Un caro amico maestro di giornalismo, mi ha insegnato questo principio
da tener presente quando si legge un articolo di giornale: la notizia
sta sempre alla fine.
I due “cavalieri del liberismo” del Corriere, Alesina e Giavazzi, nel
loro editoriale di domenica scorsa dopo averci spiegato le verità che
secondo loro ci avrebbe insegnato questa crisi, che tralasciamo anche
se va detto che appaiono meno estremiste di altre e a volte anche
condivisibili, alla fine dell’articolo, appunto, scrivono: “la
giustizia sociale va garantita creando il più possibile pari
opportunità per tutti. Una delle ragioni dell’incremento della
disuguaglianza che HA PRECEDUTO LA CRISI, è stata la crescita del
premio retributivo per chi ha accumulato capitale umano, cioè ha
studiato. L’investimento in formazione ha reso di più e favorito chi
poteva permetterselo.” Signori, abbiamo letto bene? Forse è la prima
volta che economisti appartenenti al mainstream ideologico liberista
precisino esplicitamente che “la disuguaglianza ha preceduto la
crisi”. Ovviamente la notizia è data alla fine, come dicevamo,
sperando che passi inosservata e non la legga nessuno. Adesso
affrontiamo il resto della loro affermazione perché costituisce la
motivazione che, di fronte a dati inoppugnabili, spesso danno i
liberisti, soprattutto negli Usa, per spiegare e giustificare
l’accresciuta disuguaglianza: essa sarebbe dovuta al fatto che
l’innovazione tecnologica, soprattutto informatica, ha fatto sì che ai
possessori delle nuove conoscenze venissero riservate le retribuzioni
migliori a scapito di coloro che non le possedevano. Ora, da che il
mondo è mondo chi è più preparato nel comparto giusto ha sempre
guadagnato di più del generico, nessuno penso possa metterlo in
discussione, ma qui si sta parlando di variazioni relative nella
retribuzione. Inoltre processi innovativi ci sono sempre stati, ora in
un comparto ora in un altro, le innovazioni ultime non sono state
delle eccezioni storiche. Infine, quello che si è verificato negli
ultimi decenni riguarda variazioni rilevanti nella distribuzione del
reddito per grossi gruppi di cittadini, per classi sociali si sarebbe
detto una volta, e non per piccoli raggruppamenti di lavoratori.
Insomma mi sembra un’arrampicata sugli specchi per non ammettere
completamente la realtà dei fatti, la quale trova origine in cause
squisitamente politiche e istituzionali. Per il momento comunque
accontentiamoci della precisazione che “la disuguaglianza ha preceduto
la crisi” e speriamo che il prossimo passo sia quello di rilevare in
quel collegamento un nesso causale.
{ Pubblicato il: 25.07.2012 }