Da un paio di settimane Grillo va dicendo che i soldi che la Bce sta dando alle banche italiane servono a far comprare i titoli pubblici italiani detenuti dalle banche tedesche e francesi, per rimetterle in sesto. Questo sarebbe il motivo del via libera alla Bce di fornire liquidità al sistema e, cosa più grave, l'unica ragione per cui Monti è stato prescelto dalle due potenze europee per governare l'Italia in questo frangente. A queste dichiarazioni si risponde da
parte di economisti e ministri con sonore risate e con affermazioni del tipo: "sono delle cretinate ... Grillo non sa come funzionano i mercati finanziari, ... ecc. ecc." Anche chi scrive non crede a quella ricostruzione delle vicende che hanno portato Monti a Palazzo Chigi, né alle motivazioni che hanno spinto la Bce a finanziare le banche, però sarebbe pure opportuno che qualcuno di coloro che dispongono di dati ufficiali fornisca al pubblico dei numeri sul rapporto detentori stranieri/detentori italiani per i nostri titoli, prima e dopo gli
interventi delle banche e della Bce, accompagnati possibilmente da
qualche commento. Questo mi pare sarebbe il modo più giusto e
ragionevole per zittire il demagogo, o no? In fondo Grillo potrebbe
disporre nel prossimo parlamento di un 15-20% di rappresentanti, non
vedo perché non si debbano dare delle risposte congrue a lui e ai suoi
elettori. Rispondendo invece solo con le risate non si fa altro che
confermare nei suoi seguaci l'idea che stia dicendo la verità.
Purtroppo per noi, mai come in questo caso rischia di risultare vero
il proverbio "ride bene chi ride ultimo";
2) Ho ascoltato una dichiarazione della Camusso secondo la quale
quando il prof. Monti è andato in giro per il mondo, dopo la
correzione dell'art. 18, esibiva come sua conquista l'esser riuscito a
ridurre il costo del lavoro e per questo i suoi ospiti potevano ora
investire in Italia. Se questo è vero, e non abbiamo motivo di
dubitare, si tratterebbe di una cosa gravissima che la dice lunga
sulla considerazione che questo governo, e soprattutto il suo capo, ha
del nostro paese: l'Italia può rifarsi uno spazio nel mondo solo se si
mette a far concorrenza sul costo del lavoro, cioè roba da terzo
mondo. La stampa che va per la maggiore continua a indicare Draghi e
Monti come due orgogli nazionali, ma il primo è andato a dire negli
Usa che "il modello sociale europeo è morto", cioè una delle massime
conquiste del genere umano, il secondo che "si può investire in Italia
perché si è ridotto il costo del lavoro" (oltre tutto non facendo
nulla per mafia e corruzione, che sono le cause vere del declino).
Queste, chiedo ai direttori dei maggiori giornali, sono le cose per
cui dobbiamo andare orgogliosi?
3) E' inutile dire che il Nobel per la pace all'Unione Europea è un
gesto di grande importanza. Vorrei solo sottolineare che molte volte i
Nobel vengono assegnati con intenti programmatici. Nel 1976 si assegnò
il Nobel per l'economia al monetarista Friedman come messaggio agli
economisti keynesiani, all'epoca maggioritari nell'accademia e nei
governi, a non trascurare il tema dell'inflazione, che era il flagello
di quel decennio per via della crisi petrolifera. Nel 2008 il Nobel fu
assegnato al keynesiano Krugman, come monito agli economisti
liberisti, divenuti nel frattempo maggioranza, per aver troppo in
fretta accantonato l'insegnamento keynesiano e l'esigenza
dell'intervento pubblico nell'economia. Oggi il Nobel all'Unione
Europea vale come monito a coloro che di fronte alle indubbie
difficoltà che sta incontrando il disegno europeo vorrebbero mandare
tutto all'aria, distruggendo così un grande progetto. Nessun grande
disegno si è mai concretizzato senza aver superato grandi difficoltà.
Direi che è rivolto anche ai governi che non vogliono mollare i loro
poteri per conferirli a un'entità superiore che sarebbero gli Stati
Uniti d'Europa e, ancora, alla Germania chiamata a una maggiore
solidarietà.
{ Pubblicato il: 14.10.2012 }