La chiesa è quella del Premier Monti e quindi si può presumere che sia anch' essa guidata dai preti più "tecnici" della Diocesi di Milano, in possesso di alte capacità per giostrarsi agilmente nelle realtà temporali. Di fronte alla necessità di trovare fondi per l' intervento conservativo dei fronti e delle cappelle laterali, questi tecnici non
devono aver perso molto tempo prima di decidere di mettere la pubblicità sull' impalcatura della facciata. Mettere poster su una Chiesa non è osé? Non è mischiare il diavolo e l' acquasanta? Ma se l' hanno fatto sul Duomo, la Chiesa Madre, si può fare senza problemi anche sulle chiese figlie. Dubito però che abbiano visto in anticipo il cartellone che l' agenzia pubblicitaria ha deciso di esporre all' inizio del mese di maggio. Chi passava davanti alla piazza vedeva una bellissima donna. Chi è? La Madonna stella mattutina? Quasi: Charlize Theron, bionda fotomodella attrice sudafricana, fra le più gettonate del mondo. Nello spot Martini che l' ha resa reso famosa in Italia mostrava il suo lato B mozzafiato, sul cartellone si limitava al lato A,
che è altrettanto mirabile. Cosa esclamava questa moderna turris aeburnea? "J' adore…." Sì, sì tu adori, sulla facciata di una chiesa non puoi che adorare, ma chi? Chi ti fa andare in estasi? "J' adore Dior". Potenza della erre moscia. La bellissima, dopo una settimana, è stata tolta. Anche i tecnici, che di solito non tentennano, hanno avuto un momento di ravvedimento. Adesso c' è uno stuzzicante telone che inneggia alle qualità di un formaggio. Dacci oggi il nostro grana quotidiano…
L' attivismo per il fund raising non è una novità, è uno degli aspetti
principali del pragmatismo del clero ambrosiano. Quante volte ho sentito
ripetere che c' è bisogno di danè per costruire e mantenere le pietre,
che non ci si può limitare alle offerte dei parrocchiani, sempre troppo
stitici, anche quando si chiamano Monti, che l' evangelizzazione ha
bisogno di accessori moderni. Quante volte ho sentito ripetere le
parole di Santa Teresa dAvila: Teresa da sola fa niente; Teresa e Dio
fanno molto; Teresa , Dio e i soldi fanno tutto. Ma lavrà detta sul
serio, questa frase, la Santa? Nessuno mi ha mai saputo indicare la
fonte della citazione.
La Diocesi di Milano, nonostante il dimagrimento causato dalla
inarrestabile secolarizzazione, resta superdotata di mezzi.. Una delle
prime decisioni del Cardinal Scola è stata quella di mantenere in
attività tutte e tre le sedi storicamente utilizzate per la formazione
del clero. La cittadella voluta nel 1933 dal beato cardinal Schuster
sulle colline del Varesotto resterà il seminario vero e proprio. Gli
attuali 160 seminaristi con i loro professori avranno a disposizione
spazi molto ampi, quasi infiniti. Le altre due sedi sanno utilizzate,
una, per le attività pastorali e, l' altra, per la formazione
permanente del clero. In più, la Diocesi continuerà a mantenere una casa
di esercizi spirituali in Brianza. Un edifico imponente, che aveva
senso quando la gioventù cattolica era in cammino quale falange di
Cristo redentore ma che non si sa quale futuro possa avere, ora che
non cè più nessuno esercito all' altar. Intanto lì è andato ad abitare
il cardinale emerito Tettamanzi. Grandi case, grandi iniziative. Il VII
incontro mondiale delle famiglie e l' arrivo del Papa è costato più di
10 milioni di euro. Non sono troppi? Per il Fondo di aiuto alle famiglie
in crisi sono stati raccolti, a fatica, 14 milioni in tre anni, e poi
se ne sono spesi dieci in tre giorni. Forse è tempo di un super
tecnico che controlli i monsignori della Curia e li aiuti a fare una
spending review.
Me la prendo con la mia chiesa locale ma logicamente il discorso è più
generale. In queste settimane di dichiarazione dei redditi si è tornato
a parlare dell' otto per mille. Nel 2010, ultimo anno di cui sono
disponibili i dati, la Chiesa cattolica ha conquistato l 85% dell'
intera torta, pari alla cifra di un miliardo e 118 milioni euro (di
questi, 360 milioni sono andati al clero, 190 all' edilizia di culto,
280 al culto, pastorale, evangelizzazione, 150 ai progetti sociali in
Italia e 85 a quelli all' estero). Il meccanismo è contestato
soprattutto per due aspetti: il metodo di ripartizione e l' ammontare
dell' aliquota. Per quanto riguarda la ripartizione, si è previsto -
con un' oggettiva forzatura - che la firma di ogni cittadino valga come
un voto: in base alle preferenze dei votanti (che nel 2011 sono stati
meno della metà dei contribuenti) viene stabilita la ripartizione
complessiva dei fondi. Per quanto riguarda invece l' aliquota del
prelievo, la legge istitutiva n. 222/85, all' art. 49, indica la
possibilità di ridefinirla ogni tre anni da parte di un' apposita
commissione paritetica, nominata dall' autorità governativa e dalla
Conferenza episcopale italiana. Ciò al fine di valutare periodicamente
se il gettito si stia rivelando troppo basso o troppo alto. I soldi alla
Chiesa cattolica sono cresciuti di cinque volte in venti anni, passando
dai 210 milioni dei primi anni novanta al miliardo e 100 di oggi, ma l'
aliquota non è mai stata toccata. Visti gli anni di vacche magre che
vive il Paese e che costringono tutti a tirare la cinghia, anche la
Chiesa dovrebbe dare il buon esempio offrendosi disponibile a rivedere
l' impianto dell otto per mille. Almeno potrebbe di sua sponte
richiedere una riduzione dell' aliquota. Si metterebbe in linea con
quanto dichiarato in un passo molto bello e molto dimenticato al n . 76
della Costituzione conciliare Gaudium et Spes :
" Bisogna che tutti quelli che si dedicano al ministero della parola di
Dio, utilizzino le vie e i mezzi propri del Vangelo, i quali
differiscono i molti punti dai mezzi propri della città terrestre….La
Chiesa non pone la sua speranza nei privilegi offertigli dall' autorità
civile. Anzi, essa rinunzierà all' esercizio di certi diritti
legittimamente acquisiti, ove constatasse che il loro uso può far
dubitare della sincerità della sua testimonianza o nuove circostanze
esigessero altre disposizioni.
Altrettanto bello sarebbe il recupero dello spirito con cui per lunghi
secoli almeno una parte della Chiesa ha considerato e utilizzato i
benefici, cioè i piccoli o grandi patrimoni quasi sempre costituiti da
immobili, pervenuti alla Chiesa di solito per eredità o donazione,
destinati al mantenimento di un determinato responsabile di una
struttura (vescovo, canonico, parroco, vicario o altro). Don Luisito
Bianchi, un profeta del nostro tempo da poco scomparso, in una sua
ricerca ormai introvabile (Monologo partigiano sulla gratuità, edizioni
dell' abbazia di Praglia, 2006), ha spiegato come il beneficio fu per più
secoli considerato, nonostante tutto, un patrimonium pauperum, usato dal
beneficiario in quanto egli stesso povero e bisognoso di questa rendita
per svolgere il suo compito. Per questo la conservazione e l'
amministrazione del benefico era considerata importante e richiedeva
il massimo scrupolo (ben 142 canoni del codice canonico del 1917 sono
dedicati all' argomento). Il sovrappiù del beneficio, cioè quello che
eccedesse il necessario per una vita sobria del beneficiario, doveva
essere distribuito ai poveri. Inoltre chi ne godeva era tenuto a
recitare il cosiddetto ufficio - quelle preghiere che leggeva don
Abbondio quando incontrò i bravi e se in uno o più giorni non lo
recitava era invitato a dare ai poveri il corrispondente per il numero
dei giorni di mancanza. Quanti sono i preti che, vedendo arrivare il
proprio stipendio dall' 8 per mille, lo considerano anch' esso in
qualche maniera un patrimonio dei poveri? E c' è ancora qualcuno che fa
l' offerta per i giorni in cui non prega a sufficienza?
Ho parlato di beni ecclesiastici* ma la visione della Theron ha
suscitato, almeno in me, un interrogativo ben più radicale: non è che
stiamo arrivando alla fine, cioè alla definitiva omologazione della
Chiesa cattolica al mondo, che oggi è mondo economico, mondo di soldi e
di pubblicità? Di fronte a quel cartellone ho visto il tutto nel
frammento. Il tutto è il Mercato, o meglio l' Oligopolio Finanziario
Mondiale, chiamiamolo OFM, viene bene, sembra l' acronimo di un ordine
religioso. L' OFM punta al suo incessante potenziamento e riempie ogni
buco della nostra esistenza. Le sue dinamiche tentacolari sono così
pervasive che le diamo per scontate, considerandole naturali. L' OFM si
afferma con la forza delle sue immagini. Parla all' occhio, e siccome la
vista è uno dei sensi più incostanti, ha bisogno di farlo in
continuazione, su ogni video, display, muro, strillando con colori
assordanti, offrendo immagini sporche a furia di essere pulite,
svuotate di ogni ombra e di ogni dispiacere. Il frammento è una chiesa
di grandissima tradizione, fondata nel lontano 1568, che ha passato
indenne guerre e moti, e che ora abdica definitivamente alla sua
diversità (nel mondo ma non del mondo) finendo impacchettata nella
pubblicità ( Dior o grano padano, la sostanza non cambia). .
Se anche la Chiesa accetta di diventare un prolungamento del mondo,
cos è rimasto al mondo che resista al mondo? Non lo so. Non sono un
tecnico, chiedetelo a loro. Io so solo che una mattina sono passato
sotto le gonne della Theron ed entrato nella chiesa incriminata. In un
angolo ho visto un candela. Una misera candela già mezza smoccolata.
Stava lì dimentica di sé. Non smaniava di occupare correttamente il
proprio posto, di essere all' altezza della propria posizione. Non
calcolava niente, non ammucchiava niente, non edificava niente. Si
consumava e non parlava. Stava in silenzio davanti al Signore e sperava
in Lui. Nulla è più puerile della luce di una candela che trema nel
buio. Nulla è più evangelico ed eversivo dell' infinitamente piccolo.
* Sull' argomento rinvio alla bella relazione di Vittorio Bellavite,
portavoce di Noi siamo chiesa su Le risorse economiche e la loro
gestione nella Chiesa italiana oggi, pubblicata nel testo Sulla povertà,
La Meridiana, 2008.
{ Pubblicato il: 01.07.2012 }