Dilettanti allo sbaraglio
Scandalo sanità, Maroni scarica Formigoni: difficile che arrivi al 2015
(Il Messaggero del 25 giugno 2012)
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Ancora la Lega non è uscita dalla cloaca degli interessi privati, e si ritrova a fare da sostegno a Formigoni nella valanga che lo sta travolgendo.
In fondo nella Lega sono dei dilettanti allo sbaraglio in tema di appropriazioni indebite; Formigoni, invece, ha dimostrato di essere un serio professionista; nulla di suo, ma tutto a sua disposizione (cabinati, vacanze, vita brillante con un ufficiale pagatore sempre pronto e disponibile), con l'evidente difesa di non possedere nulla, ma di godere solamente dell'amicizia di chi possiede; come possiede l'amico non sarebbe affare suo.
Mentalità contorta, tipica del baciapile, tipica di chi "prega Dio e fotte il prossimo”. Così la Lega se ne esce, non può permettersi di competere con un simile professionista... ci pensate...? Il trota in competizione con il leader di Comunione e Liberazione ! Non ci sarebbe storia, così meglio sgattaiolare dietro l'angolo, sperando di non essere visto, o, almeno, dimenticato da quella magistratura che si ostina a venire a capo dei comportamenti del clan Bossi e dei vari vertici leghisti.
Formigoni rimane sempre più isolato con la sua arroganza di intoccabile, a breve sarà abbandonato anche da Vaticano… che ha già di suo da sbrogliare !
Gli inediti del cavaliere
Torna ad intrufolarsi nei ritmi della vita politica, ma non per collaborare a trovare soluzioni possibili dopo gli interventi impossibili del suo ultimo governo, bensì per scardinare tutto ciò che gli si para davanti per attribuire ad altri l’incapacità di agire positivamente. Berlusconi non ha altro interesse se non la logica del “tanto peggio, tanto meglio”, al solo scopo di dimostrare, innanzitutto a se stesso, di essere in grado di risorgere dalle sue ceneri e tornare a volare alto come eletto esemplare di presidente del consiglio auto-collocatosi al primo posto negli ultimi 150 anni.l
Ma le ceneri sono ancora lì, anche se manca la volontà di frugarci dentro per riscoprire le “perle” che hanno distinto la sua azione di governo. Non sempre si tratta di perle di grandi dimensioni, ma sono proprio quelle di dimensioni più modeste che qualificano un preciso rapporto con il potere; la macroeconomia, la coerenza ideologica, l’approfondimento culturale, non sono pane per i suoi denti; è un navigatore a vista, con estemporanee rotte suggerite più dai sondaggi che dalle reali necessità della nazione, per cui lasciamo che ad occuparsene siano i politologi: quelli veri non hanno più parole per squalificare gli atteggiamenti individualisti, mentre quelli falsi e improvvisati, comodamente seduti intorno alla tavola imbandita, inventano intuizioni da statista, sempre smentite dai fatti, analisi da preveggente, soluzioni da mago e/o illusionista. Dobbiamo contentarci di ricordare le piccole perle che il cavaliere ha collezionato a riprova dell’inaffidabilità del suo agire, come quando in una intercettazione telefonica confidava alla escort di turno di avere trovato, nella sua tenuta in Sardegna durante i lavori di ristrutturazione, un sito archeologico con oltre una ventina di tombe fenice; ci fu un primo momento di scalpore, ma tutto venne messo a tacere grazie all’intervento del più grande ministro dei Beni Culturali degli ultimi 150 anni: Sandro Bondi.
Oppure quando venne a galla la manomissione dei depositi di Palazzo Ghigi, dove giacciono reperti archeologici dell’età imperiale dell’antica Roma; in quella occasione sostenne che furono gli architetti a consigliargli di utilizzare quei busti per metterli in bella mostra nelle sue stanze presidenziali. Non se ne seppe più nulla; di nuovo grazie all’intervento del ministro di prima.
Ma esiste un elenco dettagliato di quei reperti ?
Non tanto per sapere “SE” manca qualcosa, bensì per valutare “COSA” manca.
Le ville all’estero del cavaliere, specialmente quella acquistata con notevole fretta in Svizzera, andrebbero visitate e controllate, ma nessuno oserebbe tanto verso il più grande presidente del consiglio degli ultimi 150 anni. Ma sono i risvolti politici che interessano; nel primo caso, quello del rinvenimento del sito fenicio, non ebbe alcuna prudenza nel confessare alla escort il rin venimento, magari per megalomania congenita, una sbruffonata per fare colpo.
Ma un rientro ai vertici del potere di un simile personaggio, non significherebbe anche un ritorno a rappresentare l’Italia in seno alla NATO ? E quindi di essere a conoscenza dei segreti militari o delle informazioni riservate ? Con quale fiducia i partners europei metterebbero a parte di tali informazioni un presidente del consiglio italiano, tanto amico dei vari Gheddafi, Ben Alì e Mubarak (ormai tutti ex amici), ma dell’attualissimo amico Putin, molto interessato a conoscere le informazioni NATO ?
Con la semplicioneria megalomane con la quale ha raccontato il rinvenimento del sito fenicio, potrebbe anche raccontare la dislocazione segreta dei mezzi difensivi della NATO, tanto per darsi importanza.
Al Fano, megafono di Gianni Letta.
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Berlusconi ha con me un rapporto di grande affetto,
che è reciproco e ricambiato - afferma Alfano –
Vi è un rapporto davvero solido e indissolubile nato
su convinzioni politiche e su rapporti personali.
(Il Messaggero del 24 giugno 2012)
Il discorso di Angelino Al Fano è ben articolato, motivato, coerente, propositivo, quindi non è farina del suo sacco. C'è l'impronta di Gianni Letta, nelle vesti del pacificatore e del mediatore, specialmente in quel riferimento ai rapporti tra il cavaliere e il suo scudiero, tutto farcito di buone intenzioni, buoni sentimenti, riconoscenza e stima; un "volemose bene" che ritorna periodicamente.
L'affermazione secondo la quale non è vero che Berlusconi vorrebbe tagliare le gambe alla poltrona dove sta assiso Al Fano, risulta credibile, anche se nasconde che, in realtà, il cavaliere ha già tagliato, direttamente, le gambe dello scudiero, perchè non gli serve più per mostrare l'aspetto conciliante del PdL.
Ora il cavaliere ha deciso di mostrare i muscoli, contro tutto e contro tutti; crede di aver convinto gli italiani a dargli il 51%, ha deciso di gettare fuori dall'euro la Merkel e la Germania, ha stabilito che ogni nazione assumerà l'onere di stampare quanti euro vuole e anche quanti euro gli occorrono per soddisfare gli amici e gli amici degli amici.
Quando gli passerà l'attuale crisi depressiva bipolare, nella sua fase aggressiva, dirà di non aver mai detto ciò che gli viene attribuito e riverserà le colpe a tutti tranne a se stesso, sapremo così che è transitato nelle depressione ansiosa, quella che è solito curare con cene eleganti e bunga bunga.
LUSI 2: la vendetta !
Lusi, oggi l’interrogatorio in carcere
l’avvocato: accordi saltati, ora dirà tutto
(Il Messaggero del 23 giugno 2012)
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Se ne deduce che c'erano accordi per travisare i fatti e proseguire in quell'itinerario di menzogne che ha caratterizzato la politica degli ultimi venti anni. La verità non verrà fuori per un moto di coscienza ma per voglia di vendetta; la verità diventa, così, un'arma e non più il sollievo dello spirito; è la menzogna che domina la scena, quella della verità è una particina di secondo piano, da esibire e/o ritrattare secondo la convenienza del momento.
Lusi non è pentito, non è roso dal rimorso, anche perchè "non ha ucciso nessuno" (questa è stata la linea difensiva svolta in parlamento), come se solo l'omicidio, possibilmente efferato, possa essere identificato come reato punibile, tutto il resto rientrerebbe nella normale condizione di liceità...
" mi sono passati davanti decine di milioni di euro e ne ho trattenuti per me solo 20, cosa c'è di male ?"
Riemerge il tanto deprecato relativismo che coinvolge anche il vero e il falso, che non sono più valori assoluti ma intimamente legati alla contingenza, per cui diventa vero ciò che conviene, ciò che rende e sprofonda nella falsità tutto ciò che impone coerenza, rispetto dei doveri, valutazione corretta dei diritti.
Il-LUSI e col-LUSI; de-LUSI e Rec-LUSI
C’è dentro l’intero panorama esplicativo e riassuntivo delle condizioni attuali di questo lembo di terra, ricchissimo di memorie storiche e artistiche, ma ancora più ricco di inventiva, di fantasia e di creatività.
Peccato che queste doti vengano utilizzate per fini a dir poco scorretti.
Da “mani pulite” in poi è stato un continuo scendere verso il basso nella scala dell’etica; fu dopo mani pulite e dopo il vuoto che si era generato nel mondo politico, che l’avventuriero decise di “scendere” in politica per occupare i posti liberi. Mai termine fu più appropriato di quello“scendere in politica”, in quanto alla già bassa considerazione della politica si aggiunse una ulteriore discesa verso il fondo.
Fu il momento degli il-LUSI che fornirono la materia prima per dare credibilità ad un raccogliticcio assembramento di ex (democristiani, socialisti, comunisti, fascisti, qualunquisti, revisionisti, conservatori) e di new entry (ballerine di avanspettacolo, nani, prestigiatori, illusionisti, esperti nel gioco delle tre carte, ma tutti ventriloqui e ripetitori delle illuminate panzane del gran capo, inventore del “fumo negli occhi “!).
Il transito di questi il-LUSI nel variegato mondo dei col-LUSI fu breve, facilitato e, spesso, imposto perché mal tollerati coloro che, ancora, credevano nei valori della politica come servizio; e servizio divenne, ma “pro domo sua”, con rapidi arricchimenti, con appartamenti regalati a propria insaputa, con appalti di favore, con terremoti che “facevano ridere”, e poi le agevolazioni e gli aiutini, con depenalizzazione del reato di falso in bilancio (punito nelle nazioni civili con 20 anni di reclusione e la confisca dei beni), con condoni, sanatorie, patteggiamenti, fino ad arrivare allo scudo fiscale diventato una pietra tombale su tutti gli illeciti finanziari, sulla fuga dei capitali all’estero, sulle evasioni fiscali, sul riciclaggio di denaro sporco.
In questo guazzabuglio di imbrogli legalizzati, di leggi ad personam, di interessi privati, di concussioni, esaltati da un conflitto di interessi unico nel mondo occidentale, ecco giungere, inviata dalla provvidenza civile (parente prossima della Provvidenza Divina ) una salvifica crisi economica che ha tolto il prosciutto dagli occhi di quei il-LUSI e col-LUSI. La ventata della crisi divenne un tornado di fronte al quale il grande capo, nelle more autodefinitosi “il più grande presidente del consiglio degli ultimi 150 anni, preferì una precipitosa fuga, pur di non apparire quello che era stato: il responsabile principale della dimensione catastrofica della crisi. A nulla valse definire quella fuga una “dimissione elegante”, perché gli ex il-LUSI, diventati de-LUSI cominciarono a capire, sequestrando ogni credito residuo e relegando l’ex gran capo nelle cantine più nascoste della credibilità.
Ora è il momento dei rec-LUSI, ancora troppo pochi, perché il grosso si avvale ancora dei privilegi di casta, del consenso della Camera di appartenenza alla richiesta di arresto. Vantano ancora un gruppo consistente, che non corrisponde alla dimensione del consenso perduto, ma fanno valere i loro numeri, rifiutando la verifica elettorale perchè reciterebbe la loro ingloriosa fine, al suono triste del degueillo.
Ma i de-LUSI non demordono, oggi il mandato che sarà imposto agli amministratori, sarà quello di incrementare il numero dei rec-LUSI, possibilmente dopo avere recuperato buona parte del bottino.
La sovranità popolare
Maroni: i sindaci leghisti violeranno il Patto di stabilità
(Il messaggero del 17 giugno 2012)
Egr. On. Maroni, la sovranità popolare è con lei, per cui non ha nulla da temere incitando a violare una legge ingiusta che non piace ai leghisti, specialmente quelli con un consistente patrimonio alle spalle.
Il popolo è sovrano, non le leggi, lo ha detto Renzo Bossi in un momento di confidenze intellettuali, quando dimenticò che il grande pregio delle trote è quello di non parlare.
Ora, egr. on. Maroni, accanto alla pregiata iniziativa di vanificare una legge (e sarà solo la prima ad essere cancellata dalla sovranità popolare), vorrei suggerirle un’altra iniziativa che sarebbe molto ben accetta agli elettori di tutta Italia. Si tratta di abrogare una legge ignominiosa , che da sempre penalizza l’uomo e gli rende la vita difficile.
Mi riferisco alla legge di gravità, che andrebbe abrogata sempre con la forza della sovranità popolare.
Quando avrà abrogato tale legge, allora si rechi all’ultimo piano del Pirellone (si faccia indicare la strada da Renzo Bossi o da Nicole Minetti) e da lì si lanci verso il futuro, vedrà che, eliminata la legge di gravità, flotterà nell’aria come una piuma.
{ Pubblicato il: 24.06.2012 }