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Il nostro Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha dichiarato
ieri, mentre era in visita in Olanda: "Oggi il rigore non rappresenta
una scelta ma una necessità, che non è fine a se stessa ma serve a
raggiungere stabilità e crescita, condizioni per la prosperità dei
nostri popoli". Francamente non riusciamo a comprendere i motivi e
l'opportunità di questa professione di fede. Perchè di fede si tratta,
signor Presidente, e non di deduzione scientifica e meno che mai
storica. Lei rappresenta la nazione intera, non può farsi porta
bandiera di una parte soltanto, di quella appartenente alla fede neo
liberista. Non capiamo cosa possa averLa convinta a sostenere queste
idee, considerato anche il Suo passato politico. Oggi quando si parla
senza ulteriori specificazioni di "rigore" o "austerità", cioè senza
aggettivi e in modo assoluto, non si esprime l'indiscutibile esigenza
di indicare un percorso di risanamento delle finanze pubbliche
(dissestate in Italia soprattutto dalla corruzione), bensì si fa
riferimento a un'ideologia specifica, quella neo liberista appunto.
Oltre tutto il risanamento per essere conseguito deve necessariamente
passare attraverso una ritrovata crescita economica, altrimenti si
insegue un traguardo che si sposta continuamente in avanti. Spesso
oggi si sente dire che le ideologie sono finite, perché si pensa che
ideologie siano state solo quelle legate al comunismo sovietico, e
quindi morte con quell'esperienza, ma mere ideologie sono anche quelle
neo liberiste, che invece ancora resistono. Croce per esempio
considerava utopie sia il comunismo che il liberismo (non il
liberalismo, che è altra cosa), perché entrambe promettono il paradiso
in terra per la semplice loro applicazione, senza assegnare alcun
ruolo allo svolgimento storico. E' fin troppo facile a questo punto,
signor Presidente, fare la battuta che Lei è passato da un'ideologia
ad un'altra. Già in occasione della discussione sulle modifiche
all'art. 18 Lei ha preso posizione in maniera netta da una parte sola,
tra l'altro assumendosi responsabilità enormi perché disse che la
nuova normativa non avrebbe comportato conseguenze significative sulla
licenziabilità dei lavoratori, oltre tutto su un testo ancora più
permissivista di quello poi adottato. Tornando al rigore, esso viene
considerato condizione necessaria e sufficiente per la crescita da una
parte sola dell'accademia, di quella che cerca di spacciare le proprie
convinzioni ideologiche come acquisizioni scientifiche, convinzioni
contraddette ripetutamente dalla Storia oltre che dalla teoria. Oltre
tutto quello italiano è un rigore declinato in un senso solo, verso i
ceti medi e popolari: anche questo è conforme alle Sue convinzioni? La
Sua poi, essendo stata fatta all'estero e in occasione di una visita
ufficiale, diventa un'affermazione di portata universale valida quindi
per tutti. E invece, signor Presidente, se la Germania e gli altri
paesi "virtuosi" non allargano i cordoni della loro borsa non usciremo
da questa crisi, o meglio ne "usciremo" solo quando avremo toccato il
fondo e saremo "rimbalzati".
{ Pubblicato il: 24.10.2012 }