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Il beato Giovanni Paolo II per tutto il suo pontificato fu strenuo protettore dei preti pedofili, ma lo scandalo più grande fu la sua complicità e protezione a padre Marcial Maciel Degollado [qui insieme nella foto], fondatore dei Legionari di Cristo, noto pedofilo che recentemente è stato sconfessato da papa Ratzinger, il quale ha chiesto una "profonda revisione e purificazione" riconoscendo valide le accuse che da anni invano colpivano questo delinquente assai potente. Riportiamo dall'"Espresso" due note di Sandro Magister del 2002, imperante papa Wojtyla, e un articolo della "Stampa" sui legionari di Cristo e sul loro fondatore.
Legionari di Cristo. Questo processo non s´ha da fare
Il papa assicura rigore contro gli abusi sessuali compiuti da preti. Ma in Vaticano c´è una causa che è ferma. E riguarda il fondatore di un corpo sceltissimo di sacerdoti
di Sandro Magister
(Da "L´Espresso" del 31 gennaio 2002, titolo originale "Un legionario nella bufera".)
Il suo ultimo mea culpa, lo scorso 22 novembre, Giovanni Paolo II l´ha fatto con i popoli dell´Oceania. Ai quali ha chiesto perdono per «gli abusi sessuali compiuti da alcuni preti» e ha promesso «aperte e giuste procedure per rispondere alle accuse». Promessa confortata da fatti. Perché nelle passate settimane, a tutti i vescovi del mondo, il Vaticano ha recapitato una "Epistula" in latino con segnati i gravissimi delitti che sono stati avocati dalla Congregazione per la dottrina della fede, l´ex Sant´Uffizio, per essere sottoposti a più rapido e rigoroso processo. Tra questi delitti: gli abusi sessuali commessi da sacerdoti su minori di 18 anni, l´assoluzione di complici in peccati contro il sesto comandamento, l´incitamento a simili atti da parte dello stesso confessore.
Intanto, però, il Vaticano tiene bloccata da due anni una causa canonica contro un prete famosissimo e potentissimo, pluriaccusato proprio di questi ultimi peccati.
Il prete si chiama Marcial Maciel Degollado, è messicano, ha la stessa età di Giovanni Paolo II ed è il fondatore e capo dei Legionari di Cristo, un corpo scelto e superpreparato di sacerdoti e laici di tutto il mondo, in strabiliante espansione.
Le cifre parlano. Lo scorso anno, sessantesimo dalla fondazione, i Legionari contavano 477 sacerdoti e altri 2.500 prossimi a diventarlo. Pronti quindi a sorpassare persino l´Opus Dei con i suoi 1.763 preti.
Hanno 24 seminari in Europa, nelle Americhe e in Australia, col top a Roma nel modernissimo Ateneo pontificio Regina Apostolorum. Possiedono 9 università e 166 scuole e istituti superiori in numerosi paesi.
Ai sacerdoti si aggiungono inoltre 870 Legionari laici, attivi in 5.266 comunità sparse nelle aree povere dell´America latina. Più i 50 mila seguaci del movimento parellelo Regnum Christi.
In breve, i Legionari sono una vera potenza. Fiorentissimi di vocazioni. Devotissimi al papa e da lui ricambiati di benedizioni. Non fosse per quell´ombra che oscura il loro fondatore Maciel.
Un´ombra che lo accompagna fin da ragazzo, quando per due volte fu espulso da due seminari. Ma che in seguito è più volte pericolosamente ricaduta su di lui (v. scheda più sotto). Fino a materializzarsi, il 17 ottobre 1998, nella presentazione in Vaticano di una denuncia canonica a suo carico.
Il fascicolo con l'accusa, presso l´ex Sant´Uffizio, reca sulla copertina la dicitura latina "Absolutionis complicis (Arturo Jurado et alii - Rev. Marcial Maciel Degollado)". Tradotto: dell´assoluzione del complice.
Gli accusatori, infatti, tutti ex Legionari d´alto grado, denunciano sì padre Maciel d´aver abusato sessualmente di loro quand´erano minorenni, negli anni Cinquanta e Sessanta. Ma fosse stato solo per questo, la causa non sarebbe stata neppure accolta. Perché simili delitti cadono in prescrizione passati dieci anni dal compimento della maggiore età della vittima, stando alle norme canoniche.
Se le autorità dell´ex Sant´Uffizio hanno accolto la denuncia, è per altre accuse ancor più gravi, che toccano il sacramento della confessione e quindi, se comprovate, resterebbero sempre sotto giudizio.
Agli accusatori padre Maciel ha risposto pubblicamente una sola volta, il 28 febbraio 1997, con una lettera al quotidiano "The Hartford Courant", del Connecticut, quartier generale dei Legionari negli Stati Uniti. Dichiarando la sua piena innocenza.
Lo scorso 11 novembre, sul settimanale "National Catholic Register" di proprietà dei Legionari, è tornato a difendere l´innocenza di Maciel il direttore ed editore del giornale, padre Owen Kearns. È negli Stati Uniti, infatti, che il caso ha creato più rumore.
Ma il Vaticano? Fermo e muto. Al vescovo messicano di Coatzacoalcos, Carlos Talavera Ramírez, il capo supremo dell´ex Sant´Uffizio, cardinale Joseph Ratzinger, avrebbe detto nell´autunno del 1999 che la materia è delicata, che padre Maciel ha fatto tanto bene per la Chiesa suscitando così numerose vocazioni e che non sarebbe prudente sollevare un simile caso. L´ufficio stampa vaticano ha però smentito che Ratzinger abbia fatto simili affermazioni e Talavera non le ha più riconfermate.
Una Legione ha insomma fermato le «aperte e giuste procedure» promesse dal papa. Che pure non ha esitato a degradare tre anni fa per analoghe colpe comprovate nientemento che il cardinale di Vienna, Hans Hermann Groër.
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MEZZO SECOLO DI ACCUSE
Marcial Maciel, il fondatore dei Legionari di Cristo, è stato più volte sotto tiro.
Le prime accuse sono del 1948. Sono trasmesse a Roma dai gesuiti di Comillas, in Spagna, dove Maciel aveva mandato i suoi discepoli a studiare. Ma il Vaticano le lascia cadere.
Secondo round nel 1956. Questa volta il Vaticano indaga, su nuove accuse ancor più pesanti. Maciel è sospeso per due anni dalle sue funzioni e esiliato da Roma. Ma nel febbraio del 1959 è reintegrato a capo dei Legionari.
Terzo. Nel 1978 è l´ex presidente dei Legionari negli Stati Uniti, Juan Vaca, con un esposto a papa Giovanni Paolo II, ad accusare Maciel di comportamenti peccaminosi con lui quand´era ragazzo. Nel 1989 Vaca ripresenta a Roma le sue accuse. Senza risposta.
L´ultima tornata inizia nel febbraio del 1997 con la denuncia pubblica, da parte di otto importanti ex Legionari, di abusi sessuali commessi da Maciel a loro danno negli anni Cinquanta e Sessanta.
Nel 1998, il 17 ottobre, due degli otto accusanti, Arturo Jurado Guzman e José Barba Martin, accompagnati dall´avvocato Martha Wegan, incontrano in Vaticano il sottosegretario della Congregazione vaticana per la dottrina della fede, Gianfranco Girotti, e chiedono la formale apertura di un processo canonico contro Maciel.
Il 31 luglio del 2000 Barba Martin, assieme all'avvocato Wegan, incontra di nuovo in Vaticano monsignor Girotti.
Ma senza alcun risultato.
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Vita segreta dei legionari di Cristo
Padre Marcial Maciel Degollado, il fondatore dell'ordine
Sesso, denaro e tesori spariti.
Il Vaticano ha aperto un'ispezione:
sospetti sul fondatore Maciel
G. GALEAZZI, G.A. ORIGHI
Padre Marcial Maciel Degollado, il defunto fondatore dei Legionari di Cristo? Un tombeur des femmes che spremeva le sue amanti, latino-americane, spagnole e anche italiane. E forse con altri figli oltre alla madrilena di 30 anni che, come sostiene «El Mundo», starebbe ricattando per l’eredità l’Ordine insieme alla madre, una donna sposata e ricchissima. Non solo: persino la figlia di una sua ex fiamma, la messicana Flora Garza, ha confessato al settimanale «Proceso»: «Maciel, dopo aver ricevuto 50 milioni di dollari e un rapporto durato 20 anni, abbandonò mia madre». Agli ospiti danno ancora da baciare la sua immaginetta, ma ora nella preghiera che i conservatori Legionari di Cristo recitano ogni sera la devozione al fondatore è attenuata. La Santa Sede ha disposto un’ispezione sull’ordine religioso in più forte crescita nel mondo per accertare gli scandali su «relazioni con donne» divampati dopo la conferma che padre Maciel Degollado, morto lo scorso anno a 87 anni e accusato di pedofilia, aveva un’amante fissa e una figlia. Come richiesto anche dal cardinale George Pell, gli ispettori (vescovi ed ecclesiastici indicati dal Papa) dovranno far chiarezza sui Legionari e sul ramo laico «Regnum Christi» per presentare poi un rapporto al segretario di Stato, Tarcisio Bertone.
A rivelare le sacrileghe love story del Rasputin azteco, nel libro «El Ilusionista», è il suo nipote (ed ex legionario) Alejandro Spinosa. La lista delle amanti è lunga e composta da signore che nuotavano tutte nell’oro. Talita Retes, la prima «dama benefactora» negli Anni 40. Poi Pachita Gandarillas, Edmé de Galas, Guillermina Dikins, la paperona Josefita Pérez, figlia di una stirpe di petrolieri che gli donò persino una villa a Cannes, Consuelo Fernández, sposa di un diplomatico di Madrid. Infine la ancor misteriosa amante spagnola. «El Mundo» sostiene che la figlia ha frequentato l’università Francisco de Vitoria (Madrid), dell’Ordine. «Io sono stato testimone di alcune delle sue conquiste, di cui si vantava», assicura Spinosa. I Legionari sono un movimento tradizionalista, retto da un ordine ferreo al suo interno, con sedi in 40 paesi del mondo, 650 sacerdoti e 2.500 seminaristi. A Roma gestiscono l’ateneo pontificio «Regina Apostolorum» e il collegio «Maria Mater Ecclesiae». Un ordine religioso che dal Messico è sbarcato in Spagna e in Irlanda prima di arrivare in Italia e che, alla generalizzata crisi delle vocazioni, oppone una clamorosa crescita nel numero di sacerdoti e chierici che si preparano nei suoi 25 seminari e noviziati sparsi nei cinque continenti.
Nei loro ranghi figurano personaggi quali l’imprenditrice spagnola Alicia Koplowitz, una delle donne più facoltose del mondo. Nelle università occidentali come nelle comunità parrocchiali delle zone rurali e indigene dell’America Latina, i Legionari predicano un’etica dell’economia ispirata più al liberismo cattolico statunitense che al terzomondismo dei teologi progressisti. Entrare nella Congregazione richiede 14 anni di studio e apostolato, tanto che la rivista americana «Time» ha equiparato i Legionari ai Gesuiti per la disciplina e la complessità del percorso formativo. Dall’antologia di scritti del loro discusso fondatore emerge la convinzione che i laici siano investiti di una missione assimilabile a quella sacerdotale. Il loro grande «sponsor» Karol Wojtyla li ha esortati a testimoniare nella società la loro solidarietà, ben sapendo che, a partire da un territorio missionario grande quanto la Svizzera assegnato da Paolo VI nella penisola messicano dello Yucatán, i Legionari sono riusciti a fondare centinaia di istituti superiori e università in tutto il mondo. Ogni dieci anni raddoppiano le vocazioni e migliaia tra i 70 mila membri del «Regnum Christi» lavorano a tempo pieno come assistenti spirituali al servizio delle parrocchie. Come già accaduto per Opus Dei e Comunione e Liberazione, la crescita tumultuosa dei Legionari è stata accompagnata da diffidenze e ostilità, come quella del capo del Sant’Uffizio, Ottaviani, bilanciata però dal favore di vescovi sudamericani e potenti cardinali. Pio XII li ricevette, col loro fondatore Marcial Marciel, con le parole: «Siate come un esercito schierato».
2-4-2009
{ Pubblicato il: 29.04.2011 }