Ieri giornali e telegiornali hanno dato notizia degli “eccellenti”
risultati della “lotta all’evasione”. Per esempio su Repubblica in
prima pagina si leggeva: “Evasione, in cassa 13 miliardi”, poi
nell’articolo interno “nel 2011 sono stati accertati 30 miliardi e in
cassa sono finiti 12,7 miliardi (un risultato che si attende anche per
quest’anno). Fatto importante: gli uomini dell’Agenzia delle Entrate
di Befera e della Guardia di Finanza non sbagliano un colpo e nel 95%
dei casi fanno centro … trasformando sostanzialmente i proventi della
lotta all’evasione fiscale una variabile quasi certa”. Ecco come l’ex
ministro Visco ha spiegato qualche settimana fa da dove provengono
questi 12 miliardi (Il Mattino del 18/8/12): “Ma quali 12 miliardi?
Quando sento o leggo queste cifre mi infastidisco. Questi soldi così
spesso propagandati e sbandierati, come anche di recente ha fatto il
ministro Grilli, sono semplicemente il risultato dell’azione ordinaria
dell’Agenzia delle Entrate … non posso fare a meno di sottolineare che
di questi 12 miliardi più della metà è frutto non di recupero di soldi
degli evasori ma di errori di calcolo dei contribuenti”. Quanto poi ai
famosi accertamenti, Visco prosegue: “E anche quando si parla degli
accertamenti della Guardia di Finanza pari a decine di miliardi, si
trascura che in molti casi i contribuenti ricorrono e vincono, quindi
non pagano. Se quelle cifre fossero vere avremmo risolto il problema”.
Perché i media alterano in un modo così grossolano il significato dei
dati? Per mera ignoranza? Perché lo fa un giornale come Repubblica,
che guarda caso da tempo si distingue nell’osannare il lavoro di
questo governo al di là dei suoi meriti, e che un giorno sì e l’altro
pure pensa di dare lezione agli altri in tema di obiettività e
indipendenza? La spiegazione, in quest’ultimo caso, molto
probabilmente sta nel fatto che il suo fondatore, il quasi novantenne
Scalfari, insieme a un altro quasi novantenne, Napolitano, si sono
convinti di essere ormai i salvatori della Patria, e a questo fine
ritengono di dover sostenere senza se e senza ma il ragazzino, quasi
settantenne, Monti, edulcorando la realtà di questo governo. Come si
dice: il fine giustifica i mezzi, e allora tutto è consentito pur di
rimettere in riga questo popolo di discoli, anche se alcuni di questi
discoli, tipo Veltroni e D’Alema, i due quasi novantenni li hanno
vezzeggiati e coccolati per anni, quando meritavano sonori scapaccioni
e calci nel sedere. E’ da tempo che notiamo sul giornale romano pezzi
eccessivamente entusiasti su questo governo e, soprattutto, sul suo
presidente, anche se portano la firma di persone normalmente sobrie e
distaccate nel linguaggio. Sembra quasi che ci sia un ordine di
scuderia. Ora, noi non abbiamo nulla in contrario che i due sopradetti
nutrano quella convinzione sulla propria funzione, soprattutto poi se
consente loro di star meglio, anzi non escludiamo neanche che abbiano
ragione, quello però che ci permettiamo di suggerire è di evitare
sviolinate così grossolane, per il rispetto che si deve ai lettori,
oltre che alla verità, e per rendere più credibile la loro stessa
perorazione.
{ Pubblicato il: 06.10.2012 }