giovanni la torre
Nessun commentoTREMONTI NEWS N. 24
Santoro deve aver intuito che il Ministro è ormai in preda a una sorta di incontinenza declamatoria e allora decide di intervenire per sbloccare il programma: “ci dice anche il terzo mostro del videogame, così si riposa un po’ nel frattempo?” (bella questa dell’invito a riposarsi!). Tremonti deve aver avvertito la leggera ironia insita nell’invito di Santoro e vorrebbe spiegare da dove nasca la sua metafora del videogame ma, purtroppo per noi, si ferma di colpo e attacca l’ultima parte della sua lezione: “il terzo mostro è innescato dalla speculazione. Nel 2008 il governo italiano ha chiesto al Fondo Monetario Internazionale, al G8, al G7, se c’era o non c’era la speculazione, da allora è già violentissima sul cibo, petrolio, e la risposta dell’Fmi, che io conservo, scientifica: ‘è il mercato, la speculazione non esiste’. Poi è venuta la crisi finanziaria e l’argomento della speculazione è passato un po’”. Povero Tremonti, comincia a fare pena, a essere una figura un po’ patetica a livello internazionale. Un ministro del G7 che scrive al Fmi, al G8 e al G7 per sapere se “c’era o non c’era la speculazione” … Di questo passo scriverà al Papa per sapere se esiste o non esiste il diavolo. Ma signor ministro anziché fare quelle richieste quanto meno singolari, elabori lei uno studio ed esponga in modo appropriato le sue convinzioni, le sue tesi e, soprattutto, le sue proposte concrete e presenti il documento in questi consessi internazionali, e se mai lo porti pure a nostra conoscenza. Come avete visto, giunge pure a precisare che “io conservo” la risposta dell’Fmi. Cosa voleva fare, di grazia, cestinare una corrispondenza ufficiale tra il Governo e un’istituzione internazionale? Però, per quanto pleonastica, quella precisazione è importante in quanto tradisce l’atteggiamento di chi vuol dire “quando succederà il patatrac la tirerò fuori”. Il sospetto che lui stesso suggerisce con quelle parole, è che si comporti e reagisca come chi subisce spesso, quando va all’estero, frustrazioni che lasciano il segno, in particolare quando fa delle considerazioni che evidentemente non vengono prese in considerazione. Spero tanto di sbagliarmi, per il bene del nostro paese, ma l’impressione che lui stesso ci suggerisce temo sia quella, anche perché le stesse lamentazioni sono presenti pure nei suoi libri, per esempio nei confronti delle autorità europee, anzi a volte danno corpo a un vero livore. E qui, lasciatemelo dire, il senso di frustrazione molto probabilmente sarà da lui tanto più avvertito quanto più in Italia, invece, il suo “pensiero” viene osannato in modo acritico. Grosse responsabilità si stanno assumendo a questo proposito i media italiani. Quanto al merito della questione, abbiamo già detto con la Tremonti news n. 16 che la frase “il vero giudice dell’attività produttiva è il mercato” non è della speculazione o dell’Fmi, ma del Tremonti medesimo, quindi è inutile tornarci sopra.
Visto che non è stato ascoltato a livello internazionale ecco che “la speculazione è tornata su cibo e su petrolio in modo violentissimo in questi mesi” e così Tremonti arriva all’altra frase che deve aver studiato a lungo: “da noi è carovita, nei paesi dell’Africa dall’Atlantico fino all’Oceano Indiano non è caro vita: è la vita”, e qui, fossi stato Santoro, avrei inserito una di quelle musiche che irrompevano nei momenti topici dei film di Amedeo Nazzari. Ribadisce ancora “là è la vita, è questione di vita o di morte. La speculazione ha innescato le rivolte che stiamo vedendo, e ho detto non un solo paese … Diciamo che la speculazione ha generato le rivolte del pane, che sono parte della storia di quei paesi, tanto che avevano i ministri del pane che quando sbagliavano gli tagliavano la testa”, e nuovamente si vede la parrucca di Robespierre in testa al ministro professore. Quindi è la speculazione che ha determinato la rivolta, ma non solo: “poi chiudo, perché ho parlato fin troppo – confessa finalmente Tremonti – l’altro fattore devastante per quei regimi è l’eccesso di diseguaglianze … [se] davanti hai dei regimi che soffocano la libertà e sviluppano in modo intollerabile la corruzione e le disuguaglianze, hai evidentemente questo”. Ben detto signor Ministro! Allora sappia che nella classifica sulla corruzione, e quindi sull’onestà pubblica, elaborata per il 2010 da Transparency International, la Tunisia viene collocata al 59° posto con un voto di 4,3 (la sufficienza è 6), mentre l’Italia è al 67° posto con un voto di 3,9. Quindi la Tunisia viene considerata dalla comunità internazionale meno corrotta dell’Italia. Ne tragga le conseguenze …
Così finisce la lectio magistralis del signor ministro professor Tremonti. Adesso va a sedersi per godersi il meritato riposo, e ci riposiamo anche noi, ma la distribuzione di saggezza nella serata da Santoro non finisce qui. C’è ancora tanto da imparare e io farò ancora modestamente da tramite.
{ Pubblicato il: 30.04.2011 }