Per non dimenticare !
“Berlusconi vi ha rassicurati circa le nuove riforme che prenderà il suo Governo”? Fu questa la domanda rivolta da un giornalista nella conferenza-stampa congiunta Merkel-Sarkozy, che suscitò le risa della Merkel e di Sarkozy, il quale, per buon peso volle aggiungere: ““ci fidiamo dell’insieme dell’autorità italiane: politiche, finanziarie ed economiche”, un modo esplicito per limitare a Berlusconi la sfiducia dell’Europa.
Fu l’inizio della fine del cavaliere perché successivamente ci fu la telefonata della Merkel a Napolitano per esprimere tutta l’urgenza di liquidare il premier prima dell’irreparabile. Arrivò Monti che trovò una situazione ai limiti del disastro e dovette procedere con provvedimenti d’urgenza, per reperire denaro lì dove sarebbe stato più immediato reperirlo, con l’impegno di ripristinare l’equità fiscale non appena posta in salvo la nazione (per questo la manovra iniziale si chiama Salva Italia), ridotta al lumicino dall’incompetenza del premier e dell’intero consiglio dei ministri, composto di nani, ballerine, esibizioniste, prestigiatori, illusionisti, ventriloqui.
Ora il cavaliere sta rimescolando le carte per tornare e riproporsi al vertice delle istituzioni, come se gli italiani avessimo dimenticato quasi venti anni di interessi personali, di conflitto di interessi, di leggi ad personam, e processi infamanti.
Ricorderemo i momenti più salienti dell’esperienza berlusconiana, e me ne farò carico, perché è doveroso ricordare.. come nel caso odierno è doveroso ricordare il servile baciamano riservato a Gheddafi, per esprimere gratitudine per chissà quali affari combinati insieme.
Ora si propone per il Quirinale, ma c’è solo il piccolo particolare che serve il consenso popolare.
Ci sarà ancora gente che si lascerà turlupinare dalle promesse ?
Emilia: un terremoto senza sciacalli.
L'impotenza dell'uomo in questi eventi che manifestano una minima parte delle forze della Natura, non ha insegnato nulla; le ultimissime de L'Aquila e oggi l'Emilia non si differenziano molto, se non nell'attuale numero delle vittime.
Speriamo che la conta delle vittime si arresti, ma sembra proprio che si stiano scontrando forze inarrestabili, che hanno nelle Alpi, con la faglia europea e negli Appennini, con la faglia africana, i loro punti di forza.
In atto ha ceduto l'anello più debole e c'è da augurarsi che basti a liberare tutta l'energia nascosta e si fermino altri movimenti.
Non si può non registrare la sola differenziazione tra l'attuale terremoto e quello de l'Aquila: l'assenza della protezione civile con gli sciacalli e le iene ridens, pronti a profittare della situazione con la connivenza di soci più o meno occulti; e ancora l'assenza del capo del governo che utilizzava le macerie e i morti per esibire la sua immagine e fornire l'apparenza di attivismo (c'erano elezioni in vista !), cadendo nelle sue solite gaffes, confessando che dalla bella dottoressa che assisteva i malati, si sarebbe fatto rianimare volentieri, oppure ammirando il lato B di un'altra dottoressa, china ad assistere un ferito. Nel dolore dell'immane disgrazia, almeno, si stanno risparmiando l'assalto degli sciacalli.
Una risata vi seppellirà.
Una risata vi seppellirà, disse Mikhail Bakunin.
E così fu !
Ma non era nemmeno necessaria quella risata complice tra la Merkel e Sarkozy per certificare la morte della nostra credibilità internazionale, tale credibilità era già stata compromessa e travolta dal pubblico ludibrio con un comportamento del premier degno di un capocomico di avanspettacolo. Le barzellette più volgari diventarono un marchio di fabbrica da esibire in tutte le occasioni, generando fastidio e imbarazzo negli incolpevoli ascoltatori, e sguaiate risate dei fedelissimi che dovevano esibire grande compiacimento pur di salvaguardare la posizione preminente guadagnata con il compiacimento del capo-padrone.
Barzellette oppure canzoni, accompagnato dal furbissimo Apicella, tanto furbo da far passare la sua furbizia in convinta partecipazione alle penose esibizioni sempre del capo-padrone. Apicella, il furbo, noto nei bassi di Napoli come “compagno Mariano”, grande elettore di Rifondazione Comunista, tanto furbo da far credere al capo-padrone di votare PdL.
Ma le contraddizioni del cavaliere che hanno relegato il ruolo dell’Italia a quello del fastidioso compagno di viaggio, hanno inondato la stampa internazionale, senza destare un minimo senso di pudore e doverosa vergogna nel prim’attore della commedia durata quasi ventri anni.
Fu così che gli italiani abbiamo subito l’onta della delocalizzazione della democrazia e della sovranità nazionale, trasferita a Berlino, in attesa di tempi più credibili.
Ma, mentre il mondo intero torna a guardare all’Italia con un sospiro di sollievo, essendo riusciti a defenestrare il cavaliere, eccolo tornare alla carica in groppa al suo destriero, diventato dopo venti anni di bunga bunga anche per i cavalli, un ronzino affannato, accompagnato dal fido Sancho Panza che i ben informati chiamano Al Fano, per riproporre se stesso, causa dei mali che ha causato all’Italia, come soluzione dei mali che ha causato all’Italia; ma non parla direttamente, delega Sancho, suo megafono, ad illustrare i tanti meriti che la Storia si appresterebbe a riconoscere al capo-padrone, nella pia illusione di essere ancora creduto, come gli hanno creduto, per disperazione, i terremotati de L’Aquila e gli isolani di Lampedusa, inondati di promesse, rivelatesi menzogne.
La consueta politica del ricatto e della corruzione.
Alfano: se passa il presidenzialismo
dico sì a legge su conflitto d'interessi
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Attraverso il suo megafono, Berlusconi ci manda a dire che con l'approvazione del presidenzialismo, sarebbe disposto a rinunziare al conflitto di interessi che da 20 anni domina la scena politica italiana.
Ciò significa:
1° Lo stesso Berlusconi è convinto dell'anomalia tutta italiana dell'esistenza di un conflitto di interessi che ha condizionato l'economia, lo sviluppo, la fiscalizzazione, l'equità, la solidarietà, la democrazia.
2° Contro il presidenzialismo, che, secondo i suoi calcoli, dovrebbe aprirgli i portoni del Quirinale, è disposto a rinunziare ai privilegi alle sue fallimentari aziende (Mediaset e Mondadori) ben sapendo che ormai sono irrecuperabili, trovandosi in perdita di oltre il 70% dalla quotazione massima del 2011).
Non è improbabile che chieda anche l'appoggio delle opposizioni per coronare il suo sogno e riuscire ad agguantare l'immunità a vita.
Ciò deve farci riflettere: i procedimenti, in atto, a carico del cavaliere riguardano più la morale e il costume che altre accuse ancora non pronunciate; ciò significa che il cavaliere, perdendo il suo potere ricattatorio, sa benissimo di dover attendere ben altre accuse per ben altri reati che riguardano proprio l'esercizio delle sue funzioni istituzionali, per cui teme ciò che può arrivare, più che ciò che è già arrivato, per cui l'unica speranza è riposta in quel nascondiglio del Quirinale dove spera potersi rifugiare per il resto dei suoi anni.
Al Fano obbedisce !
Il mio regno non è di questo mondo
Se “Il mio regno non è di questo mondo”, come si concilia il ruolo del vicario di Cristo quale sovrano assoluto dello Stato Città del Vaticano ?
Due ruoli in se stessi contraddittori, vengono assunti dal medesimo uomo che diventa il capo spirituale del cattolici di tutto il pianeta, con enorme capacità di influenza anche nella vita civile, nonché sovrano di uno Stato, negato dal medesimo Cristo, dotato di una enorme ricchezza e di una grandissima capacità di influenzare le scelte laiche della nazione che ne ospita la sede.
Quale dei due ruoli sovrasta l’altro ?
E’ il sovrano assoluto che si serve del ruolo di capo spirituale dei cattolici, o viceversa?
In questo disordine giuridico si confondono anche i comportamenti che dovrebbero essere amministrati nel rispetto tanto dei cattolici quanto dei non-cattolici o aderenti ad altre religioni, come l’interferenza tra peccato (in religione) e reato (nello Stato laico).
Non c’è dubbio che la religione può influire, anche grossolanamente, nella vita sociale e laica.
Accade nell’Islam fondamentalista sciita, dove capi di Stato o di governo si mettono a capo di una delle tante devianze dell’Islam per attirare le masse popolari attraverso la religione, cosa che non accede nell’ìslam sunnita.
· I sovrani del Marocco vantano la diretta discendenza da Maometto.
· I sovrani della Giordania preferiscono definirsi “re degli hascemiti” piuttosto che dei giordani; gli hascemiti appartengono alla tribù di appartenenza di Maometto, e vantano il diritto di essere considerati “custodi delle città sante”, che si trovano in Arabia, sotto la dinastia Saud che ne rivendica l’appartenenza, con una insanabile frattura tra le due case regnanti.
· A loro volta i Saud legittimano il loro potere con l’appartenenza alla confessione Waabita, alla quale, per motivi di cartello petrolifero, hanno aderito gli emiri del golfo , gli Al Sabbah del Kuwait, e i gli Yemeniti e i teocratici Omanidi.
· La Siria ufficialmente è una repubblica presidenziale, ma presidenziale al punto da non potersi distinguere da una monarchia assoluta, anch’essa avallata dall’appartenenza alla confessione alawita.
· Anche il laico libano di Jhumblat è governato in nome di una enclave drusa che trae origine da Al Darazi, che secoli fa fondò una delle tante scissioni sciite che approdò ad un movimento politico del quale oggi Walid, come prima di lui il padre, è signore e padrone.
Anche in Vaticano stanno accadendo fatti analoghi, con intromissioni non accettabili nella vita civile di uno Stato Laico. Gli accadimenti che stanno travolgendo la credibilità (già compromessa) della religione quando cede e diventa politica, come la Fede che cede e diventa economia.
Non è pensabile che un pontefice, edotto in teologia, maestro nel socialità e nella solidarietà umana, in seguito ad una elezione si trasformi in un capo di Stato, con tutte le incombenze e la richiesta di competenze necessari per amministrare uno Stato ricchissimo ed enormemente influente.
I danni, specialmente di quest’ultimo pontificato, sono stati fin troppo evidenti, con l’appoggio cattolico ad un governo liberista; ora sembra che l’itinerario stia cambiando, ma proprio per questo si è scatenata la lotta interna per il controllo del potere, principalmente di quello politico e amministrativo.
Ma se esiste uno Stato Città del Vaticano, non sarebbe giusto e corretto che ci fosse anche un Presidente di tale Stato, eletto ma senza liturgie religiose, che eserciti il potere temporale, laico, disgiunto dal potere spirituale, confortato da un Concilio permanente al fine di evitare rigurgiti di nostalgismi medievali ?
Mentre la famiglia tace.
Corruzione, il Pdl ci riprova:
alla Camera la norma salva-Ruby
(Il Messaggero del 30 maggio 2012)
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Perchè la proposta di Al Fano sul presidenzialismo non è una norma "liberi tutti..." ?
Solo la scalata al Quirinale potrebbe salvare Berlusconi dalla valanga di processi che aspettano ben conservati nei cassetti del 70% delle procure italiane.Questo Berlusconi la sa benissimo, al punto di promettere una legge anti conflitto di interessi in cambio del presidenzialismo; se dovesse passare il cavaliere impiegherebbe gli ultimi spiccioli che si salvano dal fallimento di Mediaset e Mondadori per comprare il comprabile pur di scalare il colle.
I quattrini messi al sicuro nelle varie isole felici gli basterebbe per i prossimi 100 anni, anche con bunga bunga quotidiano.
E' da notare il silenzio imbarazzato dei figli, specialmente Marina e Piersilvio, collocati ai vertici delle aziende in attesa di portare i libri in tribunale; nessuna difesa d'ufficio, nessuna giustificazione inventata... solo imbarazzatissimo silenzio, forse temono che il cavaliere possa giurare la sua innocenza sulla loro testa, o, peggio, possa dichiarare che i soli amici veri che gli sono rimasti sono i figli, cosa che minaccerebbe anche la loro incolumità, visto la fine che hanno fatto gli altri suoi "amici" (Ben Alì, Mubarak, Gheddafi e per ultimo Bossi).
Il loro silenzio rappresenta già una pesante condanna.
Chi è causa del suo mal…!
Benedetto XVI: persino nella Chiesa non è difficile scorgere che persino tra vescovi e cardinali si fatica ad avere rapporti basati sulla fraternità, sulla reciproca comprensione, sul mutuo aiuto.
(Il Messaggero del 28 maggio 2012)
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Bisogna chiedersi: "Chi e cosa ha provocato tale realtà nella quale "si fatica ad avere rapporti basati sulla fraternità, sulla reciproca comprensione, sul mutuo aiuto." ?
Cominciamo con l'assurdo teologico dell'esclusiva delle "radici cristiane" riservate all'Europa, come se si trattasse di un popolo eletto; il paradosso sta nell'esclusione di molti cardinali, vescovi, sacerdoti e credenti, da tale condizione di privilegio (inventato e/o supposto) non essendo di origine europea; in una tale affermazione, proveniente dal pontefice tedesco, con la collaborazione del razzista ateo Marcello Pera, si sente fin da lontano l'olezzo di un razzismo mai superato, come se facesse parte integrante del DNA del pontefice. Se di cultura della religione vogliamo parlare, allora la cultura di base del cristianesimo è elettivamente mediterranea e, quindi, umanistica, collettivistica, socialmente solidale, aperta al dialogo e al confronto, a differenza della cultura sassone individualista e soggettivistica, tant'è che ha generato quel mostro di inciviltà che fu il nazismo. Il Concilio Vaticano II° individuò bene il problema e promosse un ecumenismo che Benedetto XVI ha voluto sminuire, negando la rivoluzione culturale di quel Concilio, limitando le conclusioni a semplicistiche "riforme".
E’ interessante che un sacerdote tedesco, per di più pontefice, scelga proprio il termine “riforma”; non può essere un caso. Ma soprattutto è interessante che Joseph Ratzinger scelga un termine che per la chiesa ha avuto un’importanza lacerante. Per ‘riforma’ si intende un cambiamento radicale, mentre Ratzinger ne fa un uso personale, come se volesse indicare una conservazione sostanziale dell’esistente, con marginali modifiche non sostanziali.
Non è passato sotto silenzio la sordina con la quale è stato celebrato il quarantesimo anniversario della chiusura del Concilio (8 dicembre), interpretato dai più attenti vaticanisti, come la sottostima di quell’evento, inteso dai più come un fatto epocale.
Lo avevamo interpretato come una svolta positiva, addirittura come un’abiura a 2000 anni di storia del cattolicesimo (come il sollevare il mondo ebraico dall’accusa di deicidio, che rappresentò la motivazione culturale delle persecuzioni naziste). Ma sul fatto che il Concilio fosse stato una svolta non vi erano dubbi. La chiesa di Roma subì anche un piccolo scisma intorno all’ultraconservatore francese Marcel Lefebvre che fu per questo scomunicato da Paolo VI.
L’attuale pontefice ha rimesso in gioco quel conservatorismo, riversando la condanna sulla Teologia della Liberazione…. Mi chiedo: “Dove ritiene di cercare le motivazioni per le quali:
“persino nella Chiesa non è difficile scorgere che persino tra vescovi e cardinali si fatica ad avere rapporti basati sulla fraternità, sulla reciproca comprensione, sul mutuo aiuto.” ?
{ Pubblicato il: 29.05.2012 }