Lega.
Il sogno di riunire insieme Casini e Lega agli ordini del Pdl è di difficile realizzazione.
Ed è solo il primo ostacolo.
Il cavaliere muove le sue pedine, ma si sta accorgendo che muove un pezzo e disorienta l’altro.
La sola arma magica che gli rimane è la composizione del governo, promettendo incarichi ministeriali a personaggi dai quali si aspetta un recupero della sua immagine, ormai inchiodata al bunga-bunga e ampiamente squalificata sia a livello comunale, provinciale, regionale e nazionale che estera con quella risatina ironica della Merkel e Sarkozy non cancellata neanche dalle sconfitte elettorali dei due.
Quello che è certo che non saranno reiterate le promozioni ministeriali dell’ultimo governo, che ha fatto sbellicare di risa il mondo intero, con ballerine, showgirls, esibizioniste in autoreggenti, parolaie con il chiodo fisso “gliela do… non gliela do…!”, e poi nani, prestigiatori, fantasisti dell’economia, poetastri improvvisatori, illusionisti, ventriloqui; tutto sarà rinnovato, almeno come immagine, perché il ruolo di manovratore occulto dei fili, il cavaliere, se lo riserva per sé.
Casini ha vinto un primo scontro, ottenendo il ripensamento di Bossi a candidarsi alla segreteria della Lega, ma rimane Maroni che non ha molta simpatia per il cavaliere; simpatia che potrebbe venire rinverdita con la nomina a ministro degli interni, ma quel posto Berlusconi vuole riservarlo al procuratore antimafia Grasso, che ha avuto parole lusinghiere nei confronti del cavaliere, con la consegna “morale” di una medaglia d’oro per la lotta alla mafia ; d’altra parte Berlusconi si è meritato le lodi di Grasso, in quanto, a suo tempo, inventò una leggina ad personam per escludere Caselli dalla corsa alla procura generale antimafia, lasciando in corsa il solo Grasso, ottenendone (per fortuna solo moralmente) la nomination alla medaglia d’oro per la lotta alla mafia (Vittorio Mangano si rivolta nelle tomba !), che già il popolo italiano chiama “coppola d’oro”.
Restano in ballo i ministeri: più “pesanti” sono maggiore è l’attesa di gratitudine e di fedeltà richiesta.
Il ministero degli esteri creerà problemi, in quanto grava su tale incarico l’opzione di Nicole Minetti, che non può essere disattesa senza rischiare di sollecitare la voglia di “cantare” a squarciagola.
C’è da discutere su ogni ministero, ma l’incarico istituzionale più importante rimane la presidenza del consiglio. Berlusconi sa bene di non poterci aspirare direttamente; se si presentasse riceverebbe una salva di fischi al posto di voti, per cui gioca il ruolo di chi si sacrifica, tanto gli accordi con i singoli prevedono per il cavaliere una poderosa spinta per scalare l’agognato Colle, unica via di fuga sia dai processi attuali che di quelli a venire: insediandosi al Colle sarebbe più facile nascondersi dietro il primo corazziere che passa.
Ruolo determinante avrà la scelta per il presidente del consiglio; Casini non lo dice, ma ci tiene, mentre Berlusconi avrebbe altro in mente; deve trattarsi di una personalità senza macchie e senza paure, in grado di offuscare i già offuscatissimi anni di presidenza Berlusconi.
Le trattative fervono, il dialogo si amplia: Montezemolo, Casini, Marcegaglia, e altri ancora… ma in fondo al cuore Berlusconi cova un altro nome: avendo dovuto sacrificare le “dame” (così le chiamava) del suo precedente governo, che almeno ci sia Passera.
{ Pubblicato il: 15.05.2012 }