Stamane ascoltando il giornale radio di radio tre delle 8,45 vengo
aggredito dal seguente perentorio titolo di apertura: “Mario Draghi,
Mario Monti e Giorgio Napolitano: pole position europea dell'Italia.
Il Presidente della Bce impone l'acquisto illimitato di bond triennali
per il salvataggio dell'euro. Il Premier si conferma sempre più punto
di riferimento dei leader dell'Unione. Mentre il Capo dello Stato
accredita i nuovi equilibri politici interni”. I titoli della maggior
parte dei giornali di oggi non si discostano molto da questi toni
trionfalistici. Evviva, siamo i primi in Europa e tutti pendono dalle
nostre labbra e dalle nostre grandi pensate. Quando diventeremo un
paese normale (per carità non nel senso di D’Alema il quale dopo aver
scritto un libro con quel titolo ha fatto la cosa più anormale di
questo mondo presiedendo un governo che non voleva nessuno)? Un paese
dove la politica non viene vissuta come una partita di calcio con le
opposte tifoserie urlanti e acritiche. E pensare che il terzo canale
della radio rai è l’unico che meriti di essere ascoltato, considerando
anche quelli televisivi. Evidentemente anche i dirigenti di quella
rete avranno avuto l’ordine, da chi li ha messi in quel posto, di
recitare la parte che va tutto bene e che siamo i migliori. A me
spiace fare sempre la parte di quello che ridimensiona tutto, ma mi
pare inevitabile se vogliamo avere un minimo rispetto per la verità. E
allora vediamo per esempio cosa ha deciso la Bce. E’ vero che potrà
acquistare in quantità illimitata bond dei paesi in difficoltà sui
mercati, però:
1) l’aiuto deve essere richiesto al Fondo salva stati
2) il Fondo individuerà le condizioni alle quali l’aiuto viene
concesso e dette condizioni devono essere accettate preliminarmente e
ufficialmente dallo stato interessato. Visti i precedenti possiamo
immaginare di quali condizioni si tratterà;
3) gli acquisti potranno riguardare solo i bond fino a tre anni,
quando é noto che le maggiori difficoltà nostre riguardano i titoli
decennali;
4) Draghi si è impegnato a sterilizzare la liquidità che con gli
acquisti dei titoli verrà immessa sul mercato. Non è stato specificato
come, ma è evidente che qualunque sia la forma non potrà non avere un
effetto contrario sui tassi, si spera solo in una misura inferiore.
Non mi sembra una grande vittoria, o comunque una decisione che
veramente possa imporre una svolta definitiva alla situazione. In
questi frangenti si fa riferimento sempre all’andamento di questi
benedetti mercati, i quali hanno subito reagito bene. Ma, come detto
altre volte, spesso le variazioni repentine sono provocate dolosamente
proprio dalla speculazione, la quale guadagna su di esse e sui
conseguenti rimbalzi: quello che bisogna vedere sono i trend di
periodi più lunghi. Ma quello che più mi “rode” (scusate
l’espressione) è che abbiamo dato la possibilità alla Germania di
iscrivere a proprio credito una concessione che non servirà a nulla, a
prescindere da tutte le altre condizioni. Le cause della crisi, non ci
stancheremo mai di ripetere, stanno nell’economia reale, la crisi dei
debiti è solo una conseguenza. Accanirsi sull’effetto non toglie la
causa, anzi la aggrava attraverso le misure che impone, come sta
accadendo in Europa. Altre sono le cose per le quali sarebbe convenuto
ingaggiare una polemica anche dura con la Germania, come abbiamo
sostenuto altre volte. La Germania non può vivere e prosperare sulle
esportazioni a danno degli altri paesi, soprattutto se la moneta è
unica e quindi impedisce al cambio di agire da strumento regolatore.
La Germania deve aumentare la propria domanda interna sia attraverso
un aumento dei salari dei propri operai (perché l’attuale
differenziale è di gran lunga inferiore al differenziale in termini di
produttività) e sia attraverso un aumento della propria spesa
pubblica. Queste erano le cose sulle quali andava messa in mora la
Merkel e non su aspetti che hanno a che fare solo con la moneta ed i
cui effetti sull’economia reale sono indiretti e, nelle attuali
condizioni di crisi di domanda, si può dire pressoché nulli. Abbiamo
in passato anche avanzato la possibilità che quel comportamento possa
essere imposto alla Germania a termini di statuto del fondo Monetario
Internazionale, ma niente si è fatto e niente si fa ancora. In
conclusione mi pare che Draghi, Monti e Napolitano, visto che i media
li accomunano, si siano comportati come quel generale che mandò allo
sbaraglio il proprio battaglione per difendere un ponte che sul piano
tattico e strategico non serviva a nulla.
{ Pubblicato il: 06.09.2012 }