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Il Presidente del Consiglio Mario Monti ha finalmente, sia pure con
garbo, "sbottato" rispondendo a Obama, ai Brics e a tutti quelli che
indicano nell'Europa la causa dell'attuale recessione, precisando: "I
problemi dei mercati finanziari in questi mesi, in questi anni non
hanno avuto origine da debolezze dell'integrazione europea, hanno
avuto origine dai grandi SQUILIBRI MACROECONOMICI di cui altri Paesi,
tra cui gli Stati Uniti, sono stati protagonisti". Perfetto! Comincia
così a essere demolita "La Comoda Menzogna" che attribuisce la colpa
della crisi alla finanza e alle banche, le quali invece hanno solo
sfruttato (certo da par loro) gli squilibri, in particolare l'eccesso
di risparmio, esistenti da molto prima nell'economia reale. Nella
prossima puntata speriamo di leggere o ascoltare il dettaglio di
questi squilibri che sono: la persistenza di paesi perennemente
esportatori (in primis Cina e Germania), con la connessa incetta di
dollari che poi tornano in Usa sotto forma di "finanza", e la forte
sperequazione nella distribuzione dei redditi che ha creato problemi
di domanda, in un primo tempo nascosti dall'indebitamento privato, e
dato alimento a quell'eccesso di risparmio; anche quest'ultimo aspetto
della sperequazione è sorto in Usa e Gran Bretagna negli anni ottanta
e poi è stato importato da imprese e governi di orientamento neo
liberista di tutto il mondo. Forse sarebbe il caso che giornalisti e
commentatori prendessero nota e dicessero ai loro lettori dove stanno
le vere cause della crisi e non farsi propagatori della Comoda
Menzogna, quasi a giustificare politici e imprese; oltre tutto solo
riconoscendo la verità si possono poi suggerire i rimedi. Salutiamo
pure positivamente l'intervento di Mario Sarcinelli sul Il Sole 24 Ore
di oggi, nel quale fa giustamente presente che gli eurobond, essendo
condizionati all'unione fiscale, cioè a un processo che richiede tempi
lunghi, non possono essere invocati quali strumenti per la soluzione
della crisi. Nel breve il problema principale è quello della crescita,
e questa può verificarsi nell'attuale situazione solo se "il o i Paesi
che si trovano in posizione di equilibrio ... abbiano la volontà di
accrescere la loro domanda interna in modo da permettere a quelli che
sono costretti ad attuare una politica restrittiva di poter contare su
maggiori esportazioni all'interno dell'area". E ancora: "l'incendio
divorerà la Spagna e l'Italia se ai miglioramenti sul lato
dell'offerta da parte dei governi nazionali non si accompagnerà
un'azione sul lato della domanda da parte della Germania e degli altri
paesi 'virtuosi'". E' quanto molto umilmente cerchiamo di sostenere da
tempo. E' su questi temi che bisogna incalzare la Merkel e non sugli
eutrobond che non vedranno mai la luce fino a quando tutti non
accetteremo una sorta di unione fiscale. Comincio a pensare che anche
questo insistere sugli eurobond da parte di certi politici stia
diventando una "comoda menzogna", soprattutto dopo l'intervista di
Schauble che abbiamo commentato nel precedente "gessetti".
Purtroppo continuano anche le sparate in libertà da parte di
economisti e statisti in erba. Il signor Polillo ha affermato che con
un semplice calcolo (quando si dice che la verità è più a portata di
mano di quanto non si pensi!) è potuto arrivare alla conclusione che
rinunciando a una settimana di ferie (ovviamente i dipendenti) il Pil
aumenterebbe dell'1%. Chissà se ha pure calcolato di quanto
aumenterebbe il Pil se avessimo ministri più seri e politici meno
corrotti. Ci permettiamo di far notare al signor Polillo che se oggi
la capacità produttiva è sfrutata si e no al 60% non è perchè i
lavoratori lavorano una settimana in meno, ma perchè se producessero
di più i prodotti non li comprerebbe nessuno e marcirebbero nei
magazzini.
{ Pubblicato il: 19.06.2012 }