giovanni la torre
Nessun commentoTREMONTI NEWS N. 23
Il nostro eroe, che ormai ha assunto i panni di Sigfrido, affronta ora “il secondo mostro del videogame [il quale], immaginando che il primo sia stato in qualche modo battuto (ma si ha l’impressione che lui non ci creda molto) arriva in Europa”. E qui assume un atteggiamento di chi si è dovuto occupare di cose difficili e ne sta parlando con i beneficiari, come il cardiochirurgo che appena terminato l’intervento si reca, ancora in divisa verde e con la mascherina, dai parenti del malato per dire delle complicazioni dell’operazione, rassicurarli e prendersi la gratitudine, e così Tremonti: “il caso della Grecia è un caso relativamente limitato come quantità, ed è un caso relativamente controllabile come qualità. E’ stato un caso molto domestico e poco sistemico”, cioè il chirurgo sta dicendo “l’intervento è stato difficile ma, cosa volete, ne faccio due o tre al giorno di simili”. Poi assume un tono più severo per dire: “Quello che ha cominciato a creare problemi è il caso dell’Irlanda”, e sciorina un po’ di dati su questo paese per i quali rinviamo al Bignami della Geografia. “I conti pubblici [irlandesi] - precisa Tremonti – erano assolutamente sotto controllo” ma quel paese ha avuto il difetto di diventare “la portaerei delle banche di tutto il resto del mondo …, poi è successo che qualcosa (cosa, signor ministro professor Tremonti?) anche lì si è rotto. Guardando la parte regolare, perché quella nascosta è meglio non vederla (ecco come parla un ministro di uno dei paesi più importanti dell’Ue di un altro paese Ue), la parte regolare della crisi in Irlanda cuba (??? Signori, cosa vuol dire “cuba”: può parlare così un ministro del G7 oltre tutto professore universitario?) più o meno 500-600 miliardi di euro, di attivi potenzialmente tossici, capaci di creare, attraverso il rischio di controparte, un riflesso di crisi: vuol dire che se tu hai prestato i soldi a uno che va in crisi, perdi (ripetiamo la domanda: è questo il modo di parlare di un ministro del G7 professore universitario? Crede di essere in qualche trattoria? “se tu hai prestato …”)”. Comunque tutto questo pistolotto sull’Irlanda per dire che le più esposte sono le banche tedesche e inglesi, ma soprattutto per indicare “cosa è successo in questi anni nel resto dell’Europa: molta dell’economia degli altri paesi è stata sostenuta dalla finanza, dalle bolle immobiliari, dalle carte di credito, dai fondi che moltiplicavano i soldi senza alcun tipo di controllo, e questo naturalmente era il Pil, il tenore di vita di quei paesi. … La tigre celtica, i sogni nordici, era pieno di giornali che ci spiegavano che il mondo era quello dei servizi …”. A parte il fatto che il Pil dei paesi sviluppati è determinato per circa il 72% dai servizi (per l’Italia 71%), ma lasciamolo dire, quello che vogliamo far notare è che il nostro super ministro vuol far credere che l’Italia è cresciuta poco non perché abbiamo avuto dei governanti che anziché occuparsi della crescita si sono occupati di leggi ad personam, di bunga bunga, di elucubrazioni su Sant’Agostino, mercatismo e antimercatismo, ma perché non hanno voluto la crescita drogata dei servizi e della finanza. Ma caro ministro professor Tremonti a chi vuol darla da bere? La crisi dell’Irlanda è anche dovuta al fatto che il bilancio pubblico non è stato in grado di tenere botta alla crisi della finanza e questo perché aveva scarse entrate con una pressione fiscale pari solo al 34%, contro il 45% medio dell’Ue, e questo basso livello di tassazione era dovuto alla scelta di attrarre investimenti esteri, prassi questa che lei invitava tutta l’Ue ad adottare proprio con riferimento al modello irlandese (“tassazione zero”, diceva) anche se limitatamente agli “investimenti industriali strategici”. Adesso lei limita la critica all’attrazione della finanza e dei servizi, ma una volta che un paese diventa un paradiso fiscale questi sono gli effetti sul bilancio pubblico. Ma lei, signor ministro, è stato capace di contraddirsi sulla contraddizione in meno di un mese. Infatti al Salone del Risparmio di Milano lo scorso 6 aprile, ha avuto la “faccia tosta” di proporre, dopo le cose dette da Santoro, “un regime fiscale di favore per attrarre le imprese della FINANZA a Milano. L’idea è di applicare regimi fiscali di favore di altri paesi: se una cosa è BUONA altrove magari lo è anche qua … L’idea è di applicare regimi fiscali che per esempio ci sono in IRLANDA”. Signori avete sentito? Roba da matti! Vedete, l’anomalia italiana non sta solo nel fatto di avere un ministro che straparla in continuazione dicendo tutto e il contrario di tutto, ma anche nel fatto, consentitemi, che nessuno dei commentatori lo facciano rilevare, anzi ogni apertura di bocca la presentano sui giornali come grandi intuizioni di una grande mente. Beati loro! Ma le contraddizioni non finiscono qui. Il Tremonti che nel 2005 (Rischi Fatali) nel 2008 (La Paura e la Speranza) invitava tutta l’Europa, e quindi anche l’Italia, a concedere “tassazione zero” agli stranieri che investivano in Europa e in Italia nei “settori strategici” è lo stesso che oggi dice che i “settori strategici” devono essere difesi dagli attacchi stranieri. Ripetiamo la domanda fatta un paio di settimane fa: come si fa a dare retta a un personaggio così? Come si fa a chiamarlo “raffinato intellettuale”. Aspetto sempre che qualcuno me lo spieghi. Grazie.
{ Pubblicato il: 21.04.2011 }